Pensioni, Quota 41 al posto di Quota 103 e Tfr nei fondi. Le ipotesi per la Manovra

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Introduzione

Per l'esecutivo è partito il conto alla rovescia per mettere a punto la prossima Legge di Bilancio, che dovrebbe ammontare a circa 22 o 23 miliardi di euro. Come ogni anno, tra i dossier più delicati c'è anche la questione previdenziale. Salvo cambi di rotta nelle prossime settimane, il quadro sembra essere il seguente: l'Ape sociale e Opzione donna verranno confermate, mentre Quota 103 potrebbe essere sostituita da Quota 41. Si pensa anche a nuovi incentivi per chi non lascia il mondo del lavoro e a una possibile stretta sugli assegni più alti, visto che l'inflazione è tornata a scendere

Quello che devi sapere

Manovra, da Ape sociale a Quota 41: i possibili interventi del governo

  • Settembre si avvicina e per il governo inizia il conto alla rovescia per mettere a punto la Legge di Bilancio per il 2025, che secondo le prime indiscrezioni dovrebbe ammontare a circa 22 o 23 miliardi di euro (ancora in buona parte da trovare). Tra i punti delicati di ogni Manovra c’è sempre la questione pensionistica. Salvo cambi di rotta nelle prossime settimane, il quadro sembra essere il seguente: l'Ape sociale e Opzione donna verranno confermate, mentre Quota 103 potrebbe essere sostituita da Quota 41. Ecco tutte le anticipazioni

Per approfondire:

Tasse, costi e pensione, come funziona la previdenza complementare

Confermata Ape sociale

  • Anche nel 2025 dovrebbe proseguire l’Ape sociale, la misura che dà la possibilità di avere un anticipo pensionistico, una volta raggiunti i 63 anni e cinque mesi di età, ai lavoratori che si trovano in una situazione di svantaggio: disoccupati, care giver, persone con invalidità almeno del 74% e con almeno 30 anni di contributi, o impiegati in attività usuranti con almeno 36 anni di contributi

Proroga anche per Opzione donna

  • Conferma in vista anche per Opzione donna, nonostante nel primo trimestre del 2024 si sia registrato un crollo delle richieste accolte: 1.700 domande, contro le oltre 5.300 dello stesso periodo del 2023. C’à da tenere in conto poi che dopo la stretta sui requisiti dello scorso anno (anche qui, come per l’Ape, contano le situazioni di disagio), nel 2024 è arrivato un giro di vite sull'età che ha portato la possibilità di uscita - a fronte di 35 anni di contributi - a 61 anni. È possibile però ridurla di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni

Quota 41/1

  • C’è poi Quota 41, tra i cavalli di battaglia della Lega: c’è chi ha avanzato la possibilità di andare in pensione anticipata, indipendentemente dall'età, ricalcolando l'intero assegno con il sistema contributivo. C’è però anche chi sottolinea come questa opzione, pur essendo finanziariamente sostenibile nel lungo termine, causerebbe qualche problema nel breve, perché le pensioni andrebbero pagate subito. Nulla è però stabilito: la discussione si potrebbe aprire se arrivassero indicazioni sullo scarso interesse da parte dei pensionandi rispetto a Quota 103. Le adesioni con il ricalcolo contributivo appaiono molto basse, ma i primi nuovi pensionati stanno uscendo ad agosto dato che è stata allungata la finestra mobile. Il quadro sarà quindi più chiaro nelle prossime settimane

Quota 41/2

  • Non è molto convinto della proposta del Carroccio l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, oggi a capo della delegazione del MoVimento Cinque Stelle al Parlamento europeo. "È una presa in giro. Non c'è bisogno, abbiamo già l'uscita contributiva a 64 anni con almeno 20 di contributi. Modello che peraltro il governo ha peggiorato alzando il livello minimo da versare portandolo da 2,8 a 3 volte l'assegno sociale. La proposta della Lega è solo uno spot elettorale, Salvini deve far credere di aver realizzato Quota 41", ha detto negli scorsi giorni a La Stampa

Incentivi a chi non va in pensione

  • Sul fronte della flessibilità in uscita si sta discutendo sulla possibile introduzione di incentivi per chi resta nel mondo del lavoro, una sorta di riedizione del vecchio bonus Maroni. Gli interessati sarebbero coloro che smetteranno di lavorare soltanto una volta maturato il diritto al trattamento di pensione ordinaria (67 anni anagrafici e almeno 20 anni di contributi versati), senza invece aderire a Quota 103, pur avendone i requisiti

Tfr nei fondi pensione

  • Potrebbe inoltre arrivare anche un intervento sul fronte della previdenza complementare, sollecitato dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (Lega), che renderebbe obbligatorio il versamento di una parte del Tfr ai fondi pensione, in modo da aumentare l’assegno futuro. Dovrebbe però essere previsto il cumulo dei contributi versati nella previdenza obbligatoria e nella complementare per l'uscita anticipata di tre anni rispetto all'età di vecchiaia per chi è nel sistema contributivo

Rivalutazione rispetto all’inflazione

  • Possibile poi che arrivino nuove strette sugli assegni pensionistici più alti, contando che l'inflazione acquisita per il 2024 è al momento all'1%, in deciso ribasso rispetto agli anni precedenti. Il risparmio sarebbe però comunque molto contenuto

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