Bonus transizione 5.0: dall’energia alla formazione, tutte le regole da sapere
EconomiaIntroduzione
Una circolare del Ministero delle imprese e del made in Italy ha chiarito alcuni aspetti del piano Transizione 5.0: tra le indicazioni, emerge come sia possibile inserire tra le spese agevolative non solo quelle relative agli impianti energetici e ai pannelli fotovoltaici, ma anche quelle sostenute per l’acquisto di software e per la formazione del personale. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul bonus
Quello che devi sapere
La circolare del Ministero
- Il Ministero delle imprese e del made in Italy ha messo a punto una circolare applicativa sul piano Transizione 5.0, attraverso la quale vengono spiegati alcuni dettagli del progetto. Tra le nuove indicazioni arrivate, emerge come il governo abbia messo in campo risorse non solo per gli impianti e i pannelli fotovoltaici per l'autoproduzione di energia, ma sono compresi nei pagamenti anche i software, le applicazioni e i corsi di formazione per il personale.
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Che cos’è il piano Transizione 5.0
- Il piano Transizione 5.0, come riportato dal sito del Ministero, si inserisce nell’ambito della più ampia strategia finalizzata a sostenere il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese. Lo scopo è quello di favorire la trasformazione dei processi produttivi delle imprese, ed ha una dotazione finanziaria pari a 6,3 miliardi di euro. Nel dettaglio si tratta di un’agevolazione sotto forma di credito d’imposta proporzionale alla spesa sostenuta per nuovi investimenti in strutture produttive nel territorio dello Stato, effettuati nel biennio 2024-2025.
Cosa rientra nel bonus
- Il Ministero delle imprese e del made in Italy specifica che il credito di imposta è riconosciuto a condizione che si realizzi una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o, in alternativa, di almeno il 5% del processo interessato dall'investimento. Inoltre la riduzione dei consumi energetici deve derivare da investimenti in beni materiali e immateriali funzionali alla transizione tecnologica e digitale. E, come detto, tra le spese agevolablii rientrano anche i software e la formazione del personale.
La soglia massima di spesa
- Scendendo nel dettaglio del piano sul tema dei miglioramenti degli impianti, è previsto che i progetti avviati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 possano godere di crediti d'imposta che variano anche in base all'efficacia dell'efficientamento energetico che porterebbero. Il bonus prevede una soglia massima di spesa complessiva pari a 50 milioni di euro per ogni beneficiario.
Come calcolare il miglioramento
- La circolare del Ministero delle imprese e del made in Italy spiega inoltre che il miglioramento viene calcolato sul confronto tra le prestazioni energetiche prima dell'investimento e quelle che ci si aspetta di ottenere dopo. Le prestazioni ex ante sono calcolate in modo differente per ogni settore, ma in generale si calcolano facendo un rapporto tra la quantità di prodotti realizzati e l'energia consumata per produrli. I parametri misurati e i risultati attesi dovranno essere registrati attraverso una certificazione. Se questi dati dovessero cambiare in corso d'opera, il progetto potrà essere modificato ma solo a patto che le correzioni non siano sostanziali.
Le certificazioni e i crediti d’imposta
- Il Ministero delle imprese e del made in Italy ha spiegato inoltre che le certificazioni sono obbligatorie, ma possono rientrare tra le spese coperte attraverso i crediti d'imposta. In particolare i benefici possono comprendere un massimo di 10 mila euro per le piccole e medie imprese che devono presentare la certificazione del risparmio energetico, e un massimo di 5 mila euro per i soggetti beneficiari non obbligati per legge alla revisione legale dei conti ma che devono presentare la certificazione contabile.
La procedura da seguire
- Inoltre la circolare del Ministero delle imprese e del made in Italy spiega quale sia la procedura che le aziende devono seguire per richiedere i crediti, e anche suggerisce alcune tempistiche. Prima di tutto viene chiarito come l'accesso ai benefici avvenga sempre e solo attraverso la piattaforma Gse e che le domande inviate in altro modo (pec, email, posta o raccomandata) non saranno valide.
Come fare la richiesta
- Per fare richiesta del bonus transizione 5.0, l'azienda deve in primo luogo prenotarsi con una comunicazione preventiva sulla piattaforma, dopo essersi registrata nell'area clienti. A quel punto bisogna accedere tramite lo Spid al servizio Transizione 5.0 e caricare tutti i documenti richiesti. La piattaforma rilascerà dunque una ricevuta di avvenuto invio della comunicazione e dopo massimo 5 giorni, se la documentazione è completa e corretta, invierà una ricevuta di conferma di avvenuta prenotazione.
Il controllo della documentazione
- A questo punto le imprese dovranno confermare entro 10 giorni il contenuto della comunicazione preventiva e a 5 giorni dalla conferma il Gse comunicherà all'impresa l'importo del credito di imposta prenotato. Infine, è necessario prestare attenzione a una cosa: il Gse controllerà che la documentazione caricata sulla piattaforma sia completa, ma il contenuto di quanto inviato potrà essere verificato attraverso sopralluoghi non più lunghi di 180 giorni.
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