Fisco, dal discarico automatico agli accertamenti esecutivi: come cambia la riscossione
EconomiaIntroduzione
Come previsto dal decreto legislativo 110/2024, da quest’anno sono mutate alcune norme relative alla riscossione fiscale. La nuova disciplina sul discarico automatico fissa, per esempio, al 31 dicembre del quinto anno successivo all’affidamento il limite massimo per la gestione delle cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate - Riscossione (Ader), al termine delle quali vengono eliminate dai registri. Ecco tutte le novità
Quello che devi sapere
Discarico anticipato
Obiettivo della riforma è quello di “snellire” il carico degli uffici dagli oneri per la gestione amministrativa dei ruoli. L’accelerazione dei tempi guarda anche a un’altra misura che allarga le maglie del discarico anticipato. Secondo la novità introdotta dal decreto legislativo, l’eliminazione dei carichi può avvenire prima del tempo qualore l’agente della riscossione abbia fatto un solo accesso all’anagrafe tributaria senza riscontrare beni aggredibili del debitore. Nonostante l’eliminazione amministrativa il debito non decade e l’ente può comunque riavviare operazioni di recupero se per esempio emergono nuovi elementi patrimoniali o reddituali
Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli: “Perché i conti pubblici italiani non sono abbastanza trasparenti”

Cosa succede se l'ente non recupera gli importi
Come effetto della norma, le pratiche decadute dall’Agenzia di riscossione passano all’ente creditore, per esempio l'Agenzia delle Entrate o l'Inps che deve porsi il problema di gestirle. La riforma apre la strada all’affidamento delle partite alle società private iscritte all’albo dei soggetti abilitati per la riscossione dei tributi locali. Sul punto resta però da chiarire la reale efficacia di enti creditori che per anni non hanno preso parte alla fase della riscossione
Responsabilità Ader
Tra le novità introdotte dal decreto in attuazione della riforma fiscale un capitolo è dedicato all’alleggerimento della responsabilità dell’Agenzia di riscossione. Secondo l’articolo 2 del decreto, l’ente è chiamato ad assicurare la salvaguardia del credito con un tempestivo tentativo di notificazione della cartella di pagamento che non può andare “oltre il nono mese successivo a quello di affidamento del carico”, a meno che tempi più ampi non siano previsti dalla legge. In secondo luogo, la responsabilità si verifica se l’ente non interrompe tempestivamente, tramite notifica, il termine di prescrizione del credito. La responsabilità contabile ha luogo solo se viene accertato il dolo o la colpa grave
Convenzioni con il Mef
Sulle modalità di recupero dei crediti, il provvedimento incentiva la sottoscrizione di convenzioni annuali con il ministero dell’Economia. La norma mira a superare il meccanismo basato sul sistematico espletamento di tutti i tentativi di recupero forzoso in favore di un'operatività più improntata al raggiungimento degli obiettivi
Accertamento esecutivo
La riforma potenzia poi lo strumento dell’accertamento esecutivo tramite l’estensione ad atti che finora erano stati esclusi. Gli avvisi includono ora anche il recupero dei crediti d’imposta e quelli relativi ai trasferimenti come l’imposta di registro, di successione o di donazione. Sul punto, tuttavia, si attendono appositi regolamenti attuativi e gli accertamenti che contengono l’intimazione ad adempiere l’obbligo di pagamento degli importi entro il termine di presentazione del ricorso si limitano ancora a imposte sui redditi, Iva e Irap
Rateizzazione pagamenti
Come stabilito dal decreto ministeriale del viceministro dell’Economia del 27 dicembre scorso, la riforma stimola la dilazione dei pagamenti con l’agente della riscossione. Per debiti di entità complessiva non superiore a 120mila euro, il contribuente può optare per una rateizzazione fino a 84 quote mensili, previa dichiarazione non documentata di trovarsi in una situazione di “sofferenza”
Rottamazione quater
Sempre sul fronte della rateizzazione e di un'atteggiamento che guarda ad una maggiore ottemperanza dei debitori, circa 250mila contribuenti sono stati riammessi alla rottamazione quater, il cui termine per aderire scadeva il 30 aprile scorso
Chi poteva aderire
- Al ripescaggio potevano prendere parte solo i contribuenti che al 31 dicembre 2024 risultavano “decaduti” dalla definizione agevolata per il mancato, insufficiente o tardivo versamento degli importi dovuti affidati all’agente di riscossione dal 1° gennaio al 30 giugno 2022
I prossimi passaggi
Entro il 30 giugno prossimo l’Agenzia delle entrate – Riscossione invierà ai contribuenti riammessi una comunicazione relativa alle somme dovute, che come previsto saranno prive di sanzioni così come di interessi di mora e aggio. Nella comunicazione saranno presenti anche i moduli di pagamento in base al piano scelto al momento della domanda
Doppia opzione di pagamento
La rottamazione quater apre alla doppia possibilità di effettuare il pagamento dell'importo dovuto in un’unica soluzione entro il 31 luglio oppure in un massimo di 10 rate mensili di pari importo previste, le prime due il 31 luglio e il 30 novembre 2025 e le successive il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre degli anni 2026 e 2027
Per approfondire: Rottamazione quater, 250mila i contribuenti riammessi. Le scadenze di pagamento previste