Niente redditometro, ma c'è un nuovo accertamento sintetico: come funziona

Economia
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Introduzione

Il decreto legislativo n.108/2024 – con le correzioni sul concordato preventivo, approvato a fine giugno e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 5 agosto 2024 – disciplina una nuova forma di accertamento sintetico. Meno impattante sui contribuenti in generale rispetto al vecchio redditometro e mirata a scovare medie e grandi evasioni. Ecco come funziona

Quello che devi sapere

Stop al redditometro, ma restano alcuni accertamenti fiscali

  • Nessuno spazio per il redditometro. Spente le polemiche su una sua eventuale reintroduzione nel sistema tributario, il decreto legislativo n.108 – è il decreto correttivo del concordato preventivo, approvato a fine giugno e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 5 agosto 2024 – ha aperto a una soluzione a metà. Meno impattante sui contribuenti in generale, ma mirata ad accertamenti fiscali specifici a scovare medie e grandi evasioni. Ecco come funziona

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Due condizioni per gli accertamenti

  • Con le nuove norme l’accertamento fiscale rimane, ma parte solamente in presenza di alcuni segnali d’allarme, seguendo di fatto le indicazioni date sul tema dalla Corte dei Conti del 2023, anche se molti analisti continuano a parlare comunque di redditometro. In ogni caso, guardando alla legge vigente, prima di procedere con l’accertamento vero e proprio – si parla di accertamento sintetico - il Fisco dovrà accertarsi di due condizioni

I requisiti

  • Si punta a circoscrivere l’ambito di applicazione soltanto a evasioni rilevanti. E quindi: la discrepanza presunta tra reddito dichiarato e reddito ricostruito tramite le spese del contribuente deve superare il 20% e lo scarto non può in ogni caso essere inferiore a 10 volte il valore dell’assegno sociale annuo (6.947,33 euro). Dovrà quindi essere di circa 70mila euro, soglia secondo molti piuttosto alta. La cifra potrà però cambiare, se la legge rimanesse in vigore nei prossimi anni, perché il valore dell’assegno sociale viene aggiornato sulla base degli indici Istat con cadenza biennale

Cosa può fare il contribuente in sede giudiziale/1

  • Al contribuente che cade sotto la lente del Fisco vengono però date diverse possibilità di provare la sua buona fede in sede giudiziale. Potrà infatti sempre dimostrare di aver sostenuto le spese sospette utilizzando redditi diversi da quello del periodo d’imposta controllato (oppure con redditi soggetti a ritenuta alla fonte, quindi esenti, o in ogni caso che non rientrano nella base imponibile)

Cosa può fare il contribuente in sede giudiziale/2

  • Il contribuente ha anche la possibilità di dimostrare che l’ammontare delle spese controllate dal Fisco è diverso da quello contestato e che negli anni precedenti al controllo ha messo da parte una quota di risparmio da poter poi utilizzare per vari investimenti o consumi. Viene anche data la facoltà di provare di aver ricevuto un finanziamento da una terza persona, come può essere il prestito di un amico, oppure una donazione

I risparmi

  • Chiaramente, limitatamente ai risparmi, diventa molto più facile per il contribuente provare le sue ragioni quando i pagamenti che ha effettuato hanno lasciato traccia e non sono quindi legati ai contanti

Il viceministro Leo: “Il redditometro non esiste più”

  • Stando alle parole del viceministro all’Economia Maurizio Leo, “il cosiddetto 'redditometro' non esiste più”. Al suo posto è però stato introdotto “il nuovo accertamento sintetico 2.0, uno strumento che andrà a contrastare i grandi evasori in maniera chirurgica”. Il sottosegretario all'Economia Federico Freni aveva comunque parlato del redditometro come di uno strumento "non più utilizzato da anni e che nessuno ha intenzione di utilizzare"

Le altre novità fiscali

  • Tra le ultime novità fiscali dell’esecutivo ci sono anche la proroga della quinta rata della rottamazione quater e la conferma, anche per il 2025, del taglio al cuneo fiscale. Per quanto riguarda la prima misura, ha accolto le indicazioni della Commissione bilancio del Senato e ha prorogato al 15 settembre 2024 il versamento dell’ultima rata della rottamazione. Per mantenere i benefici in linea di principio era necessario effettuare il versamento della quinta rata entro il 31 luglio 2024, con un margine di tolleranza fino al 5 agosto. Anche alla proroga si applica il periodo di tolleranza: il versamento verrà considerato tempestivo se effettuato entro il 20 settembre 2024

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