Case all’asta, in Italia calo del 21% nel primo semestre del 2024

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Le aste pubblicate nel primo semestre dell’anno sono state 69.733, circa 18mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. La base dell’asta media si attesta sui 127mila euro, con picchi che superano i 270mila euro in Trentino - Alto Adige. A livello macro-territoriale, la maggior parte degli avvisi si concentra nel Centro Italia (29%), mentre la regione con la più alta percentuale di pubblicazione è la Lombardia (12%).

 

Sono i dati riportati dall’Osservatorio Brick di Berry Srl (ex Cherry Srl). La maggior parte delle aste – 38%, cinque punti in più rispetto all’anno scorso – avviene in via asincrona telematica, una procedura che dura più giorni. 

Quello che devi sapere

Aste in calo del 21%

  • Continua a diminuire il numero di immobili messi all’asta in Italia. Lo dicono i dati dell’Osservatorio Brick, secondo cui dal 2022 al 2023 il calo su base annua delle aste pubblicate è stato del 19%. Il valore medio degli immobili è cresciuto del 7%, in linea con l’andamento delle quotazioni di mercato. Nel primo semestre del 2024 la riduzione è aumentata, arrivando al 21% di aste in meno rispetto al primo semestre del 2023

Per approfondire:

Decreto Salva-casa, dalle sanatorie all’edilizia libera: le novità

Circa 18mila aste in meno

  • Le aste pubblicate nel primo semestre dell’anno sono state 69.733, circa 18mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2023 per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a circa 12 miliardi di euro (rispetto ai 14 miliardi del 1° semestre 2023, -14%). L’Osservatorio Brick è realizzato da Berry Srl (ex Cherry Srl), startup fintech che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per analizzare il mercato immobiliare e delle aste in Italia, facendo riferimento al Portale delle Vendite Pubbliche. L’Osservatorio copre le categorie di immobili residenziali, commerciali e industriali 

Base d’asta che si attesta intorno ai 127mila euro

  • Rimane modesta la base dell’asta media, anche se in aumento: si attesta intorno ai 127mila euro. Le case hanno rappresentato il 53% delle pubblicazioni. Da ricordare che le basi d’asta variano tra le categorie: gli immobili industriali hanno una base media di circa 636.000 euro, gli impianti sportivi 1.200.000 euro, gli immobili commerciali 192.000 euro e quelli residenziali 127.000 euro

Trentino-Alto Adige ha il valore medio più alto

  • A livello regionale, il Trentino-Alto Adige ha il valore medio di base d’asta più alto, con circa 277.000 euro, seguito da Sardegna (276.000 euro), Toscana (240.000 euro) ed Emilia-Romagna (207.000 euro). In fondo alla classifica si trovano la Calabria (97.000 euro) e il Molise (95.000 euro)

Centro Italia

  • A livello macro-territoriale, la maggior parte degli avvisi si concentra nel Centro Italia (29%), seguito da Sud (24%), Nord-Ovest (20%), Isole (16%) e Nord-Est (11%)

Lombardia in testa, poi Sicilia

  • La regione dove avvengono più aste è la Lombardia, dove si registra il 12% degli avvisi totali (in termini assoluti sono 8.492). Al secondo posto ci sono la Sicilia, con 8.048 aste, e il Lazio con 7.716

Roma ha il maggior numero di aste

  • In termini di città, il tribunale con il maggior numero di aste è quello di Roma, dove le procedure sono oltre 3mila (3.023). È quasi il doppio delle pubblicazioni avvenute a Milano, che si ferma a 1.695

Il valore delle procedure

  • La Lombardia si assesta su un totale di 1,6 miliardi di euro (-18% sul 1° semestre 2023), seguita da Lazio (con 1,3 miliardi) e Toscana (con 1,1 miliardi). Scendendo a livello provinciale il primato va alla Città Metropolitana di Roma, che risulta prima con un valore di 1 miliardo di euro (-23% sul 1° semestre 2023), seguita a notevole distanza da Milano con 391 milioni di euro

La tipologia di asta più diffusa

  • Le aste avvengono secondo diverse modalità. La maggior parte – 38%, cinque punti in più rispetto all’anno scorso avviene in via asincrona telematica, una procedura della durata di più giorni che prevede un’offerta presentata in via telematica. Le aste telematiche possono anche avvenire in modalità sincrona, cioè con apertura simultanea delle offerte. Secondo l'Osservatorio, le vendite presso il venditore e le aste sincrone miste (telematiche e fisiche) sono calate rispettivamente del 30% e del 20%, mentre le vendite sincrone telematiche hanno visto una riduzione del 7%

Come funzionavano le aste in passato

  • La procedura classica di asta è quella chiamata senza incanto con presenza fisica. Prevede la presentazione di un’offerta in busta chiusa accompagnata da un deposito cauzionale del 10% della base d’asta. All’apertura delle buste inizia la gara a rilancio e il bene viene assegnato a chi offre di più. In caso di asta deserta viene indetta una nuova gara a prezzo più basso. Questa modalità era un tempo la più diffusa, ma si prestava a turbative. Ora è poco utilizzata, anche perché per avviare le procedure non è più necessario presentarsi in tribunale: è sufficiente essere presenti nello studio di un professionista abilitato (notai, commercialisti, avvocati), oppure connettersi via pc 

Per approfondire:

Mercato immobiliare, addio ai maxi-appartamenti: gli italiani scelgono le case piccole