Decreto Salva casa, sanatorie e più edilizia libera: cosa può cambiare con gli emendamenti

Economia
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Introduzione

Sono 458 le modifiche da esaminare nel processo di conversione in legge del decreto: tutto dovrebbe concludersi di qui a breve.

 

La maggior parte degli emendamenti è stata presentata dai partiti al governo. Si punta a snellire le procedure e rendere ancora più facili passaggi come i cambi di destinazione d'uso degli immobili, oltre ad allargare le maglie degli interventi in edilizia libera e a condere quasi sempre il recupero dei sottotetti.

Quello che devi sapere

Decreto Salva casa, gli emendamenti per la conversione in legge

  • C’è anche il decreto Salva casa, cavallo di battaglia della Lega, tra i molti provvedimenti che si punta a convertire in legge prima della pausa estiva. Il suo cammino non è stato dei più semplici. A fine giugno in commissione Ambiente alla Camera erano stati presentati 522 emendamenti, di cui la maggior parte dagli stessi partiti di governo: 105 dal Carroccio, 103 da Forza Italia, 66 da Fratelli d’Italia. Poi 58 dal MoVimento Cinque Stelle, che continua ad attaccare il testo bollandolo come un condono mascherato, 53 dal Misto e 50 dal Partito democratico. Di questi, solo 64 sono stati dichiarati inammissibili. Ne restano da esaminare quindi 458. Cosa prevedono?

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Il recupero dei sottotetti

  • Tra le modifiche al testo originario, in vigore dallo scorso 30 maggio, una di quelle che ha attirato più attenzione riguarda il recupero dei sottotetti. Un emendamento prevede che – qualora l’eventualità sia prevista dalle leggi regionali, norme di riferimento per operazioni di questo tipo – “è sempre consentito”. La formulazione è piuttosto permissiva, perché ammette il recupero, seppur nell’ambito “delle dimensioni dell’area di sedime dell’edificio esistente”, anche nei casi in cui “le dimensioni del lotto di pertinenza non consentano il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini”

Lo stato legittimo dell’immobile

  • Si interviene poi sullo stato legittimo dell’immobile, che in futuro potrebbe derivare anche da titoli edilizi legati a condoni o in sanatoria, oltre che dalla messa in regola di difformità in seguito al pagamento delle sanzioni dovute oppure da tolleranze costruttive ed esecutive. La norma fa riferimento agli edifici costruiti prima del 1977. Questo il testo completo: "Lo stato legittimo dell’immobile o dell’unità immobiliare è quello stabilito dal titolo abilitativo che ne ha previsto la costruzione o che ne ha legittimato la stessa o da quello che ha disciplinato l'ultimo intervento edilizio che ha interessato l’intero immobile o l’intera unità immobiliare, nonché dal titolo di abitabilità o agibilità ovvero dalle planimetrie catastali di primo impianto, per gli edifici costruiti in data antecedente all’entrata in vigore della legge 28 gennaio 1977, n. 10, integrati con gli eventuali titoli successivi che hanno abilitato interventi parziali, o da quello stabilito dai titoli edilizi in sanatoria, rilasciati anche a seguito di istanza di condono edilizio, o dalle tolleranze costruttive ed esecutive di cui all’articolo 34-bis, o dalle varianti in corso d’opera ai sensi dell’articolo 35-bis, o dalla regolarizzazione delle difformità che consegue al pagamento delle sanzioni pecuniarie previste ai sensi del presente Testo unico, attestato dal tecnico abilitato nella modulistica relativa a nuove istanze, comunicazioni e segnalazioni edilizie, ovvero con apposita dichiarazione asseverata allegata agli atti aventi per oggetto trasferimento o costituzione, ovvero scioglimento della comunione, di diritti reali"

Multe e Scia per regolarizzare difformità (su edifici vecchi)

  • Proprio in riferimento agli edifici costruiti prima del 1977, un emendamento prevede di regolarizzare le difformità tramite una multa (che da un minimo di 250 arriva a un massimo di 25mila euro), insieme a una Scia in sanatoria, anche senza osservare i parametri urbanistici 

Le tolleranze

  • I partiti di governo stanno cercando di ampliare le tolleranze. Si chiede ad esempio di considerare legittime quelle che arrivano al 15% nel caso di immobili adibiti ad abitazione principale, quando si sono dovuti ampliare per l’arrivo di figli in famiglia. Un’altra proposta fissa il paletto al 10% per gli immobili edificati prima del 1985 e fino al 6% per gli appartamenti che non superano i 60 metri quadrati

Più interventi in edilizia libera

  • Centro del decreto Salva casa è sempre stato quello di allargare le maglie degli interventi in edilizia libera. Ci sono emendamenti che spingono ancora di più rispetto al testo in vigore. C’è chi propone ad esempio di includere anche le pergole coperte da elementi di vetro o di altro materiale totalmente trasparente, installate su terrazze, addossate o annesse al muro perimetrale del fabbricato o ad elementi costruttivi legittimamente sussistenti e con un’altezza non superiore agli stessi. Non devono esserci però chiusure laterali e non devono fuoriuscire dalla superficie coperta dell’edificio o dell'unità immobiliare

Ma anche nuovi limiti

  • Si cerca invece di limitare la posa di vetrate panoramiche in edilizia libera andando a vietarla nel caso di porticati su cui gravano diritti di uso pubblico (o anche servitù di uso pubblico) e nel caso di quelli in spazi pubblici

Le destinazioni d'uso

  • La maggioranza è in pressing per facilitare i passaggi e le procedure per i cambi di destinazione d'uso degli immobili. Tra le opposizioni si cerca invece di limitare la trasformazione delle locazioni di durata in locazioni turistiche brevi

Un decreto per l’abitabilità e la revisione dell’altezza

  • Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge che convertirà il decreto, dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini dovrebbe arrivare un altro decreto per la revisione dell’altezza e della superficie minima degli ambienti da adibire a civile abitazione

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