Irpef e taglio cuneo fiscale, cosa cambia dopo procedura d'infrazione dell'Ue

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Il governo Meloni ha già confermato più volte che l’Irpef a tre aliquote e la decontribuzione per i redditi fino a 35mila euro saranno confermate nel 2025. Ma la procedura di infrazione appena avviata al nostro Paese da Bruxelles, per deficit eccessivo, e le nuove regole che fanno parte del Patto di stabilità riformato, rendono il percorso verso la prossima legge di Bilancio più difficile del previsto

Quello che devi sapere

Percorso difficile verso la prossima legge di Bilancio

  • Il governo Meloni ha già confermato più volte che l’Irpef a tre aliquote e la decontribuzione per i redditi fino a 35mila euro saranno confermate nel 2025. Ma la procedura di infrazione appena avviata da Bruxelles per deficit eccessivo del nostro Paese, e le nuove regole che fanno parte del Patto di stabilità riformato, rendono il percorso verso la prossima legge di Bilancio più difficile del previsto

Per approfondire:

Conti pubblici, Ue apre procedura di infrazione per l’Italia per deficit eccessivo

Aliquote Irpef

  • Nel Documento di economia e finanza, a fronte dei 4,3 miliardi di minori entrate che rappresentano il costo dell’Irpef a tre aliquote in vigore da quest’anno, si calcola che nel 2025 si possa far fronte per 3,8 miliardi attraverso il fondo per l’attuazione della delega fiscale. 
  • L’accorpamento dei primi due scaglioni con aliquota del 23%, applicata ai redditi fino a 28mila euro, con contestuale riduzione da quattro a tre aliquote, è uno dei punti qualificanti della legge delega sul Fisco. Per la conferma delle tre aliquote Irpef per il 2025 “il serbatoio già c’è, ci sarà un differenziale, ma penso che si potrà colmare anche alla luce degli interventi che si potranno fare con il concordato preventivo biennale”, ha già precisato Leo

Taglio dei contributi previdenziali

  • Intanto il ministro dell’Economia Giorgetti lavora alla misura che prevede il taglio del 7% dei contributi previdenziali per i redditi fino a 25mila euro, e del 6% per i redditi fino a 35mila euro, finanziata per un solo anno. È il “vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il Programma strutturale”, ha detto

 

Dove reperire le risorse?

  • Ma entro il 20 settembre, il governo, sulla base della “traiettoria tecnica” che sta per essere definita da Bruxelles, dovrà mettere a punto il piano pluriennale di contenimento della spesa corrente primaria e poi trasferire gli impegni programmatici nella legge di Bilancio da presentare in Parlamento a ottobre. In questa sede andranno indicate le fonti di finanziamento per confermare il taglio del cuneo contributivo anche per il prossimo anno. Il tema centrale è sempre lo stesso: dove reperire le relative risorse?

 

Stop a nuovi indebitamenti

  • In questo quadro è importante anche ricordare che la manovra del 2024 è stata finanziata per 15,7 miliardi in deficit. Era l’ultima possibilità concessa dalla sospensione del Patto di stabilità decisa a livello europeo nel 2020 per effetto della pandemia da Covid-19. Ora sono in vigore le nuove regole che precludono il ricorso a nuovo indebitamento: un vincolo che per quel che riguarda il nostro Paese è ora ulteriormente rafforzato dall’avvio della procedura di infrazione per disavanzo eccessivo

 

Le stime sulla manovra 2025 e il monito dell'Upb sul taglio del cuneo

  • Intanto arrivano anche le prime stime. La manovra 2025 parte da 20 miliardi: ce ne vorranno circa 18 per confermare nel 2025 alcuni degli interventi finanziati solo per quest'anno, ma oltre 20 se si vorranno aggiungere anche altre spese solitamente inserite nelle politiche invariate, come il rinnovo dei contratti della p.a. A fare i calcoli è stato l'Ufficio parlamentare di Bilancio, che lancia anche un monito su una delle misure che il governo dà già per certa: la proroga del taglio del cuneo. Se confermato a livello strutturale, la distorsione creata a ridosso delle soglie di reddito di 25.000 e 35.000 euro, avverte l'Upb, rischia di generare una "trappola di povertà"

I rischi legati alla procedura di infrazione

  • La presentazione del Rapporto annuale sulla politica di bilancio dell'Authority dei conti pubblici, è arrivato il 19 giugno, proprio nel giorno in cui l'Europa ha messo il nostro Paese sotto procedura per deficit eccessivo insieme alla Francia e altri 5 paesi. L'aggiustamento richiesto per l'Italia, calcola l'Upb, "è stimato in 0,5-0,6 punti di Pil all'anno" (pari a circa 10 miliardi) su un sentiero settennale. La correzione è già considerata nel Def ma il percorso di risanamento, mirato ad alleggerire un debito che resta "un fattore di vulnerabilità" per l'economia del Paese, si tradurrà anche in un limite alla "possibilità di effettuare interventi in disavanzo", avverte la presidente Lilia Cavallari

Il peso del taglio del cuneo e la linea di Giorgetti

  • Nella prossima manovra, l'Upb stima un impatto sul deficit che parte da almeno 18 miliardi, di cui 10,8 solo per il taglio del cuneo. Proprio la decontribuzione finisce sotto la lente dell'Authority, che ne evidenzia l'impatto "positivo", ma con una "distorsione" sulle aliquote marginali.
  • Il ministro dell'Economia Giorgetti, ribadendo l'approccio "responsabile" e prudente del governo e indicando la necessità interventi "selettivi", assicura che il cuneo è la prima misura che sarà confermata: è un "must", un impegno "inderogabile", e sarà fatto, assicura, senza deficit aggiuntivo. Per il resto si dovranno "ponderare" attentamente le risorse da destinare alle singole politiche, dando priorità "alla mitigazione dell'impatto di eventuali shock sui soggetti più esposti"

Per approfondire:

Procedura d’infrazione Ue, cos’è e cosa prevedono le varie fasi: cosa sapere