Taglio tassi Bce, previsioni su mutui e rendimento dei titoli di Stato: cosa cambia

Economia
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Il recente taglio dei tassi della Banca centrale europea influisce sui mutui e su altri aspetti cruciali dell'economia, come i titoli di Stato, la gestione del debito pubblico, la crescita economica e il controllo dell'inflazione. Gli economisti prevedono ulteriori riduzioni entro la fine del 2024

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La Banca centrale europea (Bce) ha recentemente effettuato un significativo taglio dei tassi di interesse, riducendo di 25 punti base il costo del denaro. Nello specifico, il tasso sui rifinanziamenti principali è sceso da 4,50% a 4,25%, quello sui depositi dal 4% al 3,75%, e quello sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50%. Questo atteso intervento, stabilito nella riunione del Consiglio direttivo del 6 giugno, segna il primo taglio dal 2019 dopo 9 rialzi consecutivi. Sebbene gli effetti sui prezzi e sui rendimenti delle obbligazioni siano stati in parte già anticipati dai mercati, l’impatto di questa decisione si estende a vari settori dell'economia: dai mutui ai titoli di Stato, e quindi alla gestione del debito pubblico, oltre al sostegno della crescita economica e al controllo dell'inflazione.

Previsioni di ulteriori tagli entro il 2024

Gli economisti prevedono che la Bce potrebbe effettuare almeno 3 tagli di 0,25% del costo del denaro entro la fine del 2024, arrivando a un taglio complessivo di 100 punti base. Si prevede quasi certamente una riduzione a dicembre, mentre l’ipotesi di ulteriori tagli entro fine estate resta incerta e dipenderà dai dati sull'inflazione. Se l’inflazione si avvicinerà all'obiettivo del 2% della Bce, ci saranno probabilmente ulteriori tagli; altrimenti, potrebbe esserci una pausa nella politica di riduzione dei tassi.

L’impatto sui mutui

Il taglio dei tassi ha un impatto diretto sulle rate dei mutui a tasso variabile e influenzerà anche i nuovi contratti a tasso fisso e variabile. Un singolo taglio di 25 punti base riduce leggermente le rate dei mutui esistenti. Per esempio, per un mutuo di 126mila euro a 25 anni, la riduzione della rata sarà di circa 18 euro. Altro discorso per una sequenza di tagli: se si arriverà a un taglio complessivo di 100 punti base miglioreranno anche le condizioni di accesso al mercato, per i nuovi contratti di mutuo, sia per la formula a tasso fisso sia per quella a tasso variabile.

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Gli effetti sui titoli di Stato

Quanto ai titoli di Stato, la riduzione dei tassi di interesse ha un duplice effetto immediato: aumenta il prezzo dei titoli già in circolazione e diminuisce  l'interesse che deve essere pagato, e quindi il rendimento, per le prossime emissioni, che diventano meno costose per lo Stato ma anche meno appetibili per chi vuole acquistare. Per l’Italia, che ha un debito pubblico pari al 140% del Pdl, la riduzione dei tassi comporta benefici a lungo termine. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio prevede un risparmio di 3 miliardi di euro se i tassi scenderanno di 100 punti base nel 2024, ma c'è il rischio di difficoltà nel collocare nuovi bond.

Benefici per la crescita economica

Ma perché il taglio dei tassi di interesse è una buona notizia per la crescita economica? La riduzione del costo del denaro stimola la domanda e favorisce la crescita del Pil. Inoltre, condizioni più vantaggiose per mutui e prestiti per le imprese incentivano il mercato immobiliare e gli investimenti, accelerando l’attività economica e i consumi, con effetti positivi anche sull'occupazione. Al contrario, come sottolineato anche dal Governatore di Bankitalia Fabio Panetta, esitazioni nell’adeguamento dei tassi di interesse al calo dell’inflazione scoraggiano le imprese dall’investire, comportando il rischio di una nuova stagnazione.

Effetto sui prezzi

Ad aprile, l'inflazione nell’Eurozona è aumentata del 2,4% rispetto all’anno precedente, un dato vicino all’obiettivo del 2% della Bce. La Banca centrale europea mira, infatti, a mantenere stabile i prezzi, facendo in modo che l’inflazione, ovvero il tasso al quale il livello generale dei prezzi di beni e servizi varia nel tempo, resti bassa, stabile e prevedibile. Le attuali condizioni economiche hanno permesso il taglio dei tassi. Tuttavia, la prudenza finora adottata, e l'entità del taglio, si devono al fatto che la diminuzione del costo del denaro può tecnicamente causare un aumento dei prezzi, un effetto che la Banca Centrale ritiene debba essere gestito con attenzione.

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