Mutui, a maggio tasso medio sceso al 3,61%. Ma i prestiti rallentano l'economia

Economia
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Introduzione

I dati sono contenuti nel rapporto mensile dell'Abi, in cui viene indicato che il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è diminuito al 5,21% rispetto al 5,30% di aprile 2024 e al 5,45% di dicembre 2023. Complessivamente - secondo l'Abi - il tasso medio sul totale dei prestiti, compresi quelli quindi sottoscritti negli anni, è stabile al 4,81%.

 

I prestiti sono stati in calo nel mese di maggio, a causa del rallentamento della crescita economica.

Quello che devi sapere

Scende il tasso medio dei mutui

  • Buone notizie dal mondo dei mutui. Il tasso medio sui mutui di nuova emissione per l'acquisto di abitazioni è sceso al 3,61% a maggio, rispetto al 3,67% registrato in aprile e al 4,42% dello scorso dicembre. Lo si legge nel rapporto mensile dell'Abi, in cui viene indicato che il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è diminuito al 5,21% rispetto al 5,30% di aprile 2024 e al 5,45% di dicembre 2023. Complessivamente - secondo l'Abi - il tasso medio sul totale dei prestiti, compresi quelli quindi sottoscritti negli anni, èstabile al 4,81%.

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Nuovi depositi a durata prestabilita

  • Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita come i certificati di deposito e i depositi vincolati è sceso in maggio al 3,51%. In aprile era al 3,59%, superiore al 3,49% registrato nell'Eurozona. Rispetto al giugno del 2022, ultimo mese prima dei rialzi dei tassi della Bce, quando il tasso era dello 0,29%, l'incremento è stato di 322 punti base

Rendimento nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso

  • In aumento di 221 punti base rispetto al giugno del 2022 il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso. In maggio è stato pari al 3,52%, contro l'1,31% registrato lo scorso giugno. Invariato rispetto ad aprile il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), pari all'1,04%, contro lo 0,32% registrato 11 mesi prima. Considerando i soli conti correnti invece, che - precisa l'Abi - consentono di utilizzare "una moltitudine di servizi" e "non hanno una funzione di  investimento", il rendimento è rimasto invariato allo 0,57%.

La decisione della Bce

I tassi di mercato hanno anticipato a inizio giugno la decisione della Bce di ridurre il costo del denaro di 25 punti base annunciata lo scorso 6 giugno. Nei primi 13 giorni di giugno, il tasso sui Bot a 6 mesi è stato in media del 3,61%, contro il 3,64% di maggio, in calo di 45 centesimi rispetto al valore massimo registrato lo scorso ottobre. Allo stesso modo il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 3,75%, contro il 3,81% di maggio e in diminuzione di 25 centesimi rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.

Il tasso sui Btp

  • È aumentato, invece, il tasso sui Btp, legato alle dinamiche del mercato e allo spread, con un valore medio del 3,93% contro il 3,85% di maggio, ma è comunque diminuito di 106 punti rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023. Quanto al tasso Irs a 10 anni (interest rate swap, ndr), usato per i mutui a tasso fisso, è stato in media del 2,80%, contro il 2,82% di maggio e in diminuzione di 69 punti rispetto al valore massimo registrato sempre in ottobre

I prestiti

  • I prestiti sono stati in calo nel mese di maggio, a causa del rallentamento della crescita economica, che - spiega l'Abi - "contribuisce a deprimere la domanda di prestiti". Il totale degli impieghi è sceso del 2,8% a 1.645,9 miliardi, di cui 1.410 (-2,2%) nel settore privato e 1.276,5 (-2,3%) a famiglie e imprese. In crescita "fisiologica", secondo il vicedirettore vicario dell'Abi Gianfranco Torriero, i crediti deteriorati, aumentati di 500 milioni a 31 miliardi in aprile contro i 30,5 miliardi dello scorso dicembre

Crediti deteriorati

  • Torriero sottolinea come "rispetto al loro livello massimo di 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, i crediti deteriorati sono in calo di quasi 166 miliardi". A suo dire "rappresentano l'1,45% dei crediti totali, in lieve incremento rispetto all'1,41% di dicembre e all'1,42% di settembre", mentre nel 2015 erano al 9,8%. "Sicuramente - dice Torriero - ci sono segnali, ma non c'è un elemento di particolare attenzione, anche se bisogna creare le condizioni per un rilancio dell'economia che passa anche attraverso una riduzione dei tassi d'interesse". Pesa poi anche il contesto geopolitico "particolarmente complesso"

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