Comuni italiani a rischio default, quali e quanti sono in dissesto finanziario
EconomiaIntroduzione
Da una ricerca della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, sono 470 le amministrazioni in crisi, in particolare nel Mezzogiorno: tra i grandi centri spiccano Napoli e Catania. Gli enti faticano in particolare nella capacità di riscossione, necessaria per assicurare la sostenibilità delle spese. Il presidente dell'Ordine dei commercialisti Elbano de Nuccio: "Rafforzare i controlli nei Comuni sotto i 15mila abitanti"
Quello che devi sapere
I Comuni italiani in difficoltà
- I Comuni italiani sono sempre più in affanno a far quadrare i conti. Una ricerca realizzata dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti calcola che 470 amministrazioni dichiarano problemi di tenuta finanziaria, in particolare nei piccoli centri e al Sud. Ecco quali sono le ragioni principali.
Per approfondire:
Tagli alla spesa, più sacrifici per i Comuni che hanno più fondi Pnrr
In sofferenza i piccoli Comuni
- Secondo l'indagine, la crisi investe soprattutto i piccoli centri: circa il 45% delle 213 municipalità in dissesto finanziario ha meno di 5mila abitanti. La restante metà è rappresentata dai Comuni fino a 100mila abitanti. Mentre l'unico capoluogo di provincia in difficoltà conclamata è Catania
I Comuni in pre-dissesto
L'analisi evidenzia come siano 257 i Comuni in condizione di pre-dissesto. Anche in questo caso oltre la metà delle amministrazioni ha una popolazione inferiore ai 5mila abitanti e si concentra in particolare al Sud. Il pre-dissesto coinvolge il 46% degli centri urbani tra 5mila e 100mila abitanti mentre sono 12 i capoluoghi di provincia che dichiarano criticità finanziarie: Alessandria, Andria, Avellino, Brindisi, Imperia, Lecce, Messina, Napoli, Palermo, Pescara, Potenza e Rieti
L'incapacità di incassare
- In primo luogo a pesare sul quadro finanziario dell'ente comunale è l'incapacità di riscossione. Per i ricercatori questo handicap mina le risorse necessarie ad assicurare la "sostenibilità di spesa senza generare disavanzi"
In Sicilia 1/3 dei Comuni in crisi
- Una elaborazione del 2022 mostra un nesso diretto tra la capacità di incassare e l'incidenza dei dissesti: minore è la quota di recupero delle risorse e maggiore è il rischio di subire criticità finanziarie. I picchi più alti si registrano al Sud: in testa la Sicilia (32%), poi la Calabria (24%) e la Campania (22%)
In dissesto da oltre 10 anni
- Tra il 2012 e il 2024 la condizione di dissesto con durata oltre i 10 anni ha interessato 5 enti, un arco temporale superiore al massimo previsto dalla legge. Negli ultimi 6 anni si è verificato un incremento nei casi di casse comunali vuote, con una pausa nel biennio Covid 2020-21 per via dell'afflusso straordinario di entrate. Nel 2023 il trend si è nuovamente invertito con 39 Comuni che riportano difficoltà a far quadrare i conti
Le procedure al Nord
- Il rischio default risulta meno evidente nei Comuni del Nord Italia: le amministrazioni in pre-dissesto, pari al 12% del dato nazionale, si concentrano su una popolazione inferiore ai 5mila abitanti
La strategia d'uscita
- Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, occorre alzare la guardia sulle amministrazioni comunali in difficoltà finanziarie. "La normativa attuale è inadeguata. Con il disegno di legge sulla revisione delle leggi sull’ordinamento degli enti locali vanno rafforzati i controlli nei Comuni sotto i 15mila abitanti e gli strumenti per l’emersione tempestiva delle situazioni di squilibrio", afferma de Nuccio
I tagli alla spesa dei Comuni
- L'ultima Manovra ha previsto una "cura dimagrante" per Comuni, Province e Città Metropolitane con tagli alla spesa dal 2024 fino al 2028: 250 milioni di euro l’anno per un totale di 1,25 miliardi. Ad essere maggiormente penalizzati dai tagli del ministero dell'Economia saranno gli enti che hanno ottenuto più fondi dal Pnrr
La protesta dei sindaci
- Una metà della sforbiciata riguarda la spesa corrente mentre l'altra metà verrrà calcolata in proporzione a fondi percepiti dal piano di ripresa europeo. Protestano i sindaci in particolare dei Comuni piccoli e del Sud, destinatari del 40% delle risorse. Per i primi cittadini la scure rischia di compromettere una serie di servizi sociali dagli asili nido ai bonus per le famiglie
Portofino Comune più ricco d'Italia
- Se per quasi 500 amministrazioni da Nord a Sud il bilancio mostra segni di affanno, per altri il benessere è assicurato. Secondo dati recenti del Ministero dell'Economia, il Comune di Portofino (Genova) detiene un record assoluto: 300 abitanti e un reddito di oltre 90mila euro pro capite. Come evidenzia l'analisi delle dichiarazioni Irpef e Iva del Mef, nel 2023 il secondo Comune più ricco d'Italia è Lajatico (Pisa) con 52.955 euro, davanti a Basiglio (Milano) terzo con 49.523 euro. Nella "top ten" anche Milano, prima tra le grandi città, con un reddito medio di 35.282,48 euro.
Per approfondire:
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