Tagli alla spesa, più sacrifici per i Comuni che hanno più fondi Pnrr

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Maggiori risparmi per gli enti locali che ricevono più soldi del piano europeo anti-crisi. E' l'ipotesi allo studio del governo per il piano da 1,25 miliardi in cinque anni deciso con l'ultima manovra. Protestano i sindaci: a rischio i servizi

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Che i sindaci dovessero tirare la cinghia era noto da tempo. La cura dimagrante per Comuni, Province e Città metropolitane era stata prevista con l’ultima manovra: 250 milioni l’anno dal 2024 al 2028; in totale 1,25 miliardi. Quello che non si sapeva era come sarebbe calata la scure.

Il metodo per ridurre la spesa

A pensarci è stato il ministero dell’Economia, con un provvedimento che penalizzerebbe in misura maggiore chi prende più soldi del Pnrr. In estrema sintesi: chi più ha avuto, più dovrà dare. Il criterio disegnato, ma non definitivo, per il programma di risparmi a carico degli enti locali stabilisce, infatti, che metà della sforbiciata riguardi la spesa corrente (cioè l’attività ordinaria) e l’altra metà sia calcolata in proporzione ai fondi europei assegnati col piano comunitario per la ripresa.

La protesta dei sindaci

Da un lato c’è l’esigenza di far quadrare i conti pubblici nazionali, dall’altro la spinta dei municipi a cambiare metodo, perché – sostengono - si colpirebbe chi è più attivo nell’utilizzare i fondi, i Comuni più piccoli (che hanno meno risorse in cassa e confidano di più su Bruxelles) e quelli del Sud, dove è destinato il 40 per cento dei quattrini europei.

Cosa si rischia coi tagli

Chiedere sacrifici in questo modo, inoltre, potrebbe mettere a rischio una serie di servizi sociali (dagli asili ai bonus per le famiglie in difficoltà), perché se è vero che queste voci sulla carta sono escluse dai risparmi è anche vero che se un Comune andrà in difficoltà da qualche parte dovrà pur tagliare.

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