Caso Ucraina sul gas, Kiev dà ok all’acquisto dagli Usa, ma non vieta transito a Gazprom

Economia
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Introduzione

Kiev ha firmato un accordo con la società statunitense Venture Global per l'importazione di gas naturale liquefatto (Gnl) dalla Louisiana fino al 2026. Al contempo sta collaborando per consentire al colosso russo dell'energia di passare nel suo territorio anche dopo la scadenza del contratto. Sullo sfondo la battaglia tra Washington e Mosca per il dominio nel mercato europeo del gas. Ecco le novità

Quello che devi sapere

Gnl, accordo Ucraina-Usa

  • Nei giorni dello storico accordo bilaterale sulla sicurezza siglato tra Biden e Zelensky al G7 in Italia, Ucraina e Stati Uniti si sono avvicinati anche dal punto di vista energetico. Kiev si è impegnata ad acquistare gas natuale liquefatto (Gnl) dall'impianto Plaquemines in Louisiana fino al 2026. Eppure, paradossalmente, i rubinetti con Mosca non appaiono del tutto chiusi

 

Per approfondire:

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Gnl, accordo Ucraina-Usa

Cos'è il Gas naturale liquefatto

  • Il gas naturale liquefatto viene raffreddato a una temperatura di -162 gradi, un processo che consente la riduzione di volume di oltre 600 volte, facilitando il trasporto e lo stoccaggio. Il Gnl viene portato principalmente attraverso le metaniere, speciali navi cisterne, ma può passare anche attraverso gasdotti e autocisterne criogene. Una volta raggiunta la destinazione, il Gnl subisce il processo di rigassificazione, il passaggio dallo stato liquido a quello gassoso, propedeutico per essere poi distribuito e utilizzato

Come funziona l'accordo

  • Ad importare il Gnl a stelle e strisce sarà l'azienda ucraina Dtkek che ha siglato l'accordo con Venture Global. I primi carichi arriveranno dalla Louisiana a fine anno ma sono previste forniture nel lungo periodo sul ritmo di 2 milioni di tonnellate l'anno. Il fabbisogno di gas potrebbe aprire la strada all'esportazione di Gnl americano dall'Ucraina verso altri Paesi dell’Europa centro-orientale, più dipendenti dal gas russo: Ungheria, Bulgaria, Romania, Grecia, Macedonia del Nord, Serbia e Bosnia

Sanzioni Usa contro l'export russo

  • Nelle stesse ora gli Usa hanno imposto nuove sanzioni che colpiscono lo sviluppo delle esportazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia. Le misure hanno già neutralizzato Arctic LNG 2, con il nuovissimo terminal di Novatek che stenta a decollare

La battaglia sul gas europeo

  • Sin dallo scoppio del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022, tra Washington e Mosca si sono aperte le ostilità commerciali per il predominio sul mercato europeo del gas. Una battaglia dall'esito tutt'altro che scontato: nonostante le sanzioni la Russia, come evidenziano i dati dell'Indipendent Commidity Intelligence Service (Icis), ha superato gli Usa lo scorso maggio nella quota di mercato: 15% contro il 14% degli americani tra forniture via gasdotto e Gnl

La posizione mediana di Kiev

  • A dispetto delle ostilità, sul fronte del gas Kiev ha assunto una posizione più dialogante verso la Russia. Sul tavolo c'è una formula per consentire alle forniture di Gazprom, il colosso russo dell'energia, di transitare sul proprio territorio anche oltre l'attuale contratto, in scadenza a fine anno. Secondo Il Sole 24 Ore, nel 2023 le tariffe di transito hanno fruttato nelle casse dell'Ucraina in guerra oltre 800 milioni di dollari, pari allo 0.8% del Pil

Gas russo a secco in Nord Europa

  • Il gas di Mosca rischia di non avere più sbocchi nel Nord Europa dopo che la Polonia ha bloccato il rinnovo degli accordi di transito. Da ottobre 2022 inoltre il gasdotto Nord Stream sul mar Baltico risulta inattivo a seguito di un sabotaggio di cui non sono ancora chiare le responsabilità. L'unica a funzionare è proprio la rotta ucraina dove Gazprom esporta verso il Vecchio Continente ancora 42 milioni di metri cubi al giorno

La posizione di Kiev

  • Di conseguenza a spingere verso la creazione di una "rete di salvaguardia" per il transito del gas russo sono le aziende energetiche e le istituzioni ucraine. Secondo il primo ministro Denis Shmygal un accordo è possibile a patto che a farsene carico siano gli acquirenti come "un gruppo di Paesi europei interessati, un’associazione o un consorzio". Del resto la stessa Unione Europea ha fissato per il 2027 l'obiettivo per l'emancipazione dalle forniture di Gazprom

Gazprom gravamente danneggiato

  • Secondo il Financial Times il colosso energetico russo Gazprom è stato "gravemente colpito" dalle conseguenze della guerra avviata dalla Russia contro l'Ucraina. Citando un rapporto di fine 2023, il quotidiano afferma che il gigante russo rischia di non recuperare i ricavi provenienti dal settore per oltre un decennio. Secondo le stime presentate, le esportazioni dell'azienda verso l'Europa raggiungeranno una media di 50-75 miliardi di metri cubi all'anno entro il 2035, appena un terzo dei livelli prebellici

Il piano B sul gas russo

  • Oltre all'Ucraina altri Paesi si stanno attivando per continuare a ricevere, anche indirettamente, le forniture di gas russo. In Slovacchia il premier Robert Fico aveva imbastito un accordo con l'Azerbaijian pochi giorni prima di subire un attentato, il 16 maggio scorso. Secondo il meccanismo dello swap il Paese potrebbe prestarsi a ricevere gas dalla Russia per inviarne volumi equivalenti in Europa

La proposta della Germania

  • A spingere per garantire i transiti in Ucraina è anche la Germania, alla ricerca con il ministro dell'Economia Robert Habeck di una quadratura del cerchio che assicuri forniture di gas all'Europa sud orientale senza rimpinguare le casse del Cremlino. Secondo Aura Sabadus, analista Icis, una soluzione potrebbe arrivare dalla società tedesca Uniper che potrebbe farsi risarcire "in natura" (ovvero gas) da Gazprom per i 13 miliardi di danni riconosciuti dalla Corte arbitrale di Stoccolma. Una fornitura non diretta ma attraverso le filiali in Ucraina o in Turchia, da rivendere poi nel resto d'Europa

 

Per approfondire:

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