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Buoni pasto, per un lavoratore su due non coprono l'intero costo del pranzo: i dati

Economia
©Ansa

Oggi il valore medio del ticket è di 6,75 euro e viene rilasciato a fronte dello svolgimento della giornata lavorativa (in molte aziende anche se effettuata in smart working)

 

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Nel nostro Paese, il lavoratori - che a fine 2023 - hanno utilizzato il buono pasto per la loro pausa pranzo sono 3,5 milioni di questi il 20% lavora nel pubblico impiego (pari a 700mila persone). Offerti da più di 150mila imprese ai propri collaboratori i buoni pasto vengono accettati da oltre 170mila esercizi convenzionati. I percettori tipo sono quelli che lavorano nel privato, in particolare nell’industria.

Ne ususfruiscono di più gli uomini

Secondo un’indagine realizzata da Altis-Università Cattolica per Anseb (l’Associazione nazionale delle società emettitrici di buoni pasto, che rappresenta l’85% del mercato nazionale) e condotta tra 15.957 percettori e 2.379 esercenti, il 61% dei fruitori di buono pasto sono uomini, per il 75% over 35, il 46% è in possesso di diploma (seguono con il 33% i laureati, il 14% al massimo possiede la licenza media e il 7% la qualifica professionale), il 53% lavora al Nord (seguito da Sud con il 26% e Centro con il 21%). Oggi il valore medio del buono pasto è di 6,75 euro, e il ticket viene rilasciato al lavoratore a fronte dello svolgimento della giornata lavorativa (in molte aziende anche se effettuata in smart working).

Contribuisce alla tenuta del potere d'acquisto

L’89% del campione dichiara di usare il buono pasto per fare la spesa al supermercato, ma anche nei negozi di generi alimentari (22%) al bar o tavola calda (19%), ristoranti e osterie (16%). In anni di salari compressi dall’inflazione il buono pasto contribuisce alla tenuta del potere d’acquisto delle retribuzioni. In quasi la metà dei casi il buono pasto copre il 50-80% dei costi del pasto (48% dei casi), nel 25% dei casi buona parte (almeno 80%), nel 18% meno della metà del costo, solo nel 9% copre l’intero costo. La rete commerciale che accetta i buoni pasto registra un incremento della quota di clienti che, utilizzando i buoni, ha bisogno di integrare con denaro contante. Il 16% dei clienti paga la pausa pranzo nella ristorazione con almeno un buono pasto, percentuale che si alza al 19% nei punti vendita alimentari.

 

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La detassazione

Il buono pasto segue l’articolo 51 comma 2 lettera c) del Tuir e non concorre a formare il reddito di lavoro imponibile in capo al dipendente fino all’importo complessivo giornaliero di 8 euro (buono pasto digitale) o di 4 euro (buono pasto cartaceo); l’eventuale eccedenza rispetto a tale soglia viene computata ai fini della determinazione della base imponibile.  

 

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