Nuovo contratto metalmeccanici, no di Federmeccanica alla richiesta di aumento di 280 euro
EconomiaIl “Patto della fabbrica” del 2018 firmato da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, prevede che l’aumento contrattuale sui minimi sia agganciato all’inflazione, sulla base di un indicatore ben preciso: l’Ipca-Nei
Federmeccanica e Assistal avevano fatto la prima mossa nella partita del rinnovo del contratto: “Nell’ipotesi di piattaforma emergono evidenti deviazioni rispetto alle regole confederali e del contratto collettivo di categoria, che confidiamo vengano rimosse con lo scioglimento della riserva”. Poche righe datate 8 aprile per rispondere con un no alla piattaforma da 280 euro di Fim, Fiom e Uilm. Ieri il sindacato ha sciolto la riserva. Senza modificare nulla. E la negoziazione si prevede lunga. Il “Patto della fabbrica” del 2018 firmato da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, prevede che l’aumento contrattuale sui minimi sia agganciato all’inflazione, sulla base di un indicatore ben preciso: l’Ipca-Nei. I 280 euro richiesti dai metalmeccanici, secondo le imprese, andrebbero decisamente oltre la soglia prevista dall’indicatore. (Le previsioni Istat parlano di 2,9, 2 e 2% nel 2024, ‘25 e ‘26, traducibili in circa 140 euro).
Si prevede una lunga negoziazione
In Federmeccanica sono determinati: “Tre saranno i nostri principi cardine in sede di confronto: il rispetto delle regole vigenti; la distribuzione della ricchezza dove viene prodotta e dopo che è stata prodotta; la convergenza tra sostenibilità e competitività”. Con l’ultimo contratto i metalmeccanici metteranno in tasca circa 300 euro, di cui 130 si stima nella tranche di giugno. Il consenso alla piattaforma registrato nelle assemblee tra i lavoratori è risultato larghissimo. I sindacati, a questo punto, aspettano che venga definita una convocazione dove poter spiegare i motivi e l’esattezza della loro richiesta economica e dove mostreranno il piano per rendere le imprese del settore ancora più competitive.