Inflazione, i prezzi si raffreddano ma il conto resta salato
EconomiaIl peso di anni di rincari continua a colpire i bilanci delle famiglie e gli stipendi. Segnali incoraggianti arrivano per i mutui per la casa, con lievi discese dei costi perché si scommette su taglio dei tassi a giugno
I prezzi mordono meno. L’inflazione è scesa dai picchi registrati nell’autunno di due anni fa ma continua a pesare sul portafoglio degli italiani. Perché se è vero che nel nostro Paese adesso il carovita si attesta all’0,8 per cento è anche vero che dal 2021 è cresciuto di quasi 17 punti.
Quanto abbiamo perso
Un balzo che riguarda tutto il Vecchio Continente e le altre maggiori economie dell’Area Euro. E’ come, per fare un esempio, se si fossero persi i soldi che abbiamo in tasca: con la stessa cifra che avevamo tre anni fa possiamo comprare meno cose e uno stipendio di 1500 euro al mese vale oggi quasi 240 euro in meno rispetto al 2021.
Il carovita dovrebbe ridursi ancora
Quali le prospettive per i prossimi mesi? Bruxelles ci dice che a febbraio l’inflazione nell’Eurozona si è attestata al 2,6 per cento e la Banca Centrale Europea stima che a fine anno in media sarà al 2,3.
Taglio dei tassi in arrivo
Quota vicina al grado di inflazione considerato ottimale (il 2 per cento) che potrebbe spingere l’Istituto centrale a una prima sforbiciata dei tassi a giugno, ora al 4 e mezzo per cento.
Stipendi cresciuti meno dell'inflazione
La prudenza è dettata da una serie di motivi: dalle tensioni internazionali che potrebbero riaccendere i prezzi dell’energia all’aumento dei salari. Questi ultimi in Italia sono cresciuti molto meno dell'inflazione: l’anno scorso il rialzo è stato di circa la metà di quello del carovita. E bisogna ricordare che un nostro dipendente privato prende 10mila euro all'anno in meno del suo collega tedesco o francese.
Mutui per la casa, costi in lieve calo
In questo quadro una buona notizia riguarda chi ha intenzione di accendere un mutuo per la casa o ne sta pagando uno a tasso variabile. Il costo di questi prestiti, schizzato negli ultimi anni, a febbraio è sceso – in media - sotto il 4 per cento, un segnale che il ritocco al ribasso del costo del denaro da parte della Bce si sta avvicinando.