Scuola, aumento stipendio presidi da 240 euro: come cambia la busta paga
Raggiunto l'accordo tra l’Aran e tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali rappresentative. Le novità riguardano circa 6.500 unità di personale tra dirigenti della Scuola, dell’Università, dell’Afam e della Ricerca: ecco tutti i dettagli
- Novità per i presidi scolastici. È stata firmata all’Aran da tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali rappresentative l’Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area dirigenziale Istruzione e ricerca relativa al triennio 2019-2021
- Il rinnovo riguarda circa 6.500 unità di personale tra dirigenti della Scuola, dell’Università, dell’Afam, della Ricerca
- Il contratto appena firmato, contiene numerose innovazioni e riconosce aumenti medi del 3,78%, pari a 240 euro, di cui 195 sulla retribuzione fissa (i restanti 45 euro sono legati alla parte variabile e andranno contratti)
- L’ipotesi di contratto prevede un aumento mensile dall’1 gennaio del 2019 di 84 euro, rideterminato dall’1 gennaio del 2020 in 130 euro e dall’1 gennaio del 2021 in 135 euro. Il nuovo valore a regime annuo lordo, per 13 mensilità dello stipendio tabellare, è rideterminato da 45.260,73 in 47.015,73 euro
- Dal ministero dell’Istruzione e del Merito è stato piegato che il valore della retribuzione di posizione - parte fissa, con relativi oneri a carico del Fun - è incrementato a decorrere dall’1 gennaio del 2021 di 60 euro mensili lordi per 13 mensilità e, dunque, è rideterminato in 13.345,11 euro
- "Con questo contratto – ha detto il ministro Giuseppe Valditara – vogliamo dare un ulteriore segnale di attenzione nei confronti dei dirigenti scolastici, che con il loro impegno quotidiano rappresentano un pilastro fondamentale del mondo della scuola. La loro valorizzazione passa dal miglioramento delle condizioni lavorative e anche dall’aspetto economico"
- Tra le novità normative c’è anche la mediazione raggiunta con il ministero dell’Istruzione e del merito e i sindacati rispetto alla rivisitazione della mobilità interregionale per i dirigenti scolastici, a cui è riconosciuta la possibilità di passare, nel limite del 60% dei posti disponibili annualmente, nella regione in cui si fa richiesta e tenuto conto dei posti regionali già messi a concorso dall’amministrazione
- Ci sarà poi l’introduzione della figura del “mentor”: un dirigente o professionista esperto che viene chiamato, su base volontaria, ad affiancare il personale neoassunto
- Per i presidi, l’attività di mentoring varrà per i dirigenti nei primi due anni di incarico e sarà svolta dai colleghi con almeno dieci anni di anzianità, su base volontaria
- Spazio anche alla normazione del lavoro agile, a una maggiore gradualità delle sanzioni disciplinari e all’eliminazione della ipotesi di licenziamento agganciata alla mera recidiva per le infrazioni più lievi e alla privazione di qualsiasi effetto delle sanzioni disciplinari dopo il decorso del biennio, alla stregua della riabilitazione prevista per altri profili professionali