Sicurezza sul lavoro, i soldi ci sono ma non si possono usare

Economia
Simone Spina

Simone Spina

L'Inail negli anni ha accumulato più di 40 miliardi. Un "tesoro" depositato nelle casse dello Stato. Denari che non si possono toccare perché costituiscono riserve per far fronte a imprevisti come i risarcimenti. Ma per lo stesso Istituto pubblico assicurativo i quattrini accantonati sono troppi e così facendo si sottraggono risorse alla prevenzioni degli infortuni

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Più soldi per la prevenzione, più soldi per evitare nuove tragedie come quella di Firenze. A ogni strage sul lavoro si riaccendano gli appelli per aumentare i controlli e le misure di sicurezza. Una questione di risorse? Anche. E il paradosso è che i quattrini in cassa ci sono.

Più entrate che uscite

Parliamo dei 40,7 miliardi di euro custoditi nei forzieri della Banca d’Italia, una montagna di denari di cui è titolare l’Inail, l’istituto pubblico che gestisce le assicurazioni contro gli infortuni e che è finanziato dai contributi versati dalle imprese. Un tesoro frutto dell’avanzo di cassa, cioè più entrate che uscite, immobilizzato nei caveau, che non dà alcun rendimento e che non si può toccare. Solo nell’ultimo anno parliamo di più di due miliardi.

Riserve troppo piene

E’ vero che come una qualsiasi compagnia assicurativa, una riserva è necessaria per poter far fronte a uscite impreviste. Ma secondo la stessa Inail la cifra accumulata nei forzieri, più che decuplicata negli ultimi vent’anni, è eccessiva, tanto da determinare – si legge negli ultimi documenti dell’Istituto – “un danno all’investimento per prevenzione”.

Vincoli burocratici

In pratica, i soldi accantonati per far fronte a eventuali pagamenti futuri sarebbero troppi. Il motivo principale è burocratico: ci sono vincoli normativi stringenti, per cui l’Inail non può, senza il via libera di governo e Parlamento, utilizzare queste risorse come vuole.

Mancano gli ispettori del lavoro

Qualcosa di recente si è mossa e a dicembre, dopo la strage ferroviaria di Brandizzo, si è deciso di alzare a 1,5 miliardi le risorse per il 2024 per la sicurezza, attingendo per la prima volta dal tesoro in cassaforte. Ancora poco, rispetto alla mole di denari che si potrebbero utilizzare, considerata anche la penuria di ispettori del lavoro: 2.600 in meno rispetto a quelli previsti. 

 

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