Davos 2024, Zelensky al World Economic Forum: "Putin incarna la guerra e non cambierà"

Si è conclusa la prima giornata di lavori della 54esima edizione dell’incontro. Tanti i temi: dal clima alle guerre in corso. Diversi gli interventi: dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen al leader ucraino Volodymyr Zelensky, dal premier cinese Li Qiang all’ex segretario di Stato Usa John Kerry e all’attuale Antony Blinken, fino al premier giordano Bisher Hani Al Khasawneh. In chiusura una cena dei leader sui temi LGBTQI+
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Il World Economic Forum di Davos è entrato nel vivo. Dopo la giornata di ieri dedicata all’accoglienza degli ospiti, si è conclusa la prima giornata di lavori dell’edizione numero 54. Diversi i temi - dalla crisi climatica (che secondo un report potrebbe causare oltre 14 milioni di morti entro il 2050) alle guerre in corso - e tanti gli interventi: dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen al leader ucraino Volodymyr Zelensky, dal premier cinese Li Qiang all’ex segretario di Stato Usa John Kerry e all’attuale Antony Blinken, fino al premier giordano Bisher Hani Al Khasawneh. In serata una cena dei leader sui temi LGBTQI+. Nel suo discorso, von der Leyen ha assicurato che l’Ue “può guidare la risposta globale alle sfide”, ha annunciato che l’Unione investirà sull’intelligenza artificiale e ha ribadito: “L'Ucraina può vincere questa guerra, ha bisogno di finanziamenti”. Poi l'intervento di Zelensky secondo cui Putin incarna la guerra, è lui la sola ragione perché certe guerre e conflitti persistono e tutti i tentativi di riportare la pace sono falliti, e lui non cambierà". "Dobbiamo ottenere una superiorità aerea per l'Ucraina come abbiamo ottenuto quella nel Mar Nero", ha aggiunto il presidente ucraino, sottolienando che la pace si potrà avvicinare solo "assicurando che le sanzioni funzionino al 100%". Gli Usa "sono impegnati per la de-escalation in Medio Oriente", ha assicurato il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan.
Gli approfondimenti:
- Davos 2024: programma, temi e ospiti
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Davos 2024, gli ospiti della seconda giornata
Domani, 17 gennaio, interverrano al World Economic Forum, tra gli altri, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, il premier olandese Mark Rutte e quello spagnolo Pedro Sanchez, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e il neoeletto presidente dell'Argentina, Javier Milei. IL PROGRAMMA COMPLETO
Usa-Cina, Sullivan: "Bene la ripresa delle comunicazioni militari"
"Gli Stati Uniti competono con la Cina in molteplici dimensioni ma non vogliamo uno scontro o un conflitto, vogliamo gestire la competizione in modo responsabile intensificare la diplomazia per ridurre il rischio di errori di valutazione", ha detto Jake Sullivan, intervenendo a Davos, sottolineando come l'incontro dello scorso novembre in California tra Joe Biden e Xi Jinping abbia avuto degli effetti positivi sul fronte della lotta alla droga, con Pechino che ha fatto "passi affermativi" per bloccare il flusso degli agenti chimici usati per produrre il fentanyl.
Ma il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca ha sottolineato soprattutto l'importanza della decisione "di riprendere le comunicazioni militari e abbiamo già fatti passi in questa direzione con i due capi di Stato Maggiore che si sono parlati dalla prima volta in molto tempo: e questo è un bene per le nostre relazioni e per la stabilità regionale e globale, riduce i rischi di non voluti conflitti".
Zelensky a Davos: "Occidente faccia di più, Putin predatore". VIDEO

Il taglio dei tassi nei corridoi di Davos
Parlare di un taglio dei tassi non è più un tabù nemmeno tra i banchieri centrali che si aggirano al World economic forum di Davos, inseguiti dalle domande sulle prossime mosse della Bce. Il governatore della banca centrale francese Francois Villeroy de Galhau, ad esempio, assicura che i tassi hanno raggiunto il picco. "Non dovrebbero essere" più alti del livello attuale, e "la prossima mossa sarà un taglio, probabilmente quest'anno", ha detto parlando in un panel dedicato ai tassi d'interesse. Ma il mantra resta la prudenza: "È troppo presto per dichiarare vittoria, il lavoro non è terminato anche se la nostra manovra di stretta ha avuto più successo di quanto avevamo previsto un anno fa qui a Davos", ha spiegato. Anche il governatore della Banca centrale portoghese, Mario Centeno, vede l'inizio di una nuova era, convinto che la Bce non dovrebbe tirare troppo la corda mettendo a rischio la ripresa che già sarà debole quest'anno. Ma le prospettive sul rientro dei tassi restano appese alla nota frattura tra falchi e colombe. Il governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, lasciando Davos ha avvertito che i mercati resteranno molto delusi dalle prossime mosse, perché "non è immaginabile" che il consiglio direttivo, previsto la prossima settimana, inizi a parlare di un allentamento della politica monetaria.
Il ministro Giorgetti atteso a Davos
Delle situazione economica italiana e delle prospettive per l'Europa parlerà a lungo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, atteso a Davos nelle prossime ore. Il ministro ha due impegni ufficiali segnati in agenda. Il primo è la cena di apertura organizzata dal padrone di casa, il presidente del World economic forum Klaus Schwab. Il secondo è il dialogo informale e a porte chiuse sul futuro dell'Europa, a cui parteciperanno, tra gli altri, il premier belga Alexander De Croo, quello croato Alexander Plenkovic, la direttrice generale del Fmi, Kristalina Georgieva, e il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Come per tutti, oltre all'agenda ufficiale c'è poi quella informale, con numerosi incontri riservati, già programmati, che si svolgeranno a margine delle sessioni principali. Il ministro lascerà Davos giovedì in tarda mattinata.
Sullivan: "Restrizioni chip per Cina non sono blocco tecnologico"
Le restrizioni Usa sui chip avanzati alla Cina non sono un "blocco tecnologico", ha detto poi Sullivan intervenendo a Davos, precisando che le misure americane mirano a salvaguardare la sicurezza e non ad interrompere il commercio. "Voglio essere chiaro, queste misure ad hoc non sono un blocco tecnologico. Non cercano di limitare, né di fatto lo fanno, il commercio e gli investimenti a livello più ampio", ha spiegato. Sullivan ha ribadito che nella relazione con Pechino gli Usa "non cercano il conflitto ma la gestione responsabile della competizione". Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa ha aggiunto che gli Usa hanno lanciato "alleanze inimmaginabili fino a qualche tempo fa nell'Indo-Pacifico".
Il presidente dell'Argentina Javier Milei è arrivato a Davos
Il presidente dell'Argentina, Javier Milei, è arrivato a Davos dove sosterrà a partire da domani una fitta agenda di incontri al margine della sua partecipazione al Foro economico. Tra le attività ufficiali si è aggiunta nelle ultime ore anche una riunione bilaterale con il ministro degli Esteri del Regno Unito, David Cameron, che si aggiunge a quella con la direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi), Kristalina Georgieva. Nel quadro del Forum il presidente argentino partecipa a una conferenza su sicurezza e cooperazione dove, si legge in una nota, "esporrà le principali linee del suo piano economico". "Vengo a proporre le idee della libertà in un foro contaminato dall'agenda socialista 2030", ha affermato in una breve dichiarazione rilasciata mentre era in volo per Davos.
Sullivan a Davos: "Continueremo a sostenere Kiev contro Mosca"
"Continueremo a sostenere l'Ucraina in tutti i modi perché sappiamo cosa succede quando un Paese invade un vicino con la forza", ha proseguito il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan a Davos, lodando la resistenza di Kiev contro Mosca e sostenendo che Vladimir Putin abbia fallito il suo obiettivo "imperialista" rafforzando con la sua invasione la sovranità dell'Ucraina.
Sullivan: "Usa impegnati per la de-escalation in Medio Oriente"
Gli Usa "sono impegnati per la de-escalation in Medio Oriente": lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan intervenendo a Davos, dove ha precisato che Washington non vuole l'allargamento del conflitto di Gaza e si sta limitando a rispondere agli attacchi delle milizie filo iraniane in Yemen.
Von der Leyen a Li Qiang: "Riequilibrare i rapporti commerciali"
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il premier cinese Li Qiang si sono incontrati a Davos a margine del World Economic Forum. "Dobbiamo passare all'azione per riequilibrare le nostre relazioni commerciali ed evitare politiche distorsive. Le imprese dell'Ue meritano condizioni di reale parità", ha scritto von der Leyen su X pubblicando un breve video dell'incontro definito "buono e franco". "Continuiamo a costruire la fiducia attraverso una crescente cooperazione sul clima e negli scambi interpersonali", ha aggiunto von der Leyen.
Zelensky: "Tutto questo non riguarda solo l'Ucraina"
Zelensky ha poi usato il palco di Davos per sottolineare che Putin non vuole fermarsi all'Ucraina: "Se qualcuno pensa che questo riguardi solo noi, che riguarda solo l'Ucraina, si sbaglia", ha dichiarato, evidenziando poi come "la risposta di Putin alle richieste di pace sono state forniture di sempre più armi da Corea del Nord e Iran". "La guerra finirà con una pace giusta e stabile, e vogliamo che siate parte di questa pace a partire da ora. Per avvicinare la pace abbiamo bisogno di voi", ha poi affermato il leader ucraino rivolgendosi alla platea. "Qui in Svizzera abbiamo dato un contributo chiave al suo raggiungimento", ha aggiunto riferendosi agli incontri sull'implementazione della formula di pace ucraina e la decisione di organizzare un summit della pace a livello di leader in territorio elvetico. Un vertice al quale Zelensky ha invitato "ogni leader e Paese che rispettano la pace e la legge internazionale".
Berlino ringrazia il Qatar per sforzi per gli ostaggi israeliani
A Davos la ministra tedesca degli Esteri Annalena Baerbock ha incontrato il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar Abdulrahman Al Thani e lo ha ringraziato per "gli sforzi compiuti dal suo Paese per ottenere il rilascio degli ostaggi" israeliani. Lo ha fatto sapere il ministero tedesco su X. "Non ci fermeremo finché gli ostaggi non saranno tornati a casa sani e salvi", aggiunge il dicastero.
Zelensky: "Il 2024 deve essere l'anno della fine della guerra". VIDEO
Zelensky: "Ridurre pressioni sull'aggressore favorisce la guerra". VIDEO
"Ogni riduzione della pressione sull'aggressore aggiunge anni alla guerra, ma ogni investimento nella fiducia dei difensori accorcia il conflitto", ha sottolineato Zelensky nel suo discorso, dopo aver criticato gli appelli occidentali durante questi mesi di guerra a non portare il conflitto verso una ulteriore "escalation" chiedendo più armi e azioni da parte dei partner.
Von der Leyen a Zelensky: "Impegno Ue su adesione e fondi"
Colloquio a Davos, a margine del World Economic Forum, tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "I nostri cuori sono con i tuoi soldati in prima linea. Mantenere la fiducia nel futuro dell'Ue darà loro forza", ha scritto von der Leyen in un messaggio su X rivolto al leader ucraino. "La Commissione europea sta portando avanti il processo di adesione e garantendo i mezzi per la ripresa, la ricostruzione e le riforme attraverso lo strumento per l'Ucraina", ha sottolineato.
Zelensky: "Sanzioni insufficienti, devono funzionare al 100%"
"Come possiamo essere soddisfatti di sanzioni che nemmeno bloccano la produzione di missili russi? In ogni razzo russo ci sono componenti chiave di Paesi occidentali, è un fatto", ha aggiunto Zelensky. "Naturalmente sono grato per ogni pacchetto di sanzioni approvato dai partner", ma la pace si potrà avvicinare solo "assicurando che le sanzioni funzionino al 100%. Ed è una debolezza occidentale che l'industria nucleare russa non sia ancora oggetto sanzioni, anche se Putin è l'unico terrorista che ha preso in ostaggio una centrale nucleare", ha sottolineato Zelensky. Inoltre, "deve esserci quest'anno una decisione forte per dirigere gli asset russi congelati alla difesa contro l'aggressione russa e la ricostruzione dell'Ucraina".
Zelensky: "Putin predatore, non accetterà guerra congelata"
"Abbiamo bisogno che Putin perda" e "possiamo farlo. Quest'anno deve essere decisivo", e il leader russo non sarà mai soddisfatto di un conflitto congelato, ha proseguito Zelensky intervenendo al Forum di Davos. "Vi ricordo che dopo il 2014 c'è stato un tentativo di congelare la guerra in Donbass. C'erano garanti influenti, tra cui la cancelliera della Germania e il presidente francese. Ma Putin è un predatore non soddisfatto dai prodotti congelati. Dobbiamo difenderci, difendere i nostri bambini e le nostre mogli e possiamo batterlo sul terreno, lo abbiamo provato".
Zelensky: "Dobbiamo ottenere superiorità aerea"
"Dobbiamo ottenere una superiorità aerea per l'Ucraina come abbiamo ottenuto quella nel Mar Nero - ha detto ancora Zelensky a Davos - Possiamo farlo, i partner sanno ciò di cui abbiamo bisogno e quali quantità. Permetterebbe progressi sul terreno. Due giorni fa abbiamo provato che possiamo colpire aerei russi che non erano stati abbattuti finora".
Il presidente ucraino Zelensky durante il suo intervento a Davos

©Ansa
Zelensky,: "Putin incarna la guerra e non cambierà"
"Un uomo, Vladimir Putin, ha rubato 13 anni di pace sostituendola con dolore, dolore, dolore che colpisce tutto il mondo. Putin incarna la guerra, è lui la sola ragione perché certe guerre e conflitti persistono e tutti i tentativi di riportare la pace sono falliti, e lui non cambierà", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo al Forum di Davos.
Zelensky a Blinken: "Contiamo su sostegno Usa, è essenziale"
"Un incontro significativo con il segretario di Stato americano Anthony Blinken. Abbiamo discusso dell'ulteriore cooperazione in materia di difesa tra Ucraina e Stati Uniti. La difesa aerea e le capacità a lungo raggio sono particolarmente importanti per il nostro Paese", ha scritto sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky da Davos, ringraziando il presidente degli Stati Uniti, il Congresso e il popolo americano per "il costante e potente aiuto all'Ucraina". "Contiamo sul continuo sostegno degli Stati Uniti, che è essenziale per il nostro Paese", ha sottolineato Zelensky su X, riferendo di aver informato Blinken e Jake Sullivan "dell'attuale situazione del campo di battaglia, dei compiti chiave per le forze di difesa ucraine quest'anno e dei mezzi necessari per adempierli".
Stoltenberg: “Sono certo che gli alleati continueranno a sostenere Kiev”
"La situazione sul campo in Ucraina è estremamente difficile: i russi spingono su molti assi, la controffensiva ucraina non ha dato i risultati sperati e i russi ricevono aiuti dall'Iran e dalla Corea del Nord. Non dobbiamo mai sottovalutare la Russia. Sono certo che gli alleati continueranno a sostenere Kiev, non per carità ma perché è nel nostro interesse". Lo ha detto a Davos il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Secondo Stoltenberg, ci sono anche motivi per essere ottimisti. "La cosa più importante è che l'Ucraina è sopravvissuta come nazione indipendente, i suoi cittadini vogliono essere parte dell'Ue e non sono mai stati più vicini alla Nato di ora: e queste sono sconfitte per la Russia", ha spiegato.
Baerbock: guerra a Gaza è "un disastro totale
La guerra a Gaza è "un disastro totale: per Israele, per i palestinesi di Gaza e per il mondo intero". Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, parlando a Davos nel panel dedicato alla situazione geopolitica nel mondo. "Stiamo lavorando perché una scintilla non infiammi tutta la regione. E vediamo le conseguenze anche in Ucraina, dove i media non riportano gli attacchi più violenti da parte russa dall'inizio dell'invasione", ha aggiunto.
Marina Silva: “Uscire dalla dipendenza da petrolio”
La ministra dell'Ambiente e del Cambiamento climatico brasiliana, Marina Silva, ha difeso la fine della "dipendenza" dal petrolio parlando alla stampa nel corso del Forum economico mondiale di Davos. "Il Brasile è un produttore di petrolio e si impegna a raggiungere l'obiettivo di uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili", ha detto l'ex attivista ecologica, che partecipa al Forum insieme al ministro delle Miniere e dell'Energia, Alexandre Silveira. I due ministri non vanno d'accordo sull'esplorazione petrolifera alla foce del Rio delle Amazzoni, argomento che ha creato tensioni all'interno del governo. Silva ha poi minimizzato l'assenza del presidente Luiz Inácio Lula da Silva a Davos e ha ricordato che il leader progressista ha difeso la lotta contro il cambiamento climatico anche il mese scorso, in occasione della Cop28 di Dubai.
L’attività diplomatica dell’Ue sul tema Balcani
La situazione nei Balcani occidentali, la stabilità e la cooperazione nella regione e le prospettive del dialogo sul Kosovo fra Belgrado e Pristina sono i temi al centro di una intensa attività diplomatica che l'inviato speciale Ue Miroslav Lajcak ha avviato a margine del Forum economico mondiale di Davos. Dopo aver incontrato ieri il capo negoziatore kosovaro e vicepremier Besnik Bislimi, Lajcak ha visto nelle ultime ore James O'Brien, assistente segretario di Stato Usa per Europa e Eurasia, e il presidente macedone Stevo Pendarovski. Sempre a Davos sono previsti incontri separati di Lajcak con il presidente serbo Aleksandar Vucic, giunto oggi al Forum, e il premier kosovaro Albin Kurti. Non vi sarà alcuna riunione trilaterale con un faccia a faccia tra i due leader, le cui posizioni restano distanti nel dialogo Belgrado-Pristina che si tiene con la mediazione della Ue.
Li Qiang: “La concorrenza aiuta la cooperazione'”
Una sana concorrenza è la chiave per rafforzare la cooperazione e l'innovazione, ma il mondo deve "rimuovere le barriere alla concorrenza e cooperare sulle strategie ambientali e sullo scambio scientifico internazionale", ha detto ancora il premier cinese Li Qiang parlando al World Economic Forum di Davos. Ha rimarcato "l'importanza di mantenere le catene di approvvigionamento globali stabili e fluide". Li non ha nominato Paesi in termini espliciti, ma negli ultimi anni Pechino è alle prese con un pesante braccio di ferro con gli Stati Uniti e l'Unione Europea sul commercio, in particolare sull'alta tecnologia e sull'energia pulita. Il premier ha affermato che "nuove misure discriminatorie in materia commerciale e di investimento" appaiono ogni anno e che "qualsiasi ostacolo o interruzione può rallentare o bloccare il flusso della linfa vitale dell'economia mondiale". "La Cina ha costantemente dimostrato al mondo di essere un Paese degno di fiducia", ha continuato, mentre "ci sono molti esempi in cui la capricciosità di una parte mina la fiducia reciproca con gli altri. Solo quando tutte le parti si trattano reciprocamente con sincerità e lavorano nella stessa direzione si potranno creare basi più forti di fiducia e maggiori frutti di cooperazione", ha concluso Li.
Li: “L'economia cinese si è ripresa”
La crescita cinese del 2023 di "circa il 5,2%" rappresenterebbe un miglioramento rispetto al 3% del 2022, quando l'economia scontò le misure draconiane anti-Covid. Tuttavia, il dato sarebbe la crescita più bassa dal 1990, al netto degli anni della pandemia. "L'economia cinese in generale si è ripresa ed è migliorata lo scorso anno", ha detto il premier cinese Li a Davos, ricordando che il Pil intorno al 5,2% sarebbe superiore all'obiettivo "di circa il 5% che ci eravamo prefissati all'inizio dello scorso anno". Nonostante l'abolizione delle restrizioni sanitarie, la Cina sconta la pesante crisi del settore immobiliare, la mancanza di fiducia delle imprese e i consumi stagnanti, mentre la disoccupazione giovanile - schizzata a metà 2023 oltre il 21% - è stata depennata dalle statistiche ufficiali. "Non importa come cambierà la situazione mondiale, la Cina aderirà alla sua politica nazionale di apertura verso il mondo esterno", ha proseguito il premier, aggiungendo che "l'apertura non potrà che diventare sempre più ampia. Scegliere il mercato cinese non è un rischio ma un'opportunità". "Adotteremo misure attive per affrontare le ragionevoli preoccupazioni della comunità imprenditoriale globale", ha detto ancora Li. L'economia cinese "sta facendo progressi costanti, è in grado di gestire alti e bassi nelle sue prestazioni e continuerà a fornire slancio globale" grazie alla "tendenza generale di crescita a lungo termine che non cambierà".
Messina: da Intesa 1,5 miliardi in programma contro povertà
"Abbiamo deciso di impegnare 1,5 miliardi di euro in un programma ad alto impatto sociale per contrastare la povertà e per ridurre le disuguaglianze per essere la prima impact bank al mondo". Lo ha detto, a Davos, il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, introducendo il concerto inaugurale di cui la banca è sponsor da diversi anni. "Gli investimenti che stiamo facendo in questo ambito sono secondi solo ai nostri investimenti in tecnologia, intelligenza artificiale, banca digitale. Allo stesso tempo, grazie alle attività nel sociale diamo lavoro a persone che possono trovarsi in situazioni difficili a causa degli impatti sul lavoro dell'intelligenza artificiale: su 100mila persone che lavorano in Intesa Sanpaolo, mille lavorano nel sociale", ha aggiunto.
Stoltenberg: “L'Ucraina è più vicina che mai alla Nato”
"È stato bello iniziare la giornata a Davos incontrando il presidente Zelensky. Nonostante la difficile situazione sul campo di battaglia, c'è motivo di ottimismo: l'Ucraina conserva la sua indipendenza, gli ucraini hanno rifiutato la Russia e scelto l'Occidente e l'Ucraina è più vicina che mai alla Nato". Lo ha scritto su X il segretario generale dell'alleanza Jens Stoltenberg.
Li Qiang: Pil 2023 della Cina “in rialzo di circa il 5,2%”
Al World Economic Forum di Davos è intervenuto anche il premier cinese Li Qiang. Ha detto di vedere un Pil 2023 del Dragone in rialzo "di circa il 5,2%". La stima ufficiale del governo di Pechino era stata fissata lo scorso marzo a "circa il 5%". "La mancanza di fiducia sta esacerbando i rischi per la crescita economica globale e lo sviluppo pacifico", ha detto Li Qiang. Secondo il premier, "è essenziale ricostruire la fiducia", anche mettendo da parte i "pregiudizi". "La fiducia viene prima di tutto dalla nostra aspirazione comune per un futuro migliore per l'umanità e dalla nostra volontà comune di lavorare insieme per questa visione", ha aggiunto.
Von der Leyen: “Ia aumenta la produttività, l'Ue investirà”
Von der Leyen ha parlato anche di intelligenza artificiale. "Il Global Risk Report del World economic forum –ha detto – colloca l'intelligenza artificiale come uno dei principali rischi potenziali per il prossimo decennio. Ma non dimentichiamo che l'Ia rappresenta anche un'opportunità molto significativa, se utilizzata in modo responsabile. Sono un'ottimista tecnologica", convinta che l'intelligenza artificiale "può aumentare la produttività a una velocità senza precedenti. Chi si muove per primo verrà premiato e la corsa globale è già iniziata", e "l'Europa deve alzare la posta e indicare la strada verso un uso responsabile dell'intelligenza artificiale". L'Europa, ha spiegato la presidente, "è ben posizionata per diventare il leader dell'intelligenza artificiale industriale, ovvero l'uso dell'intelligenza artificiale per trasformare le infrastrutture critiche affinché diventino intelligenti e sostenibili". L'Ue userà il suo vantaggio competitivo, cioè i suoi circa 200.000 ingegneri informatici con esperienza nell'intelligenza artificiale, "una concentrazione maggiore di Stati Uniti e Cina. E il nostro continente ha un enorme vantaggio competitivo anche sui dati industriali. Possiamo addestrare l'intelligenza artificiale su dati di qualità ineguagliabile. E noi vogliamo investire in questo, per cui forniremo alle start-up e alle Pmi europee l'accesso ai nostri supercomputer, in modo che possano sviluppare e addestrare grandi modelli di intelligenza artificiale. Questo è simile a ciò che Microsoft sta facendo per ChatGPT, eseguendolo sui propri supercomputer", ha detto von der Leyen.
Von der Leyen: “Ucraini hanno bisogno di finanziamenti”
"Quando la Russia invase l'Ucraina, molti temevano che Kiev sarebbe caduta in pochi giorni e il resto del Paese nel giro di poche settimane. Ciò non è accaduto. Invece, la Russia ha perso circa la metà delle sue capacità militari. L'Ucraina ha cacciato la Russia dalla metà dei territori che aveva conquistato. L'Ucraina ha respinto la flotta russa del Mar Nero e ha riaperto un corridoio marittimo per fornire grano al mondo. E l'Ucraina ha mantenuto la sua libertà e indipendenza", ha detto ancora Von der Leyen a Davos. Il fallimento della Russia è anche economico: "Le sanzioni hanno slegato la sua economia dalla tecnologia moderna e dall'innovazione. Ora dipende dalla Cina. E, infine, il fallimento della Russia è anche diplomatico. La Finlandia ha aderito alla Nato. La Svezia seguirà presto. E l'Ucraina è più vicina che mai all'Unione europea", ha spiegato. "Tutto ciò ci dice che l'Ucraina può prevalere in questa guerra. Ma dobbiamo continuare a rafforzare la loro resistenza. Gli ucraini hanno bisogno di finanziamenti prevedibili per tutto il 2024 e oltre. Hanno bisogno di una fornitura di armi sufficiente e prolungata per difendere l'Ucraina e riconquistare il suo legittimo territorio. Hanno bisogno di capacità per scoraggiare futuri attacchi da parte della Russia. E hanno bisogno anche di speranza. Hanno bisogno di sapere che, con la loro lotta, guadagneranno un futuro migliore per i loro figli. E il futuro migliore dell'Ucraina si chiama Europa", ha detto la presidente.
Von der Leyen: “Ucraina può vincere questa guerra”
Ursula von der Leyen ha parlato anche della guerra in Ucraina. "La Russia sta fallendo nei suoi obiettivi strategici. È prima di tutto un fallimento militare", ma anche economico e diplomatico, e "tutto questo ci dice che l'Ucraina può vincere questa guerra. Ma noi dobbiamo continuare a sostenere la sua resistenza. L'Ucraina ha bisogno di un sostegno finanziario prevedibile nel 2024 e oltre", ha detto la presidente della Commissione Ue al World economic forum.
Von der Leyen: “Ue può guidare collaborazione globale”
"Ancora una volta la realtà che fa riflettere è che ci troviamo a competere più intensamente tra Paesi rispetto al passato", ma "questo non è il momento per il conflitto o la polarizzazione, è il momento di costruire la fiducia, di guidare la collaborazione globale più che mai". Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel suo discorso al World economic forum. Per la presidente, "l'Europa può e deve prendere il comando nel dare forma alla risposta globale" alle sfide.
Qatar: “Risposta internazionale deludente”
Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, parlando della guerra in Medio Oriente, ha ribadito: “È molto deludente la risposta internazionale alla guerra nella regione”, ma “occorre negoziare per arrivare a una vera soluzione a due Stati” per israeliani e palestinesi. Anche perché “non esiste alcuna formula magica che possa riportare indietro a quello che era prima del 7 ottobre”. “Ci sono politici che ritengono che la situazione a Gaza possa essere ignorata”, ha aggiunto. “La fine della guerra, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri palestinesi, nonché la situazione in Cisgiordania devono essere affrontati rapidamente. La situazione in Cisgiordania non è meno grave di quella a Gaza, ma non vediamo una vera reazione da parte della comunità internazionale a riguardo”, ha detto ancora. Poi, riferendosi alla denuncia presentata dal Sudafrica presso la Corte internazionale di Giustizia, ha dichiarato: “Ci chiediamo come si sarebbe comportata la comunità internazionale di fronte alle dichiarazioni che invocavano il genocidio se fossero arrivate da altre parti”.
Qatar: “Per Gaza serve una soluzione a due Stati”
"Per Gaza serve una soluzione a due stati". Lo ha ribadito a Davos il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. Al Thani, come riporta Bloomberg, ha sottolineato che, "come sempre, preferiamo una soluzione diplomatica e occorre evitare una ulteriore escalation". Per la Striscia, ha aggiunto, ora "c'è poca prospettiva di un aiuto finanziario" e non sarà possibile ripristinare "lo status quo ante 7 ottobre (il giorno dell'attacco di Hamas a Isreale, ndr)". Sul futuro di Hamas, Al Tahani ha spiegato che devono "essere i palestinesi a decidere se sia parte della soluzione" del conflitto.
“Aumento catastrofico di malattie sensibili al clima”
Il climate change innescherà anche un aumento catastrofico di malattie sensibili al clima, come quelle trasmesse dalle zanzare ad esempio. Lo dice sempre il report presentato a Davos. Le temperature più calde aumenteranno il periodo riproduttivo e la zona abitata dalle colonie di insetti, portando all'espansione di malattie come malaria, dengue e Zika anche in zone climatiche temperate e meno colpite, come Europa e Stati Uniti. Entro il 2050, spiega il rapporto, altri 500 milioni di persone potrebbero essere a rischio di contagio. Il cambiamento climatico aggraverà anche la disuguaglianza sanitaria. Le popolazioni più vulnerabili, donne, giovani, gli anziani e le persone a basso reddito, gruppi e comunità difficili da raggiungere, saranno i più colpiti dalle conseguenze degli eventi estremi. Africa e Asia meridionale saranno le più vulnerabili perché non riusciranno ad adattare i loro servizi medici già scarsi.
Il report sul clima
Il rapporto del Wef sul clima ha l’obiettivo di quantificare le conseguenze del cambiamento climatico sulla salute, sia in termini di mortalità sia di costi per la sanità. Sei le principali categorie di eventi climatici analizzati: inondazioni, siccità, ondate di calore, tempeste tropicali, incendi e innalzamento del livello del mare. Sono le alluvioni a rappresentare il rischio più elevato per la mortalità: secondo lo studio, causerebbero da sole 8,5 milioni di decessi entro il 2050. La siccità, indirettamente collegata al caldo estremo, è la seconda causa di mortalità (la previsione è di 3,2 milioni di morti). Ma sono le ondate di calore, cioè lunghi periodi di temperature elevate e umidità, a rappresentare il costo maggiore in termini economici: 7,1 trilioni persi a causa della perdita di produttività. “Anche con un aumento della temperatura terrestre di soltanto 1,1 gradi centigradi, questi eventi estremi stanno causando significative perdite economiche, distruzioni di infrastrutture e malattie", spiega il rapporto. E ricorda che a settembre 2023 gli Stati Uniti avevano già raggiunto il record di un miliardo di dollari persi a causa dei disastri naturali, come le tempeste tropicali, gli incendi alle Hawai, le alluvioni in Vermont e le piogge torrenziali in California.
Crisi climatica potrebbe causare 14 mln di morti entro il 2050
La crisi climatica potrebbe causare 14,5 milioni di morti entro il 2050: è quanto emerge da un'analisi del World Economic Forum. L'analisi avverte che i disastri naturali aggravati dal clima potrebbero portare a perdite economiche per 12,5 trilioni di dollari e a costi aggiuntivi per il sistema sanitario pari a oltre mille milioni di dollari. La crisi climatica, spiega il report, aggraverà le disuguaglianze sanitarie globali, lasciando i più vulnerabili maggiormente a rischio.
Zelensky incontra Stoltenberg
"Ho iniziato il lavoro a Davos con un incontro con il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Abbiamo discusso di questioni importanti: la situazione in prima linea, l'ho informato dei recenti attacchi aerei della Russia e ho sottolineato la necessità di rafforzare ulteriormente la difesa aerea dell'Ucraina", ha scritto sui social il presidente Volodymyr Zelensky. "Con Stoltenberg abbiamo parlato anche dei preparativi per il prossimo Vertice della Nato a Washington e del lavoro con i partner sugli accordi bilaterali di sicurezza nel quadro della dichiarazione del G7, che sarà in vigore fino all'adesione dell'Ucraina all'Alleanza", ha aggiunto. "Vi ringrazio per il vostro costante sostegno al nostro Paese nella difesa dall'invasione russa", ha concluso.
L'arrivo di Volodymyr Zelensky
Volodymyr Zelensky partecipa al Forum per la prima volta. Nel pomeriggio è previsto il suo intervento.

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Villeroy: “Governi siano responsabili”
Il governatore della banca centrale francese Francois Villeroy de Galhau ha poi aggiunto: “È importante ora, ancora più che in passato, che i governi siano responsabili dal punto di vista fiscale e che traggano vantaggio dallo scenario di 'soft landing' atteso per l'economia". E ancora: “È importante che i governi abbiamo raggiunto un accordo per la riforma del patto di stabilità e crescita, speriamo che ora lo implementino bene". Il cambiamento del costo del denaro rende ancora più urgente agire ora, ha spiegato, perché i governi sentono il peso dei maggiori interessi che pagano sul debito. Quindi attuare politiche fiscali prudenti è una questione da affrontare nel breve termine, ha sottolineato, non solo nel lungo periodo.
Villeroy: “Un taglio dei tassi ci sarà entro l'anno”
Al World economic forum ha parlato Francois Villeroy de Galhau, governatore della banca centrale francese. I tassi "non dovrebbero essere" più alti del livello attuale e "la prossima mossa sarà un taglio, probabilmente quest'anno", ha detto. “È troppo presto per dichiarare vittoria, il lavoro non è terminato anche se la nostra manovra di stretta ha avuto più successo di quanto avevamo previsto un anno fa qui a Davos", ha spiegato il banchiere centrale. Sul livello finale dei tassi, Villeroy ha aggiunto che rimarranno più alti rispetto al periodo 2015-22, quando la Bce doveva combattere la disinflazione. Il "new normal" dovrebbe quindi essere un ritorno al periodo precedente alla grande crisi finanziaria.
Il programma di oggi
Il programma della prima giornata di lavori conferma che il forum è sempre più politico per i temi affrontati e per gli ospiti chiamati a confrontarsi. John Kerry, inviato speciale degli Usa per il clima ed ex segretario di Stato, interverrà in una sessione dedicata alla coalizione per sviluppare tecnologie pulite. A seguire è prevista una conversazione con il primo ministro e ministro degli Affari Esteri dello Stato del Qatar, Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani. Sempre in mattinata, gli interventi del premier cinese Li Qiang e della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Nel primo pomeriggio è il turno del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: è la sua prima volta al forum di Davos ed è previdibile un appello all'Occidente a non indietreggiare davanti alla Russia. Nelle varie sessioni si parlerà di diversi argomenti e sono previsti anche gli interventi del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, del segretario di Stato Usa Antony Blinken, del consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan. Infine, una conversazione con il premier giordano Bisher Hani Al Khasawneh, prima della chiusura di questa prima giornata con una cena dei leader sui temi LGBTQI+: partecipano, fra gli altri, Shamina Singh, responsabile del Centro per la crescita inclusiva di Mastercard, l'economista capo di Allianz Ludovic Subran, mentre le conclusioni sono tratte da Petra De Sutter, vice premier del Belgio.
Al via i lavori a Davos
Il World Economic Forum di Davos entra nel vivo. Dopo la giornata di ieri dedicata all’accoglienza degli ospiti, oggi partono i lavori dell’edizione numero 54. Quest’anno l’incontro è centrato soprattutto sui conflitti che rischiano di minare la ripresa economica, a partire dalla guerra tra Hamas e Israele e la crisi nel Mar Rosso. Fino al 19 gennaio, in questa cittadina delle Alpi svizzere si riuniscono oltre 2.800 protagonisti della politica internazionale, del mondo degli affari e della finanza, delle organizzazioni internazionali e attivisti provenienti da 120 Paesi. I capi di Stato e di governo sono una sessantina.