Dal 1° gennaio 2024 i fornitori hanno la facoltà di applicare, in alcuni casi, un onere a carico del cliente se questo esercita il recesso prima dello scadere del contratto. A delineare il nuovo quadro è una delibera dell'Arera dello scorso 6 giugno. Una insidia per i consumatori che si inserisce in un periodo delicato di passaggio dal mercato tutelato a quello libero, con la fine delle tutele fissata al 10 gennaio per il gas e al primo luglio per l'elettricità
- Sul mercato dell'elettricità arrivano gli oneri di recesso anticipato per i clienti domestici e le piccole imprese. Dal 1° gennaio 2024 infatti i fornitori hanno la facoltà di applicare, in alcuni casi, un onere a carico del cliente se questo esercita il recesso prima dello scadere del contratto
- A definire le nuove regole è una delibera dell'Arera dello scorso 6 giugno. Nel testo si specifica come eventuali penali possano essere applicate "esclusivamente nei contratti di durata determinata e a prezzo fisso"
- Ma è possibile addebitare oneri di recesso anche sui contratti a tempo indeterminato, si legge nella delibera, se hanno "condizioni economiche a prezzo fisso di durata determinata", limitatamente al primo periodo di validità delle condizioni economiche
- In merito al recesso e alla validità dell'onere, l'autorità ha anche fissato specifici obblighi per i fornitori: nel contratto va indicato "chiaramente", nel suo importo massimo, l'eventuale onere, che deve essere "specificamente approvato e sottoscritto dal cliente". Altre indicazioni devono trovarsi nel riquadro "Modalità e oneri per il recesso" della scheda sintetica, che riassume le caratteristiche dell'offerta
- L'autorità specifica che "la somma richiesta deve, in ogni caso, essere proporzionata e non può eccedere la perdita economica direttamente subita dal venditore, compresi i costi legati a eventuali pacchetti di investimenti o servizi già forniti al cliente nell'ambito del contratto". Al venditore anche "l'onere di provare l'esistenza e l'entità di tale perdita economica"
- Critiche le associazioni dei consumatori. Consumerismo definisce "assurde" le penali e punta il dito contro "condizioni vincolanti" a fronte di un "tanto decantato libero mercato". Una misura "a favore degli operatori che non vogliono più assumersi il rischio di mercato, ribaltato adesso interamente sul consumatore finale"
- Il Codacons annuncia un ricorso al Tar del Lazio contro la delibera Arera, definendo "illegittimi" gli oneri e ipotizzando al contempo una "class action per conto di tutti gli utenti ingiustamente danneggiati". Assoutenti chiede un intervento di Antitrust e Mister Prezzi spiegando che queste penali "potevano avere un significato prima della crisi energetica, quando non vi erano volatilità e impennate delle tariffe" ma "nel quadro attuale sviano la concorrenza impedendo ai consumatori di passare a offerte più convenienti"
- La delibera Arera dello scorso 6 giugno che prende le mosse dalla cosiddetta "direttiva elettrica" Ue del 2019, già recepita nel 2021 dal nostro Parlamento