Tassi in calo, la situazione di Btp ed emissioni tradizionali: il confronto tra titoli
Il 2024 promette una decisa inversione di tendenza, con un possibile taglio del costo del denaro a partire dall’estate e un ulteriore calo dell’inflazione. Anche per questo i tassi di mercato sono tutti in deciso ribasso e questo incide anche sulle emissioni nostrane, come i Btp Italia, Futura e Valore, che hanno rendimenti diversi sul mercato secondario
- Dopo 10 aumenti dei tassi di interesse, che da luglio del 2022 all’estate del 2023 hanno portato il costo del denaro nell’eurozona da zero al 4,5%, la Bce si sta orientando a misure che saranno qualcosa di più di una semplice pausa nell’aumento dei tassi di interesse. Siamo infatti alla vigilia di un possibile taglio del costo del denaro, che verrà realizzato verso la metà del 2024
- Non è un caso, infatti, che i tassi di mercato, frutto delle aspettative degli investitori, siano in deciso calo. Il rendimento del Bund a 10 anni tedesco in circa tre settimane è passato dal 2,9% di inizio ottobre scorso al 2,24% di martedì 5 dicembre. Analogamente il Btp a 10 anni italiano è passato da un rendimento del 5% al 3,97% di martedì 6 dicembre, per effetto combinato della diminuzione dei rendimenti di area euro e per il calo dello spread
- In questo contesto tutte le emissioni dei Btp - Italia, Valore, Futura e “tradizionali” - sono arrivate a guadagnare dai 5 agli 8 punti percentuali in valore capitale rispetto ai minimi di 5 settimane fa
- Sia in Europa che negli Stati Uniti l’inflazione è in forte calo: in un mese il mercato Usa ha iniziato a scontare fino a tre tagli addizionali per l’anno prossimo, che si aggiungono ad altri due già prezzati precedentemente. In quest’ultimo mese, sono state più di 80 le Banche Centrali che hanno effettuato dei tagli e, per la prima volta da gennaio 2021, sono ora più i tagli che i rialzi. Tutto ciò ha portato l’indice dei bond aggregati Usa a salire di oltre il 5% nel mese scorso e ad essere positivi da inizio anno
- Ma chi beneficia maggiormente di questo calo dei rendimenti? In primis sono le emissioni “tradizionali”, quelle che in gergo tecnico sono definite plain vanilla. È evidente, quindi, che il beneficio è maggiore soprattutto nel cosiddetto mercato secondario, dove titoli a scadenza lunga e con rendimento più alto vengono pagati di più rispetto al loro prezzo di listino
- Chi investe in Btp Italia lo sa, ma va ricordato che con questo strumento non ci sono cedole fisse, poiché variano in funzione dell’andamento dell’inflazione italiana del periodo sull’indice Foi. Molti sono rimasti delusi nel veder passare il rendimento cedolare dal 7,8% di inizio anno all’attuale 1,5-2%, legato al calo dell’inflazione. Tuttavia, anche i Btp Italia hanno risentito del calo dei rendimenti, visto che anche le emissioni con rendimento agganciato al tasso di inflazione hanno guadagnato qualche punto percentuale nelle quotazioni
- Sono chiaramente messe peggio le emissioni più vicine, come quella al 2027, mentre leggermente meglio va per altre, come ad esempio quella al 2028. In generale, se i rendimenti di mercato caleranno ancora le quotazioni dei Btp Italia sul mercato secondario saliranno un po’. L’ampiezza del rialzo dipende dall’ammontare della cedola minima garantita: più è alta e maggiore sarà il rimbalzo. In ogni caso i Btp Italia hanno un valore che non è riconosciuto nel prezzo, ma che c’è
- Da menzionare anche la situazione dei Btp Futura. Nati nel giugno del 2020, i Btp Futura sono stati presentati come i titoli per chi credeva nel futuro dell’Italia: sono emissioni a medio-lungo termine, che vanno dai 6 ai 15 anni, con cedola minima garantita molto ridotta, di circa 30-40 centesimi per tutte le emissioni, e un meccanismo di indicizzazione molto complesso legato alla crescita del Pil nazionale. Finora sono stati un flop, a causa della situazione storicamente difficile della crescita italiana e per la complessità del meccanismo di calcolo
- I mercati finora sono stati impietosi: quello messo peggio è il Btp Futura 27 aprile 2037, che quota 70,15. Una perdita di 3mila euro ogni 10mila, per chi volesse venderlo ai prezzi correnti, mentre è garantito il rimborso in caso di mantenimento fino a scadenza. Altre emissioni non se la passano meglio e per questo anche il calo dei rendimenti di mercato, su questo tipo di emissioni a cedola bassa e largamente indeterminata, potrà fare poco. Le quotazioni sul secondario potrebbero salire ma non si sa di quanto
- Va decisamente meglio a coloro che hanno investito nei Btp Valore, i titoli a medio termine con cedola crescente nel tempo. Il meccanismo appena citato serve proprio a difendere le quotazioni di questi bond nel tempo e in uno scenario di rendimenti di mercato decrescenti queste emissioni sono destinate ad apprezzarsi. L’unico problema è che la crescita della cedola si vede a qualche anno dall’emissione, smorzando l’effetto benefico sulle quotazioni