Superbonus e cessione del credito, si avvicina la scadenza per la sanatoria
La data da segnare sul calendario è quella del 30 novembre e ci sono diverse condizioni da rispettare. La sanzione prevista è di 250 euro. Ecco tutti i dettagli
- Rimangono ancora pochi giorni per usufruire della remissione in bonis per chi non ha effettuato, entro la scadenza del 31 marzo 2023, la comunicazione della cessione del credito d’imposta per le spese sostenute nel 2022 in relazione al Superbonus e alle altre agevolazioni edilizie
- La data di scadenza è fissata al 30 novembre 2023: è il termine di presentazione della prima dichiarazione dei redditi che scade dopo il termine previsto per effettuare la comunicazione. La sanzione prevista è di 250 euro
- Come ricorda Il Sole 24 Ore, di fianco della remissione in bonis “ordinaria”, prevista dall’articolo 2, comma 1, del decreto legge 16/2012, e che si applica per tutte le tipologie di adempimenti, il legislatore ha introdotto, con il decreto legge 11/2023, una fattispecie ad hoc, per quei committenti che non erano riusciti a concludere un accordo di cessione del credito entro i termini previsti, in considerazione della situazione di “paralisi” registrata sul mercato delle cessioni dei crediti fiscali
- Le condizioni che devono essere rispettate per fruire della remissione in bonis prevista dal comma 1 dell’articolo 2 del Dl 16/2012 sono state puntualizzate dalle Entrate nella circolare 33/E/2022
- Prima di tutto, devono sussistere tutti i requisiti sostanziali per usufruire della detrazione di imposta relativa alle spese dell’anno di riferimento
- Poi i contribuenti devono aver tenuto un comportamento coerente con l’esercizio dell’opzione, in particolare nelle ipotesi in cui tale esercizio risulti da un accordo o da una fattura precedenti al termine di scadenza per l’invio della comunicazione
- Inoltre non devono già essere state poste in essere attività di controllo in ordine alla spettanza del beneficio fiscale che si intende cedere o acquisire sotto forma di sconto sul corrispettivo
- Deve poi essere stata versata la misura minima della sanzione prevista (250 euro). E viene richiesto che alla data del 31 marzo 2023 sussistesse già un accordo fra cedente e cessionari
- L’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che la cessione del credito non richiede regole particolari da seguire per il perfezionamento, né una forma particolare: si ritiene quindi che, per poter accedere alla remissione in bonis “ordinaria”, non sia indispensabile avere un contratto con data certa o una dazione di denaro che si siano manifestate entro il 31 marzo 2023, ma sarà sufficiente che le parti attestino che l’accordo già sussisteva alla scadenza prevista
- Diversamente, la fattispecie di remissione in bonis “speciale” introdotta dal decreto legge 11/2023 consente di effettuare la cessione del credito anche “qualora il contratto di cessione non sia stato concluso alla data del 31 marzo 2023”
- Ma quanto sopra vale unicamente a condizione che il cessionario sia un soggetto qualificato
- Deve quindi trattarsi di:
- una banca o società appartenente a gruppi bancari,
- di un intermediario finanziario ovvero di una compagnia di assicurazione