Manovra, tante le novità in tema di pensioni. Cosa sapere sull’uscita dal lavoro nel 2024
Le modifiche al tema pensionistico presenti nella Legge di Bilancio rendono più difficile comprendere quando realmente si potrà andare in pensione a partire dal prossimo anno. Persistono gli anticipi per coloro che hanno i requisiti per l’Ape sociale, svolgono attività usuranti, hanno iniziato a lavorare prima oppure hanno avuto un figlio, una condizione valida solo per le lavoratrici
- Ape sociale, Quota 103, Opzione donna: sono tante le novità presentate dal governo in materia di pensioni. In che modo, perciò, sarà possibile andare in pensione nel 2024? Una simulazione realizzata da Adnkronos/Labitalia contribuisce a chiarire le idee
- I soggetti con almeno un contributo versato al 31 dicembre 1995 potranno andare in pensione con 67 anni di età e 20 di contributi sia se uomini che se donne
- Coloro che hanno contribuzione solo dopo il 31 dicembre 1995, che chiameremo "Contributivi puri", ora potranno accedere alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dei requisiti (67 anni di età e 20 di contributi) senza più dover raggiungere l'importo minimo previsto di 1,5 ma solamente pari all'assegno sociale
- Per i contributivi puri sarà possibile anticipare l’uscita, a 64 anni di età e 20 di contributi, a patto che l'importo di pensione sia pari a 3,0 volte, ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli
- Potranno andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi i soggetti con almeno un anno di contribuzione (anche non continuativo) maturata prima del compimento dei 19 anni, che rientrano in particolari categorie (in estrema sintesi: caregiver, disoccupati, con ridotta capacità lavorativa di almeno il 74%, lavoratori con mansioni "gravose")
- I dipendenti impegnati in attività usuranti stabilite per legge possono accedere al pensionamento in anticipo con una quota 97,6, che sta a indicare 61 anni e 7 mesi di età anagrafica e 35 di contributi. I soggetti indicati dalla legge sono lavoratori in cava, miniera o galleria; palombari, lavoratori subordinati notturni; lavoratori della linea “catena”, con ripetizione costante dello stesso ciclo lavorativo; conducenti del servizio pubblico
- Per il 2023 entrerà in vigore in maniera sperimentale Quota 103, che dovrebbe venire confermato per il 2024, in base alle anticipazioni sulla manovra finanziaria. Sarà rivolto ai lavoratori privati e pubblici che potranno andare anticipatamente in pensione a 62 anni di età e 41 di contributi (uomini e donne). Dal 2024 la novità potrebbe essere la modifica delle finestre di uscita, 7 mesi per i dipendenti privati (3 mesi nella precedente manovra), 9 mesi per i dipendenti pubblici (6 mesi nella precedente manovra)
- La maggiore novità dovrebbe essere relativa al ridimensionamento dell'assegno: l'importo potrebbe essere calcolato interamente nel sistema contributivo anche per gli anni maturati nel retributivo, ed inoltre l'importo non potrà superare in nessun caso i 2.250 euro mensili fino al compimento dell'età pensionabile. Per coloro che aderiscono è previsto il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro oltre la soglia di 5 mila euro
- Dovrebbe essere prorogata anche la misura “sperimentale” di Anticipo Pensione, o Ape Sociale, con carattere indennitario e non pensionistico che agevola la cessazione dall'attività lavorativa in attesa del trattamento pensionistico effettivo. È prevista per lavoratori in particolari condizioni disagiate (disoccupati, caregiver, invalidi almeno al 74%, lavoratori che svolgono mansioni "gravose")
- Nel 2024 dovrebbe essere possibile accedere ad Ape Sociale con 63 anni e 5 mesi di età (non più a 63 anni come nella precedente manovra), con 36 (o 30) anni di contributi; sono previste 12 mensilità (senza tredicesima) e l'importo della rata non potrà essere superiore ai 1.500 euro mensili
- Le lavoratrici dipendenti e autonome con almeno 35 anni di contributi, rientranti in alcune categorie (caregiver, disoccupate, invalide almeno al 74%), potranno accedere al trattamento pensionistico a partire da 61 anni di età, con uno "sconto" di un anno in presenza di un figlio e 2 anni in presenza di due o più figli (in sostanza dalle anticipazioni sembra che verrà aumentata di un anno la soglia anagrafica rispetto al 2023: infatti si partiva da 60 anni e non 61 fino ad un minimo di 58 e non 59 come nell'attuale versione)