Da Esselunga a Conad, sconto del 10% nei supermercati contro il caro spesa
Dal 1° ottobre al 31 dicembre dovrebbero esserci offerte sui beni di largo consumo in circa 25mila tra grandi supermercati, discount, superstore e ipermercati in tutta Italia. Quasi tutta la grande distribuzione, secondo le associazioni di categoria, avrebbe detto sì al “trimestre anti-inflazione”, l’iniziativa del ministero delle Imprese, guidato da Adolfo Urso, per limitare i rincari del cosiddetto “carrello della spesa”
- I prezzi continuano a salire, ma dal 1° ottobre al 31 dicembre 2023, discount, supermercati e superstore dovrebbero mettere in atto una serie di sconti sui beni di largo consumo che potrebbero far tirare un sospiro di sollievo a molte famiglie alle prese con i rincari causati dall’inflazione
- Come riporta Il Messaggero, da Esselunga a Conad, Carrefour, Coop, Pam, Lidl, Tigre, Famila e Decò, dal prossimo mese fino alla fine dell’anno ci saranno sconti fino al 10% sui beni di largo consumo in circa 25mila tra grandi supermercati, discount, superstore e ipermercati, praticamente quasi l’intera rete di vendita, in tutta Italia
- Secondo Assoutenti si tratterebbe, in media, di 100 euro di risparmi a famiglia solo sulla spesa alimentare (in tutto 4 miliardi in meno per il portafoglio degli italiani). Trenta aziende, a cui si aggiunge la rappresentanza dei coltivatori Coldiretti, avrebbero già accettato di aderire alla serie di sconti
- Quasi tutta la grande distribuzione, secondo le associazioni di categoria, avrebbe detto sì al “trimestre anti-inflazione”, l’iniziativa del ministero delle Imprese, guidato da Adolfo Urso, per limitare i rincari del cosiddetto “carrello della spesa”. In bilico ci sono solo alcune catene di discount, come Eurospin e Md
- Oggi, 22 settembre, la proposta viene trattata nell’incontro al Mimit con Cgil, Cisl e Uil. L’intesa sarà poi firmata ufficialmente il 28 settembre, a Palazzo Chigi, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ci saranno anche i rappresentanti di artigiani, cooperative, coltivatori, commercianti (Confesercenti e Confcommercio) e distributori (in primis Federdistribuzione)
- Il 23 settembre verrà inviato al Mimit l’elenco completo delle aziende che aderiranno all’iniziativa, lo stesso ministero lo pubblicherà poi sul suo sito. Oltre alle grandi catene, si dovrebbero aggiungere centinaia di migliaia tra piccoli negozi alimentari e con prodotti per l’igiene personale, farmacie e parafarmacie. Il 28 settembre, però, firmeranno anche i rappresentanti dell’industria
- Se i produttori non ridurranno a loro volta i costi di listino, gli sconti per le famiglie sarebbero insufficienti. Barilla, Lavazza, Mutti, Nestlè e Ferrero sarebbero già orientate a dire sì. Ma le associazioni (Centromarca, Federalimentare, Ibc e Unionfood) si attendono decine e decine di altri nomi, ancor più della Francia, dove si punta a dimezzare i rincari annui sui beni alimentari nei primi mesi del 2024
- All’inizio della prossima settimana le aziende produttrici che vorranno aderire riceveranno le linee guida e il modulo da inviare al Mimit. Gli sconti saranno il risultato di un ampliamento delle attività promozionali delle singole imprese distributrici e di un possibile ritoccho al ribasso del prezzo dei prodotti a marchio, implementando le linee di convenienza
- Gli sconti al supermercato saranno sponsorizzati da un’apposita pubblicità progresso della presidenza del Consiglio e le iniziative saranno firmate, anche all’ingresso dei negozi, da un bollino tricolore “anti-inflazione” del governo. Il nodo, però, è cosa farà l’industria. Per loro non ci sarà un apposito protocollo, ci si fermerà alla lettera d’intenti già inviata al ministero delle Imprese
- Come riporta Il Messaggero, le imprese produttrici si dovrebbero impegnare a “tenere bassi” o “bloccati” i prezzi di listino, ma sempre considerando “i propri conti economici”, quindi in base “alle proprie strategie commerciali” e “all’impatto dell’inflazione sui propri costi”, senza indicazioni da seguire né coordinamento da parte delle associazioni di categoria
- Secondo l’Unione nazionale dei consumatori (Unc), “bloccare il prezzo dell’olio di oliva, che sta decollando, sarebbe sicuramente positivo, avendo il record dei rincari mensili, fermare invece quello delle uova, che sta finalmente scendendo (-0,7% da luglio ad agosto) sarebbe un autogol, così come sarebbe un suicidio congelare quello dell’olio diverso da quello di oliva o della pasta, il cui prezzo, dopo essere salito per via della guerra in Ucraina, ora cala”
- Tra i beni che potrebbero rientrare tra i prodotti scontati dovrebbero esserci i confezionati come carne, pasta, uova, zucchero, latte, riso, sale, cereali e farina. Ribasso anche per saponi, detergenti, pannolini e farmaci di largo consumo. A causa della volatilità dei loro prezzi e dei problemi in agricoltura, dovuti ai cambiamenti climatici, restano un’incognita i cibi freschi. Su frutta e verdura l’industria non dovrebbe abbassare i listini, ma questi prodotti potrebbero rientrare in alcune promozioni settimanali