Inflazione, ecco quanto si sono ristretti i salari degli italiani

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Il carovita rallenta ma continua a rosicchiare gli stipendi, che non tengono il passo riducendo di molto il potere d'acquisto. Con la manovra si vorrebbe venire incontro a chi è più in difficoltà ma sul salario minimo il governo ha alzato un muro e più della metà dei dipendenti attende il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per avere un aumento

ascolta articolo

Quanto ha pesato, e sta pesando, l’inflazione sulle tasche degli italiani? Lo tocchiamo con mano ogni giorno: con gli stessi soldi in tasca di uno, due, tre anni fa, riusciamo a comprare meno cose. Perché mentre i prezzi corrono, gli stipendi sono rimasti fermi, o aumentati meno di quanto ha fatto il carovita.

Il carovita ha eroso il potere d'acquisto

Alla fine dell’anno scorso, ci ha detto l'Ocse, i salari reali in Italia erano scesi del 7 per cento rispetto a prima che scoppiasse la pandemia. In soldoni vuol dire che su una paga di 1.500 euro al mese se ne sono persi più di 100 in potere d’acquisto: la cifra sul cedolino è rimasta la stessa ma l’inflazione ha ridotto il suo valore.

Oltre la metà dei dipendenti attende il rinnovo del contratto

Non va molto meglio se guardiamo alle retribuzioni contrattuali, cioè le paghe stabilite negli accordi nazionali. Sono salite nei primi sei mesi di quest’anno – spiega l’Istat - ma restano al di sotto di 6 punti percentuali rispetto al carovita. Si tratta delle paghe tabellari, stilate da intese fra imprese e sindacati e che non tengono conto di voci straordinarie, ma rappresentano un indice importante perché oltre la metà dei dipendenti ha un contratto scaduto da più di due anni, quindi è in attesa di un aumento.

Le misure anti-inflazione nella manovra

Adeguare questi contratti è cruciale, ma non basta. I sindacati chiedono anche che si riducano tasse e contributi a carico dei lavoratori. Il governo con la manovra vuole mantenere il taglio del cuneo fiscale, inoltre studia un prelievo più leggero sui redditi medio-bassi con una rimodulazione dell’Irpef e sconti per chi è più in difficoltà. Bonus, come quelli su benzina e bollette, che hanno permesso di sostenere i conti delle famiglie, ma alcuni di questi sono già venuti meno.

Salario minimo, il no del governo

Sul salario minimo, invece, Palazzo Chigi ha alzato un muro. Stabilire per legge una paga di almeno 9 euro lordi l’ora, come proposto dall’opposizione, verrebbe incontro a oltre quattro milioni e mezzo di italiani (se non consideriamo tredicesima e liquidazioni). Un esercito composto da operai agricoli, colf e badanti ma anche tanti dipendenti di aziende dove i minimi fissati dagli accordi non sono rispettati o dove si è assunti con uno contratto “pirata”, cioè firmato da organizzazioni poco rappresentative e con paghe da fame.

Economia: I più letti