Privatizzazioni, da Mps a Ferrovie: ipotesi allo studio ma margini stretti

Economia
Simone Spina

Simone Spina

L'idea sarebbe quella di ridurre alcune quote di partecipazione in società ma senza perderne il controllo. Dalla Banca Monte Paschi di Siena alle Ferrovie, vediamo quali potrebbero essere le aziende nel mirino

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Alleggerire lo Stato di alcune partecipazioni societarie. In altre parole: privatizzazioni, ma mantenendo il controllo delle aziende considerate strategiche. Andrebbero interpretate così le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, proprio mentre il governo accantona oltre due miliardi per mettere la mano pubblica sulla rete di Tim.

Sostegno ai conti pubblici

Si potrebbero, dunque, vendere piccole quote e aiutare così le finanze, impegnate con la difficile quadratura della prossima manovra. Ricordando però che quanto ricavato dovrebbe essere usato per ridurre il debito e non per finanziare spesa corrente. 

Monte Paschi in cima alla lista

Fatte queste premesse, in pole position c’è il Monte dei Paschi dei Siena, la banca salvata dallo Stato nel 2017. La dismissione del 64,2 per cento potrebbe fruttare un paio di miliardi ma finora l’operazione, che l’Italia si è impegnata a portare a termine entro il 2024, non è partita.

Ita Airways, tempi lunghi

Bisogna invece attendere il via libera europeo per il dossier Ita Airways: c’è un’intesa con Lufthansa per il 41 per cento dell’ex Alitalia (a fronte di 325 milioni), coi tedeschi che dovrebbe in futuro prendere la maggioranza della compagnia.

Ferrovie, il progetto mai partito

Nel campo delle ipotesi, poi, ci sono le Ferrovie.  L’idea di mettere sul mercato il 40 per cento del gruppo (esclusa l’infrastruttura) risale al 2015 ma non se n’è fatto nulla. 

I gioielli in mano pubblica

Ci sarebbero spazi per ricavare quattrini anche con le Poste, in parte privatizzate sette anni fa ma ancora ampiamente controllate dallo Stato.  In teoria, poi, si potrebbero ridurre le quote in colossi come Enel, Eni o Leonardo, sui quali però l’interesse strategico appare preminente e, di conseguenza, i margini per ricavare denari appaiono stretti. Non è invece all'ordine del giorno, ha detto Giorgia Meloni, la privatizzazione dei porti che piace a Forza Italia.

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