Turismo, boom lavoro ma meno di 2 su 10 sono profili qualificati
In un contesto di crescita occupazionale, secondo un'analisi compiuta dalla Fondazione dei Consulenti del Lavoro solo il 17,1% dei lavoratori rientra tra le professionalità ad alta qualificazione
Il settore del turismo ha registrato nell'ultimo anno un boom occupazionele, ma si tratta soprattutto di lavoro poco qualificato. È uno dei trend del comparto emersi dall’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro dal titolo “Boom del turismo: crescono gli occupati, ma non la qualità dei profili”
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Il boom occupazionale è attestato dagli ultimi dati Istat. Nell’ultimo anno il comparto dei servizi di alloggio e ristorazione è infatti quello che ha registrato la maggior crescita: più 10,3%
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Nel confronto con l’anno precedente, il numero di impiegati nel settore è passato da un milione 259 mila a un milione 338 mila, 130 mila in più, pari al 25,3% dei nuovi posti di lavoro creati durante i 12 mesi
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Dati che sono stati confermati anche dall’ultimo bollettino Excelsior, secondo cui è proprio il turismo a offrire le maggiori opportunità di impiego con quasi 62 mila previsioni di assunzione ad agosto su circa 293 mila programmate dalle aziende e circa 200 mila nel trimestre
Per la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro si tratta di segnali positivi che consentono al comparto uscito più martoriato dalla pandemia di recuperare e superare i livelli occupazionali pre Covid con un più 0,9% rispetto al 2019. A trainare la crescita del turismo è il lavoro dipendente che assorbe la quasi totalità della nuova occupazione (più 13,8%) mentre quello autonomo appare meno dinamico (più 1,9%)
Nel settore del turismo l’occupazione femminile segna nell’ultimo anno un più 15,5% (quasi 100 mila occupate in più), contro il più 5,5% registrato da quella maschile. Il boom del comparto interessa soprattutto il Nord Ovest che, con 56 mila lavoratori in più e un incremento occupazionale del 16,6%, supera di gran lunga il Nord Est (12,2%) e il Mezzogiorno (9,8%). Il Centro è l’unica area ad aver registrato un aumento più esiguo (più 2,2%)
Ma secondo lo studio l’esplosione del turismo mal cela delle ombre: su 100 occupati, infatti, solo il 17,1% rientra tra le professionalità ad alta qualificazione come manager, direttori, imprenditori e specialisti
La maggioranza, il 73,9%, presenta una media qualificazione (addetti alle vendite, ai servizi, al marketing) mentre le figure a bassa qualificazione (addetti pulizie, magazzinieri, fattorini) sono circa il 10%
Nell’ultimo anno la crescita occupazionale ha riguardato soprattutto i livelli professionali intermedi (più 17,8%), a scapito di quelli elevati (meno 4,3%) e bassi (meno 7,5%)
Inoltre, nel turismo si registra il più alto livello di overqualification: su 100 persone con un elevato livello formativo (Isced 5-9), 72 sono impiegate in posizioni per cui non è richiesto il grado di istruzione conseguito
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