
Pensioni, le ipotesi allo studio del governo: Quota 96, Quota 41 e proroga di Quota 103
L'esecutivo ragiona su quali soluzioni adottare nel 2024, in attesa di superare, almeno parzialmente, la legge Fornero. Ecco quali sono gli strumenti in campo e in via di valutazione

Quali “Quote” adottare in tema di pensioni, nel 2024, in attesa che il governo trovi le risorse per superare, almeno parzialmente, la legge Fornero? Ecco quali sono gli strumenti in campo e in via di valutazione
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Sul tavolo ci sono già Quota 96 per i soli lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti, Quota 41 “contributiva”, oltre che la proroga di Quota 103 (che andrà fino al 31 dicembre)
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Quello della flessibilità in uscita resta il nodo più complicato da sciogliere. I sindacati intanto si preparano a tornare a chiedere risposte immediate nel round tecnico del 26 luglio, con l'Osservatorio sul monitoraggio della spesa, l'organismo istituito dal ministro del Lavoro, Marina Calderone

Quota 103 prevede la possibilità di uscita con 41 anni di contributi e 62 anni d'età, e si esaurirà il 31 dicembre. Ma un suo prolungamento a tutto il 2024 viene al momento considerata una soluzione abbastanza probabile

L'obiettivo della Lega e di una parte della maggioranza, però, resta quello di aprire la strada prima della fine della legislatura a Quota 41 in forma secca (pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall'età)

Questa misura è però molto costosa: circa 4 miliardi solo il primo anno. Il Carroccio non direbbe quindi no all'introduzione, in forma temporanea, di una Quota 41 vincolata al ricalcolo contributivo dell'assegno che, in questo caso, si ridurrebbe del 10-15%

Mentre Quota 96 garantirebbe l'uscita con 61 anni d'età e 35 di versamenti solo per alcune specifiche categorie. E tra queste dovrebbero essere comprese quelle dei lavori impegnati in attività gravose e usuranti
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