Aiuti sui mutui? Visco: chi ha scelto il variabile ha risparmiato molto negli ultimi anni
EconomiaIl tasso variabile è più rischioso, e proprio per questo in passato ha garantito ampi risparmi alle famiglie che lo hanno scelto. Oggi il rapporto si è invertito, ma il governatore della Banca d'Italia è dubbioso su eventuali aiuti pubblici. GUARDA IL VIDEO
"Aiutiamo le famiglie che con il tasso variabile hanno già risparmiato negli anni scorsi perché più basso del tasso di chi ha preso il fisso”? È la domanda che si pone il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco, ospite a Sky TG24. Negli ultimi mesi in effetti le rate mensili dei mutui a tasso variabile sono aumentate sensibilmente, anche fino a un +50 per cento rispetto al periodo precedente al rialzo dei tassi della Bce. Ma, come ricorda il governatore, nell’ultimo decennio il mutuo a tasso variabile è stato decisamente più conveniente di quello fisso.
Tasso variabile più rischioso del fisso
Il mutuo variabile infatti addossa il rischio di variazione del tasso in capo a chi prende in prestito il denaro. Per quello fisso invece sono le banche ad assumersi il pericolo che i tassi aumentino nel frattempo, e per questo ha solitamente un costo maggiore del variabile. Secondo una simulazione elaborata da Sky TG24 (mutuo a 20 anni di 200mila euro richiesto, spread dell’1 per cento) chi avesse richiesto un mutuo a tasso variabile nel luglio 2013 avrebbe finora risparmiato ben 18mila euro rispetto a chi avesse contratto lo stesso mutuo ma a tasso fisso.
18mila euro risparmiati dal variabile
Le rate mensili infatti oggi sono decisamente più care per i primi, ma nel passato non è stato così. I mutuari a tasso variabile risparmiavano fino a 200 euro al mese di soli interessi rispetto a chi si era assicurato un tasso fisso. In questa simulazione, per invertire il rapporto e rendere il mutuo variabile più costoso di quello fisso i tassi dovrebbero rimanere a questo livello fino a dicembre 2029. Un’ipotesi irrealistica sulla carta.
Un problema di liquidità
A rimetterci sono stati invece coloro che hanno contratto un mutuo a tasso variabile negli ultimi mesi. Se il prestito è stato richiesto da agosto 2022 in poi – dopo il primo rialzo Bce – il conto è a favore del tasso fisso, a fronte di un Euribor a tre mesi esploso oltre il 4 e mezzo per cento.
Le circa 700mila famiglie che pagano un tasso variabile, benché abbiano risparmiato molti interessi in passato, potrebbero comunque trovarsi oggi in difficoltà. In molti casi le rate mensili sono cresciute oltre la soglia critica del 30 per cento del reddito indicata come rischiosa dagli istituti di credito. Secondo Facile.it, si tratta di un caso che coinvolgerebbe circa il 10 per cento di chi ha richiesto un mutuo un anno fa. Alcune decine di migliaia di famiglie che oggi si ritrovano con una rata troppo elevata rispetto al proprio reddito mensile, e per cui il governo studia soluzioni.