Modifiche al Pnrr, pronta la lente dell'Ufficio parlamentare di Bilancio
EconomiaL'Istituto indipendente assicura che controllerà con attenzione la revisione del Piano Nazionale di Ripresa, dal quale prevede una spinta alla nostra economia del 3%. Faro anche sulle risorse da trovare per la prossima manovra. Monito sulla riduzione del debito
"Tutte le rimodulazioni che ci saranno nei prossimi mesi andranno attentamente valutate". La lente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio è pronta a mettere a fuoco le modifiche al Piano Nazionale di Ripresa, assicura Lilia Cavallari, presidente di quello che possiamo definire come il cane da guardia dei nostri conti pubblici.
Più crescita se il Pnrr si realizza
L’istituto indipendente nella sua ultima Relazione sottolinea come il programma finanziato con oltre 190 miliardi di fondi europei è un elemento fondamentale per la nostra economia e che, se realizzato completamente e in modo tempestivo, darà una spinta alla crescita di quasi tre punti percentuali alla fine del 2026.
Le variabili sulle nostra economia
Un’iniezione robusta, che giustifica l’attenzione sulla revisione del Piano voluta dal governo, non ancora messa nero su bianco e che dovrà essere approvata dall’Europa. Il Pnrr, e i suoi tempi di attuazione, vengono inoltre annoverati dall’Ufficio Parlamentare tra le variabili che potrebbero frenare il Pil, insieme alla guerra in Ucraina e all’inflazione.
Il debito scenderà più lentamente
Nubi che potrebbero offuscare il 2024, mentre l’anno in corso sembra viaggiare meglio di quanto previsto. Su tutto pesa però il nostro altissimo debito pubblico: la strada indicata dall’Esecutivo per ridurlo - si legge nel Rapporto – prevede diminuzioni inferiori a quanto formulato in passato (in media circa 0,6 punti percentuali nel triennio 2024-2026).
Aiuti a meno famiglie con l'Assegno di Inclusione
L’Ufficio Parlamentare, si concentra anche sulla prossima manovra, che entrerà nel vivo in autunno, ma già da ora segnala la necessità di individuare le risorse necessarie: dal taglio delle tasse alle pensioni – si sottolinea – appare difficile reperire fondi senza incidere sui servizi e le politiche sociali. E a questo proposito, il Rapporto evidenzia come l’Assegno d’Inclusione finirà per aiutare circa 690mila famiglie, il 40 per cento in meno rispetto al Reddito di Cittadinanza.