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Pil 2023, Fmi all'Italia: "Attuare Pnrr e ridurre il debito"

Economia

Simone Spina

Il Fondo Monetario Internazionale migliora le stime del Pil del nostro Paese per il 2023 e il 2024 all'1,1%. Ma avverte: una spinta maggiore all'economia ci sarà solo con l'effettiva realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa. Molti i rischi potenziali: dall'inflazione all'alto debito, per il quale si suggerisce un piano credibile per diminuirlo nel breve periodo

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La crescita economica dell’Italia è legata a doppio filo alla realizzazione del Piano nazionale di Ripresa. Soprattutto dal 2025 in poi, quando il nostro Paese sarà chiamato a spendere le fette più grosse dei finanziamenti europei. A ricordarlo è il Fondo Monetario Internazionale, che alza dallo 0,7 all’1,1 per cento le stime sul nostro Prodotto Interno Lordo per quest’anno e il prossimo, e prevedendo un’accelerazione fra due anni grazie alla spinta del Pnrr.

Nubi all'orizzonte

Ci sono però dei rischi, sottolinea l’Istituto di Washington, che cita fra le variabili non solo le tensioni finanziarie e politiche globali, ma lo stesso Piano di Ripresa, perché ritardi nel ricevere le rate da Bruxelles o uno stallo nella sua attuazione rallenterebbero la nostra economia. Un completo e tempestivo impiego delle risorse, viceversa, ci darebbe maggior ritmo, più sicurezza energetica e ci permetterebbe di meglio contrastare i cambiamenti climatici.

Inflazione alta ancora a lungo

Tra le possibili nubi all’orizzonte, l’Fmi cita anche l’inflazione, vista scendere al 2 per cento solo nel 2026, e un ulteriore inasprimento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, che aumentando il costo del denaro potrebbe rendere più oneroso per il nostro Paese finanziarsi sui mercati. Una circostanza che appesantirebbe ancora di più il nostro già alto debito pubblico.

Debito pesante, riduzione necessaria

Su questo fronte gli esperti consigliano a Roma un credibile piano per ridurre la zavorra che vale oltre il 140 per cento del Pil, con un quadro fiscale chiaro e cautela nella spesa, suggerendo - per esempio – d’intervenire sulle pensioni abolendo le uscite anticipate.