
Caro affitti studenti: in Italia servono 80mila posti letto
Secondo un rapporto su "Lo student housing tra Pnrr e mercato", realizzato da Scenari immobiliari e Camplus, il mercato degli alloggi universitari ha bisogno di un'importante e decisiva svolta, "altrimenti le università perdono studenti e competitività". L'obiettivo è di quasi triplicare i posti letto per i "fuori sede"

Il tema del “caro affitti" degli universitari fuori sede agita e riempie le piazze delle città italiane che sono sede delle più diverse facoltà. Secondo un rapporto dell'aprile scorso su "Lo student housing tra Pnrr e mercato", realizzato da Scenari immobiliari e Camplus, cresce l'interesse degli investitori verso il mercato delle residenze universitarie con investimenti che nel corso del 2022 in Italia sono stati pari a 200 milioni di euro e in Europa per 12,4 miliardi. In foto, le proteste a Roma
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In Italia il mercato degli alloggi universitari ha bisogno di un'importante e decisiva svolta, "altrimenti le università perdono studenti e competitività", viene sottolineato. Il quadro è più o meno questo: "Attualmente - si legge - la copertura dei posti letto offerti agli studenti universitari fuori sede, pari al 40% degli iscritti, si attesta intorno al 10,5% e deriva da enti specifici che però coprono solo l'8,1% del totale”. Le strutture gestite da enti privati coprono invece il restante 2,4%
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Meno della metà delle 14 maggiori realtà universitarie supera la media nazionale, e risulta ancora lontana dalla capacità di soddisfare il fabbisogno di posti letto minimo richiesto. Ma se si considera che il fabbisogno stimato dell'offerta strutturata di posti letto deve esser pari ad almeno il 20% degli studenti fuori sede (tasso di copertura medio europeo), "sarebbero necessari almeno 130 mila posti letto". Cioè occorrerebbe realizzare "circa 80mila nuovi posti letto in studentati e collegi"
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L'obiettivo, infatti, è di quasi triplicare i posti letto per i "fuori sede" e, per raggiungerlo, sono stati stanziati "complessivamente 300 milioni di euro e realizzati i primi 7.500 posti letto", mentre successivamente "ci sarà l'erogazione di ulteriori 660 milioni per creare ulteriori 52.500 posti"

Secondo il rapporto di Scenari Immobiliari, tuttavia, i nuovi bandi del Pnrr "dovrebbero incentivare gli investimenti, garantendo ritorni economici interessanti anche in considerazione della forte pressione della domanda di riferimento: dal 4,5% dei capoluoghi di regione localizzati nel Nord Italia al 6% stimato nelle altre città”. E i bandi dovrebbero favorire questo trend

Se si guarda alle singole città, si vede come a Milano "le punte rilevate per vivere all'interno di studentati raggiungono i 1.200 euro/camera/mese" mentre "Bologna si ferma a 1.100 euro/camera/mese" e per Roma "sono necessari 1.150 euro/camera/mese"

Secondo invece un'altra indagine, firmata da Immobiliare.it, "al di fuori della città i prezzi sono inferiori anche del 25%”. Un esempio? Se a Milano per una singola il prezzo medio richiesto è di 620 euro al mese, con punte di 800 se si tratta di centro storico e dintorni, "nella provincia la richiesta si abbassa a 472 euro", che significa quasi un quarto di meno a cui, semmai, va aggiunto il costo dell'abbonamento per i trasporti

Sta di fatto che la domanda sarebbe aumentata del 45% rispetto all'anno scorso e i prezzi cresciuti di oltre il 10%. E lo studio ha anche analizzato l'andamento della domanda di stanze singole ad agosto 2022 in relazione al mese precedente nella provincia di quattro tra le città universitarie più frequentate della Penisola, come Milano, Padova, Bologna, Firenze, in cui le provincie di Firenze e Milano evidenziano una crescita importante della domanda di singole: +39% per le aree limitrofe di Milano e +14% per quelle intorno al capoluogo toscano

Bologna (in foto) e Padova risulterebbero invece meno attrattive, stando allo studio di Immobiliare.it: qui la domanda flette del 39 e del 33% mese su mese, a Bologna i prezzi si attestano sui 400 euro (407 euro per una singola). A Padova invece la differenza centro-periferia si avverte con più nettezza: fuori dal comune si spende decisamente meno, in genere intorno al 25% in meno, cioè 341 euro
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