Superbonus e cessione, no a crediti spalmati in 10 anni per chi decide in ritardo
La nuova funzionalità arriverà il prossimo 2 maggio nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, ma sarà riservata alle comunicazioni inviate entro il 31 marzo 2023 per i crediti non ancora utilizzati: ecco cosa sapere
La nuova funzionalità per ripartire in 10 anni i crediti da bonus edilizi non ancora utilizzati arriverà il prossimo 2 maggio nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate. Per chi ha trasmesso le comunicazioni in ritardo, però, c’è una brutta sorpresa: non sarà infatti possibile allungare le rate
GUARDA IL VIDEO: Bonus mobili 2023, ecco come utilizzarlo
A riportarlo è il Sole24Ore, secondo cui le comunicazioni di opzione per la cessione dei crediti o lo sconto in fattura trasmesse trasmesse all’Agenzia delle Entrate a partire dal primo aprile non potranno ripartire le varie rate in dieci anni
L'approfondimento del Sole24Ore
Nella normativa, infatti, si parla dei “crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo 2023 e non ancora utilizzati”. Chi lo ha fatto dopo, insomma, non sembra poter usufruire della recente novità
Addio al Reddito di cittadinanza, dal 2024 arriva l'Assegno di inclusione
Inoltre la normativa sembra escludere anche chi ha trasmesso le comunicazioni di opzione a partire dal 1 aprile usufruendo della cosiddetta “remissione in bonis”. Con un effetto negativo - sottolinea il quotidiano economico - che contrasta con il carattere ‘sanante’ dell’istituto della remissione
Istat, Pil +0,5% nel primo trimestre 2023. Giorgetti: "L'ambizione responsabile paga"
Il nuovo comma 8-quinquies dell’articolo 119 del Dl n. 34/2022, comunque, prevede la facoltà solo per il primo beneficiario del bonus di spalmare in dieci anni la detrazione - ma non il credito d’imposta - solo per le spese sostenute nel 2022 e solo per il superbonus
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
Tornando al provvedimento approvato lo scorso 18 aprile, la ripartizione in 10 anni riguarda due casistiche: per i crediti superbonus, quelli inseriti nelle comunicazioni trasmesse entro il 31 ottobre 2022 relativamente alle rate degli anni 2022 e seguenti, e quelle trasmesse dal 1 novembre 2022 al 31 marzo 2023 per gli anni 2023 e seguenti
Per i crediti da bonus barriere e sismabonus, riguarda invece quelli inseriti nelle comunicazioni inviate fino al 31 marzo 2023: questo si applica però solo alle rate degli anni 2023 e seguenti
Intanto, secondo l'osservatorio Findomestic, la volontà dei consumatori di fare acquisti non frena nonostante i timori legati all’inflazione. E tra le scelte degli italiani alcune sono legate anche al superbonus e agli altri bonus edilizi
La ‘coda’ del superbonus infatti traina la propensione ad acquistare caldaie a condensazione e biomassa (+21,2%), a ristrutturare (+20,2%) ed efficientare la casa attraverso isolamento termico (+12,3%) e pompe di calore (+3,4%)
Ci sono però anche notizie negative: secondo l’ultimo rapporto "Civico 5.0: Vivere in Classe A" di Legambiente, infatti, l’Italia "è in forte ritardo" sul fronte della riqualificazione edilizia. Secondo le ultime stime disponibili, su oltre 12 milioni di edifici ne è stato riqualificato, attraverso il superbonus, solo il 3,1%
Scostamento di bilancio, cosa significa e cosa c'entra con il Dl Lavoro