Bce e aumento dei tassi: i rischi per banche, fondi, startup e criptovalute

Economia
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"Non è possibile in questo momento determinare su quale sentiero andremo avanti", ha chiarito la presidente Christine Lagarde. Le incertezze però non piacciono ai mercati, già provati, in quest'ultimo periodo, dal caso della Silicon Valley Bank e da quello di Credit Suisse

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Con la decisione della Bce di alzare i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale, aumentano i timori legati all'economia europea, e non solo. "Non è possibile in questo momento determinare su quale sentiero andremo avanti", in merito ai tassi, ha chiarito la presidente della Bce Christine Lagarde. E ha spiegato: le decisioni saranno prese "in base ai dati". Le incertezze però non piacciono ai mercati, già provati, in quest'ultimo periodo, dal caso della Silicon Valley Bank e da quello di Credit Suisse.

Le banche europee 

Sulla situazione delle banche, in particolare di quelle europee, si è espresso un portavoce della Commissione Ue: "Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi del settore bancario dell'Ue e siamo in contatto con le autorità competenti europee e nazionali responsabili della supervisione delle banche". Parole, queste, che arrivano dopo che Credit Suisse ha perso il 24,2% in Borsa a Zurigo, innescando una tempesta di vendite sull'intero comparto bancario in Europa. Da sottolineare poi come il vice presidente della Bce, Luis de Guindos, abbia avvertito i ministri delle Finanze dell'Ue, riuniti martedì a Bruxelles per l'Ecofin, che alcune banche dell'Eurozona potrebbero essere vulnerabili proprio al rialzo dei tassi di interesse. Lo riferisce l'agenzia Bloomberg, sottolineando che de Guindos ha incontrato i ministri delle Finanze dopo il fallimento di Svb ma prima delle turbolenze sul Credit Suisse. Guindos, parlando delle condizioni delle banche europee dopo il crac di Svb, avrebbe detto che i nostri istituti sono molto meno esposti delle loro controparti americane, ma ha anche avvisato di non essere compiacenti e ha avvertito che una mancanza di fiducia potrebbe scatenare il contagio. 

I fondi

Per quanto riguardai  fondi, a preoccupare, come scrive Il Sole 24 Ore, sono quei soggetti che prestano denaro alle imprese sotto varie forme, senza però essere sottoposti alle stringenti regole bancarie: open funds, broker-dealers, veicoli di finanza strutturata, trust fiduciari, family office, fondi d’investimento di vario tipo con focus sul debito. I problemi principali – più volte sottolineati anche dal Fondo monetario e dal Financial Stability Board – sono tre: la leva occulta (cioè i debiti per investire), lo “sfasamento” delle scadenze (raccolta a breve e prestiti a lungo termine) e quello della liquidità. Il rialzo dei tassi, in questo senso, crea perdite nei loro portafogli come in quelli delle banche. Per cui se fossero investiti da una corsa ai riscatti, il problema diventerebbe serio.

Startup e criptovalute

Il fallimento della Silicon Valley Bank è stato causato anche, e soprattutto, dalle difficoltà dei suoi depositanti: le start up tecnologiche. Questo tipo di società sono in generale - e al di là di ciò che è successo in california, sono impattate dal rialzo dei tassi. Spiega Massimo Colombo al Sole 24 Ore, docente di imprenditorialità e finanza imprenditoriale alla School of management del PoliMi: quando in scia al rialzo dei tassi "i rendimenti dei bond governativi sono saliti", ecco sorgere le difficoltà. Chi vuole allocare liquidità, invece di "indirizzarla verso i capitalisti di ventura preferisce posizionarla sui più tranquilli e sicuri Treasury". E il rischio, in questo scenario, è che le startup vedano ridursi le fonti di finanziamento.  Per contro, come riporta anche La Stampa, sono risalite le criptovalute, che vedono annullarsi il rischio contagio che avrebbe travolto con violenza il settore tech.

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