Al via il Censimento permanente delle imprese, Rapiti (Istat): "Fondamentale partecipare"

Economia

Valentina Clemente

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“La rilevazione multiscopo sulle imprese in corso vuole raccogliere informazioni sulle imprese e sui loro comportamenti. Rispondere a questi questionari è semplice e sicuro, e soprattutto è importante per il Paese. Partecipare è fondamentale” così Fabio Rapiti, Direttore centrale per le statistiche economiche dell’Istat, in merito alla seconda edizione del Censimento Permanente delle Imprese, iniziato il 28 novembre 2022 e che terminerà il 31 marzo 2023

 

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Il 28 novembre ha preso il via la seconda edizione del Censimento permanente delle imprese, con l’obiettivo di incrementare il patrimonio informativo sulla struttura del sistema economico nazionale.

La rilevazione multiscopo sulle imprese viene condotta con cadenza triennale e coinvolge un campione di circa 280.000 imprese che impiegano almeno 3 addetti. Il Censimento permette di cogliere le caratteristiche, le strategie e le performance del sistema delle imprese italiane e fornisce un quadro del sistema produttivo, dei profili emergenti, delle strategie e dei sistemi organizzativi.
In particolare, i dati raccolti consentiranno di restituire informazioni su aspetti strategici del sistema produttivo come la struttura proprietaria, la gestione delle risorse umane, le relazioni produttive e filiere, l’estensione dei mercati di riferimento, l’attività innovativa e l’uso delle tecnologie, l’internazionalizzazione produttiva, i processi di trasformazione e le azioni realizzate per la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. La raccolta dei dati è condotta esclusivamente attraverso un questionario online, riservato alle sole imprese incluse nel campione. La rilevazione termina il 31 marzo 2023.
Ne abbiamo parlato insieme al Dott. Fabio Rapiti, Direttore centrale per le statistiche economiche dell’Istat. 

Perché un censimento delle imprese e soprattutto: perché è così importante in questo periodo?

Partiamo da un presupposto molto importante: questo non è il primo censimento delle imprese. In passato l’Istat faceva censimenti decennali, ora questi strumenti sono più frequenti.

Parliamo di censimento permanente perché non solo facciamo una rilevazione che è sul campo da fine novembre e riguarda 280.000 imprese ma anche perché, a fianco di questa rilevazione che noi definiamo “multiscopo” per i tanti quesiti, ci sono altre forme di informazione che forniamo al Paese. Ovvero registri statistici integrati, per loro natura censuari, in cui noi diamo tante informazioni quantitative sulla contabilità delle aziende, sull’occupazione e questo lo facciamo ogni anno e quindi quella è una parte diciamo del censimento che l’Istat offre al Paese. Questa indagine multiscopo, invece, è partita appunto da qualche mese ed è importante che le imprese partecipino massicciamente: più informazioni raccogliamo più riusciamo a diciamo a restituire al Paese informazioni importanti. Ovviamente i dettagli che raccogliamo attraverso questo strumento sono quelli che non riusciamo ad avere dai registri e dalle indagini, sono informazioni di natura qualitativa.

Quali sono gli obiettivi che si prefigge di raggiungere questo strumento?

La rilevazione multiscopo sulle imprese in corso vuole raccogliere informazioni sulle imprese e sui comportamenti delle imprese stesse in particolare, informazioni che non sono reperibili in altri luoghi altrimenti noi useremo dati amministrativi per alleggerire il carico statistico. Per avere informazioni sui comportamenti dobbiamo rivolgerci direttamente alle imprese: chiediamo una serie di informazioni su temi diversi, come il controllo, la gestione, la proprietà, le risorse umane e le relazioni tra le varie istituzioni. In questa rilevazione ci sono informazioni anche sulle filiere (un concetto nuovo e molto importante) oppure sui comportamenti rispetto al mercato, sull’innovazione, sulla digitalizzazione sugli aspetti finanziari e sulla sostenibilità ambientale e sociale, aspetti molto importanti. C’è anche spazio per l’internazionalizzazione produttiva, che ha avuto un’evoluzione recente particolare durante e successivamente alla pandemia. Tutti i temi molto importanti e in cui il contributo delle imprese serve a inquadrare, osservare e comprendere come si sta sviluppando il sistema produttivo del Paese.

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Quanto è stato importante il lavoro svolto dall’Istat con il Centro studi di Confindustria? 

La collaborazione è stata molto importante. Questa rilevazione multiscopo è stata riprogettata: era stata svolta anche nel 2019 con riferimento all’anno 2018 e, in questa occasione, è stata realizzata in modo più partecipato. Ovvero: abbiamo coinvolto di più gli stakeholder, gli studiosi e, in particolare, siamo riusciti a coinvolgere il Centro Studi di Confindustria che, insieme ad altre associazioni e altri studiosi hanno dato un contributo molto importante. Una delle innovazioni del questionario è proprio sulle filiere, concetto importante anche per le policy. Questo significa che non misuriamo più le imprese isolate, ma andiamo a guardare a valle e a monte delle catene di fornitura, elemento fondamentale per avere ancora più dettagli. Abbiamo fatto tutto questo in collaborazione con il Centro Studi di Confindustria che non solo ha contribuito a ideare questi quesiti, ma li ha anche testati. Ovvero: ha lavorato insieme ad alcune imprese che hanno accettato di sperimentare questi quesiti. È stata una collaborazione molto positiva.

Il Censimento permanente offre informazioni fondamentali per comprendere la complessità dei processi produttivi all’interno delle imprese in un contesto di profondi cambiamenti del sistema produttivo. Che impresa è l’impresa italiana?

È sicuramente un’impresa in evoluzione. Nel periodo della pandemia siamo stati molto sorpresi dalla capacità di resilienza del sistema complessivo delle imprese italiane, nonostante alcuni settori siano stati colpiti in modo profondo e tante imprese hanno chiuso in alcuni settori, turismo in particolare.

Abbiamo osservato che le imprese sono state resilienti, sono state capaci di superare la crisi. Ovviamente parliamo soprattutto di tante imprese che hanno anche capacità di esportazione in particolare: durante la crisi, nonostante tutto, le imprese italiane sono riuscite a mantenere sia alcuni canali di fornitura, di acquisizione degli input produttivi sia dell’export. Certamente le imprese che erano più connesse all’esterno sono anche quelle che hanno avuto capacità di riprendersi e di riprendere a produrre, soprattutto ad esportare e a crescere. Ci sono state anche tante imprese che immediatamente successivamente alla pandemia hanno ripreso a crescere, una forte resilienza dell’impresa italiana. 

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Quanto è importante fare informazione sul Censimento?

Molto importante. Ringrazio i mass media che diffondono queste informazioni, perché l’ISTAT è in rapporto simbiotico con il Paese, perché offre informazione ma anche la raccoglie dai rispondenti, in questo caso dalle imprese. Facciamo una grande operazione di indagine sul Paese: una rilevazione che cerca di capire i comportamenti profondi per comprendere non solo le caratteristiche aziendali (per esempio: di dimensione o settore o di delocalizzazione), ma anche altre caratteristiche come le scelte sulla proprietà, sull’internazionalizzazione, sulla digitalizzazione inducono comportamenti che possono essere positivi e fanno aumentare la produttività. Cerchiamo di raccogliere informazioni e restituirle al Paese. Ovviamente, se le imprese non sanno il contesto in cui arriva un questionario forse sono meno incentivate a contribuire a questa raccolta di dati. Rispondere a questi questionari è semplice e sicuro, non è troppo complesso e soprattutto è importante per il Paese. La partecipazione è fondamentale: se il tasso di risposta è alto possiamo produrre tanti output, prodotti e servizi informativi per capire come si sta sviluppando il sistema produttivo del Paese e, quindi offrire al sistema stesso degli elementi per fare scelte migliori. Scelte per le singole imprese, scelte da parte del governo delle istituzioni, scelte anche da parte dei cittadini. È importante che le imprese vengano a conoscenza di questa rilevazione campionaria, che riguarda 280.000 imprese ed è fondamentale che rispondano a questo questionario. Noi siamo qui ad aiutarle: ci sono anche dei numeri telefonici di riferimento per ogni richiesta di spiegazione e difficoltà. 

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