
Con l'aumento dei tassi BCE, salgono anche i costi per le imprese che prendono soldi a prestito in banca. Abbiamo fatto alcuni calcoli, tenendo conto dei parametri poco omogenei, come durata e finalità del finanziamento o anche il settore industriale in cui viene erogato

Con la salita dei tassi d'interesse aumentano i costi per finanziarsi: non solo per le famiglie, ma anche per le imprese. A quanto ammonta questo aggravio? Se a dicembre 2021 l'interesse medio applicato per i prestiti alle imprese era sotto l'1,3%, a dicembre 2022, al termine di un anno di rialzi dei tassi, il costo era quasi triplicato, avvicinandosi al 3 e mezzo per cento (dati ABI)

L'aumento di esborso, oltre ad appesantire i bilanci aziendali, ha avuto anche l'effetto di far diminuire le richieste di liquidità. Le domande sono infatti calate, nell'anno solare 2022, del 5,7% rispetto al 2021: con una contrazione più marcata per le imprese individuali, quelle solitamente più piccole, rispetto alle società di capitali, che hanno dimensioni maggiori (dati CRIF)

Questo ha comportato anche un aumento del taglio medio richiesto, cresciuto del 16,8% nell'ultimo anno: il taglio complessivo medio è di quasi 124mila euro, ma è un dato che deve tener presente - specifica l'ultimo rapporto CRIF - di un mercato a due volocità, con poche imprese più grandi che trainano il valore complessivo delle richieste

Le richieste si concentrano in 3 settori soprattutto: i servizi (quasi un quarto del totale), il commercio, e le costruzioni e infrastrutture, comparto sostenuto dagli incentivi governativi. Sommati fanno i due terzi dell'intero ammontare dei soldi chiesti in banca (dati CRIF)

In quanti poi non riescono a restituire i prestiti? L'andamento del tasso di default resta piuttosto basso rispetto alla media storica, perchè attorno al 2% siamo a un quarto delle percentuali toccate nel picco di metà 2014 (dati CRIF)

L'andamento dei tassi di default segnala comunque un lento peggioramento nei primi 9 mesi del 2022: siamo a quattro trimestri di fila di rialzo, un campanello d'allarme da non sottovalutare (dati CRIF)