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Conto corrente troppo caro, 4,4 milioni di italiani lo cambia

Economia

Vittorio Eboli

Nel 2022, rincari tra l'8% e il 26%, per le prime sei banche italiane. Tra costi fissi e singole operazioni, aumenti tra 28 e 154 euro in un anno, calcola Facile.it. Ovvio che in molti abbiano cercato offerte più vantaggiose, più del 15% dei correntisti. Ma occhio a ritardi e problemi nel trasferimento: al Sud, quasi un risparmiatore su due ne ha incontrati

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Il conto corrente costa sempre di più, e quasi 4 milioni e mezzo di italiani lo ha cambiato, per questo motivo, nel 2022. Alla ricerca di formule più vantaggiose. In dodici mesi, infatti, i costi di un nuovo conto sono aumentati tra l’8% e il 26%, con costi compresi fra i 28 e i 154 euro annui, secondo l’Indicatore dei Costi Complessivi (ICC) dei conti offerti oggi da sei primari istituti bancari. Questa impennata ha spinto moltissimi risparmiatori a cercare istituti di credito che offrissero conti meno costosi. Nell’ultimo anno il 15,1% dei correntisti, pari a 5,6 milioni di persone, ha cambiato conto corrente; e, tra questi, 4,4 milioni hanno dichiarato di averlo fatto a causa dell’eccessivo costo. È quanto emerge da una analisi che Facile.it ha commissionato agli istituti mUp Research e Norstat.

 

Le ragioni del cambiamento

Tre le principali motivazioni che hanno spinto gli italiani a cambiare conto corrente. Oltre la metà (il 53,2%) lo ha fatto perché giudicava troppo alto il canone annuo base. (si arriva fino al 59,1% nella fascia 25-34 anni ed al 56,3% al Sud e nelle Isole); circa un terzo (il 31,5%) perché riteneva eccessivo il costo delle singole operazioni (41,4% nella fascia 35-44 anni, e 34,9% al Sud e nelle Isole); circa un quarto (il 25%) adduce un motivo più generale, parlando di costi (sia fissi che variabili) che avevano subito aumenti eccessivi nel corso dell’anno.

Altre ragioni di cambiamento sono invece legate alla qualità del servizio: il 21,6% ha dichiarato di aver lasciato il proprio conto perché “il servizio offerto non era all’altezza”, l’11,1% non riteneva davvero validi i servizi di home banking offerti con il conto corrente, mentre il 9,7% ha cambiato perché il conto non era dotato di funzionalità digitali.

 

Cambio conto, attenzione ai disservizi

La portabilità, ossia la possibilità di trasferire i servizi di pagamento dal proprio conto a quello di un altro istituto di credito, è un diritto regolato dalla legge: il passaggio è gratuito, e prevede una procedura semplificata che deve essere completata dalla banca entro 12 giorni lavorativi dalla sottoscrizione della richiesta. In caso di ritardo, è prevista una penale a carico dell’istituto di credito.

Eppure, come emerso dall’indagine commissionata da Facile.it, i contrattempi non mancano; tra coloro che al momento del cambio avevano spese domiciliate sul conto vecchio (ad esempio, il pagamento delle bollette), quasi il 34% (pari ad oltre 1,5 milioni di individui) ha avuto problemi nel trasferire le domiciliazioni su quello nuovo. E questa percentuale cresce in maniera significativa se consideriamo il solo Meridione: nel Sud e nelle due isole maggiori il 33,7% nazionale diventa addirittura il 44,9%. Quasi un risparmiatore su due.