
Valori Isee delle famiglie italiane crollati del 48% rispetto agli anni pre-Covid
Secondo i dati di Federcontribuenti si tratta di un calo determinato dai redditi più bassi e dall’aumento del costo della vita. Tra i gruppi più poveri ci sono le famiglie con contratti di lavoro a tempo e part-time. In più ci sono anche molti pensionati che vivono sulla soglia della povertà

Le condizioni economiche delle famiglie italiane sono fortemente peggiorate. E' quello che emerge dai dati raccolti da Federcontribuenti che sottolinea come i valori Isee delle famiglie italiane siano crollati del 48%
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"A tenere in piedi la capacità reddituale degli italiani sono solo le proprietà immobiliari, che però non danno da mangiare" afferma, in una nota, il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella, che sottolinea anche come questi dati siano stati confrontati in un periodo precedente alla pandemia da Covid-19
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L'Isee, o indicatore della situazione economica equivalente, è un dato che viene usato per misurare la situazione economica di ciascuna famiglia. Nell'elaborazione di questi dati si tiene conto del reddito, del patrimonio e da quante persone è composto il nucleo familiare. Spesso l'Isee viene richiesto per poter accedere ad agevolazioni come bonus, borse di studio o altri benefici economici
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"Abbiamo da inizio gennaio - prosegue la nota di Federcontribuenti - un elevato numero di richieste quotidiane da parte di famiglia a caccia di un prestito, liquidità non per andare in vacanza, ma per fare la spesa o mandare avanti i figli e le spese quotidiane"

Tra i più poveri ci sono le famiglie con contratti di lavoro a tempo e part-time. "E' urgente mettere mano a un salario minimo e prevedere sussidi per famiglie con contratti di lavoro da fame" afferma Paccagnella

"Si vive - aggiunge - con meno di 700 euro nelle famiglie con pensionati e con meno di 1200 euro per le famiglie con contratti di lavoro da fame. Ciò dimostra ancora una volta come il reddito di cittadinanza vada subito sussistito con un reddito universale prevedendo una soglia reddituale uguali per tutti, pensionati o lavoratori con meno di 1.500 euro, perché nessuno può riuscire a mantenere le spese quotidiane, cibo - salute - istruzione - utenze domestiche"

Secondo l'associazione dei consumatori "al centro dell'agenda di governo deve esserci quindi l'urgenza di dotare tutti i cittadini italiani di un reddito pari al costo della vita. Gravi e insufficienti gli aumenti per i pensionati siano essi sociale o contributiva. La soglia per oltre il 50% dei pensionati resta gravemente al di sotto degli 800 euro mensili. Però, mettere mano alla somma delle pensioni significherebbe contemporaneamente occuparsi di creare sufficienti posti di lavoro stabili e non precari che diano nuovo impulso alle entrate erariali"

Per ultimo "la mazzata dell'aumento del costo del carburante: vogliamo ricordare che oltre il 70% dei lavoratori che compongono le famiglie in difficoltà utilizzano il proprio mezzo di trasporto per recarsi sul posto di lavoro. Purtroppo gli automobilisti sono la classe più facile, da sempre, da colpire con tassazioni di ogni tipo e genere", conclude il presidente di Federcontribuenti