Superbonus, quali sono i requisiti da valutare nel 2023: dai redditi alla residenza
A partire dallo scorso 1° gennaio è necessario rispettare delle condizioni più stringenti per ottenere l’agevolazione edilizia, passata dal 110% al 90%: è infatti utile ricordare come l’immobile oggetto dei lavori debba essere l’abitazione principale e il reddito familiare non superare i 15mila euro totali. Rimangono però dei quesiti non chiariti sulla sua effettiva applicazione
La detrazione è nota: a partire dallo scorso 1° gennaio, il Superbonus per le villette e le unità autonome e indipendenti può consentire la detrazione del 90%, e non più del 110%, con dei requisiti molto stringenti e non ancora ben definiti
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LE DATE – Come evidenzia Il Sole 24 Ore, la diminuzione del contributo statale, prevista dall’articolo 9, comma 1 del Dl n. 176/2022, non si sovrappone alla coda del 110%, percentuale ancora prevista per chi sostiene le spese fino al prossimo 31 marzo, attuabile solo per coloro che sono stati in grado di effettuare almeno il 30% dei lavori fino al 30 settembre scorso. Questo perché il primo dei requisiti da rispettare per il 90% è che l’intervento parta dal 1° gennaio 2023
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CHI PUÒ ESSERNE INTERESSATO – Un aspetto che può interessare chi, al 30 giugno 2022 (data limite per il 110% nelle unifamiliari), non avendo neppure avviato i lavori, stava progettando l’intervento pensando di fruire solo dei bonus minori. Per questo, prima di partire, è opportuno verificare se spetti la detrazione 90% (prevista soltanto per le spese nel 2023), alla luce delle nuove regole
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A CHI SPETTA - L’agevolazione spetta “alle persone fisiche, che operano al di fuori dell’attività di impresa, arti e professioni, in contesti unifamiliari (altrimenti scattano le regole sui condomìni)". Inoltre, il contribuente deve essere titolare di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’immobile dove si eseguono i lavori, il che taglia fuori tutti i soggetti ammessi ai bonus pur in assenza di tale condizione (locatari, comodatari, familiari conviventi). L’abitazione deve inoltre “essere adibita ad abitazione principale”
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IL DUBBIO – C’è però un dubbio in questo senso: quando questa destinazione assume rilevanza, prima o dopo i lavori? Difficile che vi sia una continuità integrale, perché verrebbero esclusi gli interventi di demolizione con ricostruzione che costringono il proprietario a cambiare temporaneamente residenza. Sarebbe molto utile, in questo senso, chiarire i tempi da rispettare per il requisito della destinazione
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IL FATTORE REDDITO – Per la prima volta nell’ambito del Superbonus si parla anche di reddito, con l’effetto, quasi paradossale, di bloccare chi ha la disponibilità economiche per poterlo fare e lasciarlo fare a chi magari non avrà voglia di imbarcarsi in quest’impresa. Infatti, viene richiesto un reddito di riferimento (che la relazione ed il comma 8-bis1 dell’articolo 119 collocano temporalmente nell’anno precedente all’intervento, e quindi nel 2022) non superiore a 15mila euro
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MA COME SI DETERMINA? – Per determinare il reddito si ricorre al nuovo “quoziente familiare”: si tratta di una somma complessiva familiare nella quale è importante determinare la presenza nel nucleo del coniuge (da porre nel denominatore del rapporto), a prescindere dalla circostanza che il medesimo, nel 2022, sia stato o meno a carico fiscale del contribuente che beneficia dell’agevolazione (anzi, potrebbe essere il contribuente a carico del coniuge)
QUALI SONO GLI ALTRI FATTORI? – Questo, però, non sono gli unici fattori da considerare: nel computo va infatti tenuto conto anche degli altri familiari a carico presenti nel nucleo familiare del contribuente che sostiene la spesa, a prescindere se siano stati a carico di quest’ultimo o del coniuge o di entrambi. Da considerare anche i figli di età inferiore a 21 anni per i quali, nell’anno precedente a quello di sostenimento della spesa, ricorrevano i requisiti reddituali ma non hanno dato luogo alla detrazione fiscale per l’avvio dell’assegno unico
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