Il Superbonus al 90% cede il passo ai bonus casa minori, come ecobonus e bonus barriere
La nuova aliquota dell'incentivo edile più utilizzato dello scorso biennio cambia le carte in tavola per chi decide di procedere con lavori sulla propria casa. Tra il nodo della cessione dei crediti e tempistiche incerte per la fine dei cantieri, scegliere altre opzioni potrebbe rivelarsi più conveniente
L’aliquota del Superbonus è ormai scesa dal 110% al 90%, come deciso dal governo Meloni che ha inserito il taglio della percentuale di sconto nel testo della Legge di Bilancio. Il nuovo regime fiscale fa sì che in alcuni casi l’incentivo ai lavori edili più richiesto (e più discusso) dell’ultimo biennio non sia più la scelta più conveniente per chi decide di ristrutturare casa, fa notare Il Sole 24 Ore
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Il Superbonus nella sua versione originaria al 110% potrà ancora essere utilizzato soltanto in alcuni casi limitati e solo per un periodo di tempo ben definito (il 31 marzo, ad esempio, per i proprietari di villette che hanno già completato almeno il 30% dei lavori previsti entro lo scorso 30 settembre 2022)
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La modifica normativa riapre quindi la strada all’utilizzo di altre agevolazioni ancora attive e diverse dal Superbonus, già confermate per il 2023 e il 2024. Si va dal bonus giardini, pensato per chi intende rinnovare gli spazi verdi di casa, al bonus barriere architettoniche
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A questi si aggiungono il bonus ristrutturazioni, il sismabonus per chi vive nelle zone sismiche 1,2 e 3, e l’ecosismabonus, destinato a opere in parte pensate per la riqualificazione energetica di un edificio e in parte per la riduzione del rischio sismico
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Così anche l’ecobonus, destinato a chi vuole intervenire sull’efficienza energetica della propria casa, ad esempio attraverso l’installazione di pannelli solari o con la coibentazione delle pareti
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Il Sole 24 Ore sottolinea come, anche per chi ha ancora accesso al Superbonus – seppur al 90% - non sempre questa potrebbe essere la scelta più conveniente. Bisogna fare i conti con diverse variabili, non ultima la durata dei lavori
Per fare un esempio: i proprietari di villette monofamiliari con Isee non superiore a 15mila euro hanno accesso all’incentivo per tutto il 2023, non è però detto che i lavori – tra intoppi burocratici e tecnici – finiscano per forza nell’anno solare di riferimento
Per gli italiani che abitano nelle zone a maggior rischio sismico, scrive sempre il quotidiano economico, un’opzione più sicura potrebbe ad esempio essere il sismabonus. È vero che l’aliquota è leggermente inferiore a quella del Superbonus (85%), ma è anche vero che il sismabonus con l’impostazione attuale è stato già prorogato fino al 2024: sceglierlo potrebbe rivelarsi a lungo andare più conveniente
C’è poi un altro grande tema: la cessione dei crediti al momento è essenzialmente bloccata. Se in passato in molti avevano fatto affidamento sulle cessioni alla banca, avviando nel mentre già i lavori, questa eventualità sta diventando sempre più difficile
Il Superbonus può comunque essere recuperato in detrazione. Ma anche in quest'ottica le complicazioni esistono: i pagamenti delle rate rischiano di diventare troppo pesanti per molti italiani. Ecco che quindi, anche su questo fronte, incentivi minori tornano a mostrarsi più appetibili
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