Pensioni, quando arriva il pagamento di gennaio e quali sono le nuove fasce
La manovra 2023 ha introdotto per il biennio 2023-2024 sette fasce di rivalutazione, che sostituiscono le precedenti tre stabilite dalla legge n. 388/2000. Favoriti gli importi minimi che potranno arrivare a quota 600
La pensione per il primo mese del 2023 sarà distribuita a partire dal 3 gennaio. Chi riceve la somma sul proprio conto corrente dovrà aspettare questa data, a partire dalla quale sarà inoltre possibile ritirare la propria pensione alle poste in base a una suddivisione alfabetica
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Martedì 3 gennaio: cognomi dalla A alla B; mercoledì 4 gennaio: cognomi dalla C alla D; giovedì 5 gennaio: cognomi dalla E alla K; sabato 7 gennaio (mattina): cognomi dalla L alla O; lunedì 9 gennaio: cognomi dalla P alla R; martedì 10 gennaio: cognomi dalla S alla Z
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Gli assegni, inoltre, saranno più corposi. La legge di Bilancio ha infatti introdotto novità in merito alla perequazione, cioè il sistema in base al quale le pensioni sono adeguate all'aumento del costo della vita (l’obiettivo è mantenerne il potere d’acquisto)
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Come specifica Pensionioggi.it in un articolo riproposto dallo stesso Inps, la perequazione prevede, prima di tutto, la fissazione del “tasso” sulla base del quale rivalutare le pensioni. Il tasso viene ufficializzato con decreto ministeriale che lo determina quale valore medio dell'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (tassi inflazione) calcolato sull'anno precedente quello della rivalutazione
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Per quanto riguarda il 2023, il decreto ha fissato l'aumento al tasso del 7,3%. Il minimo Inps si alza perciò da 525,38 euro a 563,73 euro con un aumento di 38,35 euro mensili e di 498 euro in un anno (tredici mensilità). La perequazione interessa tutte le pensioni
Tuttavia, le pensioni superiori al minimo aumentano con incrementi differenziati a seconda dell'entità
Fino al 2022 si procedeva con le regole originarie con cui si calcolava la perequazione, fissate dalla legge n. 388/2000. Gli aumenti avvenivano su tre fasce d’importo: 100% sino a 4 volte il minimo, 90% tra 4 e 5 volte e 75% se superiore a 5 volte
Con la manovra del 2023 c’è stato un cambiamento e per il biennio 2023-2024 si prevedono sette fasce di rivalutazione a seconda dell’importo del trattamento pensionistico. È inoltre ripristinato il meccanismo della rivalutazione sull’importo complessivo del trattamento
Le nuove fasce sono più restrittive con chi riceve assegni superiori a quattro volte il minimo: una pensione di 3mila euro lordi al mese al 31 dicembre 2022 sarà rivalutata in modo secco del 3,869%, cioè 116 euro al mese. Con le vecchie regole, invece, l’aumento sarebbe stato di 208 euro al mese. Allo stesso modo, una pensione di 6mila euro lordi al mese dal 31 dicembre 2022 prenderà 140 euro di aumento contro i 373euro che avrebbe ottenuto in precedenza
Al contrario, chi riceve una pensione non superiore al trattamento minimo (cioè 525,38 euro) godrà di una rivalutazione straordinaria dell’1,5% che porterà l’assegno minimo a circa 572 euro al mese (per tutto il 2023, compresa la tredicesima). Per i pensionati dai 75 anni in su, infine, l’aumento sarà del 6,4% e l’assegno mensile raggiungerà i 600 euro al mese
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