
Smart working, proroga per i fragili e stop ai genitori con figli under 14: cosa cambia
I lavoratori in particolari condizioni di salute potranno continuare a usufruire del lavoro agile senza accordi individuali fino al 31 marzo. Per chi invece ha figli sotto i 14 anni scatta dal 2023 la formula standard, ovvero basata su un’intesa con l’azienda o fra l’azienda e i sindacati, così come per i lavoratori privati

La Manovra 2023 interviene anche sul tema dello smart working. La commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento che proroga la misura per i lavoratori fragili, pubblici e privati, fino al 31 marzo. Con l’emendamento scompare però il lavoro agile agevolato per i genitori con figli minori di 14 anni
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I lavoratori fragili potranno esercitare in smart working anche un’altra mansione. Il datore di lavoro, si legge, assicura lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile "anche attraverso l'adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento"
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Sono quindi interessati dalla proroga i lavoratori disabili gravi, i pazienti oncologici, chi ha una forma di immunodepressione e si sottopone a terapie salvavita. Tutte condizioni che devono essere attestate da un certificato medico
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In precedenza, la stessa formula di smart working era riservata anche ai genitori con figli di età inferiore a 14 anni. L’emendamento sulla proroga però non li nomina, motivo per cui la formula di lavoro agile senza necessità di accordi individuali scadrà il 31 dicembre 2022
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I genitori di figli under 14 dovranno quindi ricorrere allo smart working standard, ovvero basato su un accordo con l’azienda o su un’intesa fra l’azienda e i sindacati

Una decisione che ha suscitato alcune polemiche, alle quali il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha replicato: "L'emergenza pandemica è rientrata ed è possibile ricorrere agli accordi ordinari"

“I lavoratori fragili potranno lavorare in smart working, sia nel pubblico che nel privato, fino al 31 marzo. Bene, ma l’emendamento alla Manovra approvato in commissione Bilancio della Camera non cita i genitori di figli under 14. Un’occasione persa”, ha commentato ad esempio Riccarda Zezza, fondatrice di Lifeed, società di education technology

“L’estensione del diritto al lavoro agile per genitori di figli under 14 sarebbe stata un’azione di governo apprezzabile - aggiunge Zezza - che poteva rompere uno schema precostituito. Abbiamo bisogno di una spinta al cambiamento, parlare al mercato del lavoro che è cambiato e sta ancora cambiando a velocità mai viste prima ma a cui il 'sistema lavoro' sta reagendo con molta resistenza e lentezza"
"L’estensione del diritto allo smartworking ai genitori con figli piccoli va verso la tanto conclamata conciliazione tra vita e lavoro, che oggi serve anche per fare fronte a un altro grande problema di questa epoca: il livello di burnout raggiunto dai lavoratori è infatti il più alto di sempre e costa all’economia e alle persone - conclude Zezza - Le ricerche dimostrano che, per ricaricarsi mentalmente, le persone beneficiano di attività alternative al lavoro: luoghi personali e familiari a cui dedicarsi per far fiorire idee, connessioni e passioni"

Sullo smart working nella Pubblica amministrazione, eccetto che per la proroga ai fragili, non cambia nient’altro. Il lavoro agile rimane basato sugli accordi individuali e sui Piao (Piano integrato di attività e organizzazione)

Per quanto riguarda invece il settore privato, il 31 dicembre scade lo smart working semplificato che aveva sancito la non obbligatorietà degli accordi individuali con i lavoratori

Dal 2023 anche le aziende private dovranno sottoscrivere degli accordi che indichino la durata dell’intesa, la forbice di alternanza fra lavoro agile e lavoro in presenza e i luoghi a cui lo smart working non può essere applicato

Dare lo smart working non vuol dire dare una semi vacanza ai dipendenti. Lo ha detto nei giorni scorsi il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, in una audizione alla Camera spiegando che "si passa da una logica di controllo a quella di misurazione degli obiettivi". "Non posso pensare che i cittadini abbiano un danno dallo smart working", ha aggiunto, spiegando di essere "un assiduo sostenitore dello smart working"
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