
Conto corrente, salgono i costi: ecco di quanto secondo la Banca d'Italia
Tra spese variabili, canoni di base, emissione e gestione delle carte, nel 2021 il costo per un conto tradizionale è stato in media di 94,7 euro: +3,8 euro sul 2020. Restano più convenienti le proposte online, ma anche queste sono aumentate (+2,8 euro rispetto allo scorso anno, per un valore di 24,3 euro)

Crescono le spese per i conti correnti in Italia. Nel 2021, fa sapere la Banca d’Italia, la loro gestione ha raggiunto il valore di 94,7 euro all’anno, con un aumento di 3,8 euro rispetto all’ultima indagine di Bankitalia. Il rialzo è dovuto in larga parte dalle spese per l’emissione e per la gestione delle carte di pagamento
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Sono poi cresciute le spese variabili, fa sapere Banca d’Italia nel report annuale, “principalmente per effetto della maggiore operatività della clientela, che si era invece contratta nel 2020, particolarmente per le operazioni presso gli sportelli"
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In pratica, il rialzo dei costi è causato da un lato dall'incremento “della spesa per i canoni di base e delle spese di emissione delle carte di debito" e dall'altro dalle “spese variabili”, ossia quelle per i bonifici e quelle legate a “un incremento della spesa per ricariche effettuate su carte prepagate”
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I CONTI ONLINE - Emerge poi un aumento anche per i conti online, con una riduzione del divario con quelli tradizionali, che resta comunque notevole. Lo scorso anno, la spesa di gestione di un conto on line è stata pari a 24,3 euro: +2,8 euro rispetto al 2020. La differenza con i conti tradizionali è quindi ancora significativa, nonostante l’aumento. Ammonta a 70,4 euro
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A rendere più convenienti i conti online è la minore spesa per i canoni di base che dipende da due fattori: la più bassa percentuale di clienti tenuti al pagamento dei canoni (il 54,4% della clientela online contro il 71,4% di quella tradizionale) e l'inferiore importo del canone di base, pari al 32,7% dei conti convenzionali
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Anche la più bassa spesa per l'emissione e la gestione delle carte di pagamento discende dai minori canoni. Un profilo tariffario più favorevole si osserva anche nelle spese variabili, soprattutto nelle spese di scritturazione contabile, gratuite nei conti on line, nei prelevamenti di contante presso gli Atm, nei bonifici on line e nei pagamenti automatici

LE PREOCCUPAZIONI - Il rialzo di 3,8 euro per i conti tradizionali, afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, è “spropositato” e “ingiustificato". In particolare, "quello che più è inaccettabile – continua Dona - è il rincaro delle spese fisse cresciute di 2,8 euro nel 2021 e 4,3 euro nel 2020, costi che gravano indiscriminatamente anche su chi ha una bassa operatività e fa un basso numero di operazioni"

Assoutenti si è già mossa e ha inviato una istanza all'Antitrust in cui si chiede di intervenire a tutela degli utenti di sei servizi bancari. "A fronte di un crescente costo di conti correnti e carte di pagamento, negli ultimi sette anni sono stati chiusi in Italia più di 6mila sportelli Atm soprattutto nei piccoli centri e nei paesi più isolati dove la gestione dei dispositivi è più onerosa", spiega il presidente Furio Truzzi

"I prelievi Bancomat negli ultimi anni si sono infatti ridotti assestandosi su 500 milioni all'anno, con gli utenti che sette volte su 10 prelevano presso la propria banca senza pagare commissioni. Il 66% degli utenti non conosce o non ricorda il prezzo applicato al prelievo da uno sportello di un'altra banca, commissione del tutto arbitraria che attualmente può raggiungere i tre euro a prelievo, con una media di circa due euro", continua Truzzi

Il modello attuale va quindi a disincentivare “il mantenimento della rete e l'apertura di nuovi Atm, con conseguenti ripercussioni sui servizi resi ai consumatori”, prosegue Truzzi. Assoutenti, per queste ragioni, sostiene quindi “il piano presentato dalla Società Bancomat che, se approvato dall'Antitrust, prevedrebbe l'accesso al contante con un tetto alla commissione di 1,50 euro, vietando di applicarla alla banca che emette la carta”
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