
Nadef, dl Aiuti-quater: nuovo taglio accise carburanti e crediti di imposta per le imprese
Emergono nuovi dettagli su quello che sarà il quarto decreto dell'anno contro il caro-energia. Si punta ad abbassare il prezzo dei carburanti fino al 31 dicembre e si riconfermano gli aiuti alle imprese. Si andranno poi a stanziare fino a quattro miliardi di euro per gli acquisti di gas del Gse

Prende forma il prossimo decreto Aiuti contro il caro-energia, il quarto dall’inizio dell’anno e il primo del governo Meloni. Nuovi dettagli sul provvedimento emergono dalla versione rivista e integrata della Nadef, che è intervenuta sulle previsioni macroeconomiche e tendenziali di finanza pubblica approvate lo scorso 28 settembre, elaborando anche lo scenario programmatico per il triennio 2023-2025
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Il documento è stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dove si legge che l’esecutivo “ha deciso di confermare l’obiettivo di deficit per il 2022 del Def e di utilizzare il risultante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di nove miliardi, in larga parte a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell'energia"
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Nel decreto Aiuti-quater, “in corso di perfezionamento”, verranno riproposti i crediti d’imposta a favore delle imprese e il taglio dell’accisa sui carburanti, fino al prossimo 31 dicembre. Le due misure valgono complessivamente circa 5,5 miliardi di euro: un miliardo per la proroga degli sconti sui carburanti e 4,5 miliardi per coprire i crediti d’imposta alle aziende
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Si andranno poi a stanziare fino a quattro miliardi di euro per gli acquisti di gas effettuati dal Gse (Gestore dei servizi energetici). Il governo pensa di rimuovere la previsione di legge che impone al Gse di vendere il gas acquistato entro la fine del 2022. Temendo che il recente calo del prezzo del gas sia temporaneo, si consentirà "di rivendere in seguito il gas a prezzi meno penalizzanti per la finanza pubblica". Gli effetti finanziari della vendita saranno poi contabilizzati nel 2023
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Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti (in foto), in occasione della presentazione della Nadef aggiornata, ha tracciato un quadro della situazione economica e finanziaria attuale. "Le aspettative di imprese e famiglie, e le stime dei previsori sull'andamento dell'economia, sono notevolmente peggiorate e il rischio di una flessione del ciclo è accresciuto dai corposi rialzi dei tassi delle banche centrali", che vanno a impattare “sui bilanci delle famiglie e dell'imprese", ha detto Giorgetti
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Con queste premesse, il ministro ha detto che "è risultato inevitabile aggiornare non solo il quadro macroeconomico programmatico e di finanza pubblica per il 2022-2025, ma anche la previsione tendenziale su cui esso si basa"
La Nadef rivista e integrata
Nel documento economico si legge che “la previsione di crescita del Pil nello scenario tendenziale a legislazione vigente è stata rivista al rialzo per il 2022, da 3,3 per cento a 3,7 per cento, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6 per cento allo 0,3 per cento. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate e sono pari, rispettivamente, all'1,8 per cento e all'1,5 per cento" (in foto, il palazzo del Mef)

Nello scenario programmatico, "il tasso di crescita del Pil reale risulta pari allo 0,6 per cento nel 2023, per poi passare all'1,9 per cento nel 2024 e all'1,3 per cento nel 2025". Stella polare nella predisposizione della prossima Legge di Bilancio, ha detto Giorgetti, sarà “la sostenibilità della finanza pubblica”

Lo conferma la previsione della "discesa del rapporto debito/Pil da circa il 150 per cento del 2021 a poco più del 141 per cento nel 2025". Il debito, dal 150,3% del Pil nel 2021, dovrebbe scendere nello specifico al 145,7% nel 2022, al 144,6% nel 2023 e poi arrivare nei due anni successivi al 142,3% e al 141,2%

In vista della predisposizione della prossima Legge di Bilancio, il governo ha inoltre approvato la Relazione al Parlamento per richiedere l'autorizzazione allo scostamento di bilancio, dove sono fissati gli obiettivi del deficit al 4,5% nel 2023, 3,7% nel 2024 e 3% nel 2025 e in cui si dà conto dell’extra gettito di 9,1 miliardi per il 2022. Attraverso le risorse aggiuntive che saranno rese disponibili con lo scostamento, il governo intende adottare misure per contrastare gli aumenti energetici
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