Gas, Cingolani: "Rigassificatore di Piombino è cruciale, non usarlo sarebbe una beffa"
EconomiaL'ex ministro della Transizione ecologica, ora consulente del governo Meloni sulle questioni energetiche, a Sky TG24: "Il mio incarico transitorio e senza deleghe". Per l'aumento della produzione di gas sul territorio italiano, passata da oltre il 20% del totale nel 2000 al 3% di oggi, "si parla di circa un raddoppio rispetto a tre miliardi di metri cubi"
"C'è un Governo nel pieno della sua autonomia, il ministro ha già reso in mano il dossier energetico, sono sicuro sia una cosa transitoria e il mio incarico è senza deleghe". Così l'ex ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha chiarito a Sky TG24 la natura del suo incarico di consulente all'esecutivo sulle questioni energetiche. "Nessuno si aspettava una emergenza energetica di questa portata" - ha detto Cingolani - "c'è un passaggio di consegne che, specificatamente per l'energia, è molto complesso e quindi si è convenuto, prima con Draghi e poi con la premier Giorgia Meloni, che fosse un po' più strutturato". Rispetto al ‘price cap dinamico’ come una proposta italiana, l’ex ministro ha detto che "da quando abbiamo proposto questa cosa, il prezzo del gas su questa Borsa è sceso da 260 euro sotto i 100 euro. Basta parlare di una buona intenzione perché gli speculatori facciano un passo indietro".
"Il rigassificatore di Piombino? Cruciale"
Cingolani ha parlato anche del rigassificatore di Piombino, definendolo "cruciale”: “Abbiamo la nave, abbiamo cinque miliardi di metri cubi di Gnl già prenotati, arrivare all'inizio dell'anno prossimo e non poterlo usare sarebbe una beffa". Senza il rigassificatore, ha detto il consulente del governo Meloni, "non saremmo sicuri energeticamente" e la scelta di Piombino come punto di partenza è "perché c'è il porto, la profondità giusta, la banchina giusta, i tubi che arrivano".
"Si ragioni su nucleare pulito"
Per arrivare all'obiettivo 'net zero' (emissioni nette zero) del 2050 all'Italia servirà "un mix energetico molto ampio e flessibile" fra gas, rinnovabili, carbone e da questo punto di vista "la tecnologia più green è il nucleare”, ha detto l'ex ministro della Transizione ecologica, illustrando a Sky24 alcune tabelle sugli approvvigionamenti energetici e sulle strategie future possibili per l'Italia, dove "uno degli errori fatti finora è stato un energy mix molto stretto, idrocarburi e un po' di rinnovabili". "Il nucleare - ha detto Cingolani - dà origine sempre a polemiche, è un peccato, da cittadino non farei il nucleare che c'è in Francia, quello delle grandi centrali. Ma la quarta generazione, i piccoli motori dei rompighiaccio, che non produce scoria radioattiva, si spegne da solo nel caso di malfunzionamento, dovrebbe essere studiato".
"La produzione di gas può raddoppiare"
Per l'aumento della produzione di gas sul territorio italiano, passata da oltre il 20% del totale nel 2000 al 3% di oggi, "si parla di circa un raddoppio rispetto a tre miliardi di metri cubi”, detto l'ex ministro ribadendo che " il piano attuale aumenta la produzione solo nei giacimenti che ci sono e in zone limitrofe, trivellazioni in siti dove già ci sono. Non parliamo di esplorazioni altamente impattanti, poi deciderà il Parlamento".