“Credo che ci sia molto che si può fare per affrontare il caro-vita con gli strumenti di politica monetaria” ha affermato
L’inflazione è una tassa per i più deboli e senza la stabilità dei prezzi si mette a rischio l'economia. Senza troppi giri di parole Kristalina Georgieva, direttore del Fondo Monetario Internazionale, va dritta al punto. “L'economia mondiale è stata colpita da uno shock dietro l'altro. L'incertezza resta eccezionalmente alta: ci sono 25% il chance che la crescita mondiale possa calare sotto il 2% il prossimo anno", ha aggiunto Georgieva.
È necessario agire in modo forte
“La politica di bilancio e quella monetaria - ha spiegato ancora la Georgieva - devono procedere mano nella mano: quando la politica monetaria mette un freno, la politica di bilancio non deve premere sull'acceleratore. Serve un'azione decisa contro il caro-vita. Non agire in modo forte causerebbe ancora più problemi”. Intanto l'indice core dei prezzi al consumo americani, quello al netto di energia e alimentari e monitorato dalla Fed, è schizzato in settembre ai massimi degli ultimi 40 anni, salendo su base mensile dello 0,6%, sopra le attese degli analisti. Su base annuale l'aumento è stato del 6,6%.
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È allarme "titoli di stato"
La tensione dopo il dato dell'inflazione statunitense, che può far prevedere la continuazione della stretta monetaria da parte della Fed e delle altre banche centrali, oltre alle Borse tocca anche i titoli di Stato: lo spread tra Btp e Bund è a 244 punti base, ma soprattutto il rendimento del prodotto del Tesoro è salito fino al 4,82%, vicino ai massimi dal 2013. Il livello recente del tasso del Btp a 10 anni in assoluto più alto degli ultimi nove anni è stato toccato nel corso della seduta del 28 settembre, a un massimo del 4,88%.