Reddito di cittadinanza, il governo Meloni lo abolirebbe? Ecco cosa può succedere
Nel programma del centrodestra si parla di “sostituzione dell'attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale”, in quello di Fratelli d’Italia di “abolire il Reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento”. Ci sono però alcune difficoltà, sia interne che esterne
Le elezioni sono ormai alle spalle, il centrodestra avrà la maggioranza in entrambe le Camere del Parlamento e sembra probabile che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferisca a Giorgia Meloni l’incarico di formare il prossimo governo. La leader di Fratelli d’Italia avrà sul tavolo parecchi dossier, e tra questi anche quello del reddito di cittadinanza
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Nel programma unitario del centrodestra, presentato prima delle elezioni politiche, si parla di “sostituzione dell'attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”
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Ancora più netto il programma di Fratelli d’Italia. Nel testo presente sul sito del partito di Giorgia Meloni si legge infatti: “Abolire il Reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico”
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Il programma di Fratelli d’Italia, inoltre, propone “per chi è in grado di lavorare, percorsi di formazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro. Innalzamento delle pensioni minime e sociali”. Insomma a leggere i due documenti programmatici, il Reddito di cittadinanza per come lo si è conosciuto finora potrebbe essere destinato a sparire
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Una posizione che è stata ribadita, all’indomani del voto del 25 settembre, anche da Francesco Lollobrigida, tra i più vicini a Giorgia Meloni: "Uno Stato serio si occupa dei deboli, al di là delle questioni nominalistiche. Il reddito è fallito e va cancellato, ma questo non significa lasciare i deboli senza sostegno. Poi dobbiamo lavorare per politiche attive sull'occupazione”, ha affermato il capogruppo uscente di Fratelli d’Italia alla Camera
Il reddito, secondo quanto riporta l’Ansa, potrebbe vedere una prima sforbiciata con la manovra attesa per questo autunno: tra le priorità sul tavolo del nascituro governo ci sarà il taglio delle tasse, su cui si vorrebbe dare un segnale intervenendo sul cuneo fiscale ad esempio dirottando fondi dal reddito di cittadinanza per una migliore distribuzione dei 9 miliardi della misura
La “sostituzione” o “abolizione” del reddito di cittadinanza, comunque, potrebbe riservare più di una difficoltà al prossimo governo. Problematiche che appaiono evidenti anche a Lollobrigida, che in una intervista a La Stampa ha dichiarato: “Ragioneremo con gli alleati sulle tempistiche per non impattare le sacche di disagio che si sono create”
Tra le difficoltà principali, una potrebbe essere proprio la posizione degli alleati del centrodestra: secondo quanto riporta il Messaggero, infatti, per Forza Italia va addirittura rafforzato per tutte quelle persone che sono a rischio povertà assoluta. Per la Lega, invece, andrebbe ricalcolato in base alle dimensioni del nucleo familiare e i percettori dovrebbero rendersi disponibili a svolgere lavori di pubblica utilità
E se le posizioni all’interno del centrodestra sono solo parzialmente sovrapponibili, del tutto contrarie sono quelle delle opposizioni: "Chi tocca il reddito troverà in noi un argine insuperabile. Chi pensa di toccare il reddito dovrà fare i conti con noi”, ha detto Giuseppe Conte, mandano un avvertimento sulla dura opposizione che una simile decisione potrebbe trovare in Parlamento
In ultimo l’abolizione del reddito di cittadinanza potrebbe anche non trovare il favore delle istituzioni europee. Il commissario Ue al lavoro Nicolas Schmit ha invitato a interrogarsi su che cosa accadrebbe eliminandolo dall'oggi al domani: “Se lo si elimina di punto in bianco facendo in modo che chi non ha accesso al lavoro si trovi in una situazione di povertà e totale privazione nella speranza che si precipitino sul primo lavoro che trovano, credo non funzionerebbe”. (In foto: la presidente della Commissione Ursula von der Leyen)
Il tema importante, ha spiegato il commissario Schmit, è declinare eventuali misure con politiche di sostegno all'occupazione. Un reddito minimo è oggi previsto in tutti gli Stati dell'Ue, sia con sostegni integrativi a chi percepisce meno della soglia necessaria per una vita dignitosa e sia con sussidi ai disoccupati. (In foto: la presidente della Commissione Ursula von der Leyen)
"I sistemi di protezione sociale aiutano a ridurre le disuguaglianze e le differenze sociali. Assicurano una vita dignitosa per coloro che non possono lavorare e, per coloro che possono, incoraggiano a tornare al lavoro", ha detto il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis (in foto). "Oggi più di una persona su cinque nell'Ue è a rischio di povertà ed esclusione sociale", ha ricordato Schmit. "In un contesto di elevati costi della vita e di incertezza, dobbiamo garantire che le nostre reti di sicurezza siano all'altezza"
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