Caro prezzi, nel 2022 gli italiani spenderanno per il pane 900 milioni di euro in più
Da un monitoraggio Eurostat su agosto emerge che il costo in Ue è cresciuto mediamente del 18% rispetto allo stesso mese del 2021, con l’Italia che si attesta a un +13,5%. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati dell'Osservatorio prezzi del Mise a luglio, a Milano una pagnotta da un chilo costa 4,46 euro, a Roma circa 2,92 euro, a Bologna 4,91 euro, a Palermo 3,89 euro, a Napoli 2,16 euro. Aumenti dovuti solo in parte al costo del grano e influenzati soprattutto dal caro energia
In Europa il pane non è mai stato così costoso: ad agosto, secondo il monitoraggio Eurostat, il prezzo è cresciuto mediamente nell'Unione del 18% rispetto allo stesso mese del 2021. Alla base del rincaro, rileva Eurostat, soprattutto le conseguenze dell'invasione russa dell'Ucraina. Gli aumenti maggiori del costo del pane, nel periodo agosto 2021-agosto 2022, sono stati registrati in Ungheria (+66%) in Lituania (+33%), in Estonia e Slovacchia (+32%)
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I Paesi meno colpiti sono stati invece la Francia (+8%), l'Olanda e il Lussemburgo (+10%). Per evidenziare il clamoroso balzo dei prezzi, a titolo comparativo, l'istituto europeo di statistica ricorda che tra l'agosto del 2020 e l'agosto del 2021 l'incremento medio segnato nell'Ue dal prezzo del pane era stato del 3%. Il nostro Paese si colloca al di sotto della media Ue, con i listini del pane nostrano in rialzo del 13,5%, e nonostante questo l’85% degli italiani sceglie pane fresco artigianale e lo compra quasi tutti i giorni dal fornaio
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Secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat dell'inflazione ad agosto, in Italia le famiglie spenderanno nel 2022 oltre 900 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente per il pane. Un chilo di grano, spiega l’associazione, viene pagato oggi agli agricoltori intorno ai 36 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto ai consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro a seconda delle città
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L'incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta marginale, pari a circa il 10% in media, come dimostra anche l'estrema variabilità delle quotazioni al dettaglio lungo la Penisola, mentre il costo del grano è influenzato dalle quotazioni internazionali. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati dell'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico a luglio, a Milano una pagnotta da un chilo costa 4,46 euro, a Roma si viaggia sui 2,92 euro, a Bologna siamo a 4,91 euro, a Palermo costa in media 3,89 euro al chilo, a Napoli 2,16 euro
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Peraltro i prezzi al consumo - continua la Coldiretti - non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni del grano, che per lungo tempo sono state al di sotto dei costi di produzione. Nonostante il crollo dei raccolti fino al -30% abbia limitato la disponibilità di prodotto in Italia, il grano viene, infatti, in questo momento sottopagato agli agricoltori
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La guerra ha dunque moltiplicato manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli, fino al taglio dei compensi riconosciuti agli agricoltori, aggravando una situazione che vede il nostro Paese dipendente dalle importazioni straniere già per il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti e dolci
“Occorre ridurre la dipendenza dall'estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini
Secondo Prandini “serve anche investire per aumentare la produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l'invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all'abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l'innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici”
“Viviamo un momento di rialzo dei costi, legato soprattutto all'energia. E se c'è un prodotto energivoro, quello è il proprio il pane”, spiega Alberto Molinari, presidente Aibi - Associazione italiana Bakery Ingredients aderente ad Assitol. All'incremento del gas e dell'elettricità, precisa Molinari, si aggiungono anche quelli del packaging di varie materie prime ed i problemi della logistica
Tuttavia dice Molinari, al momento, come dimostrano i dati Eurostat, “in Italia l'aumento del pane non è stato così pesante come in altri Paesi della Ue, probabilmente a dimostrare come questi sforzi abbiano in un qualche modo aiutato. Continueremo a essere impegnati a mantenere in equilibrio costi, produzione e qualità, consapevoli che il pane è l'alimento base della nostra dieta quotidiana e che la nostra filiera ha un ruolo sociale”