Lo ha sottolineato il XX rapporto sull'apprendistato dell'Inapp (Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche), realizzato per il Ministero del Lavoro in collaborazione con l'Inps, secondo cui sono stati solamente 531.035 i contratti da apprendisti nel 2020, con un calo del 5,4% nell'anno della pandemia

In Italia, in diversi settori, dall’industria ai cantieri, passando per la ristorazione sembra sempre più difficile reperire lavoratori, nonostante siano 3 milioni i ragazzi senza lavoro. E, in questo scenario, il contratto di apprendistato sembra essere uno strumento quasi dimenticato
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Infatti, secondo il XX rapporto sull'apprendistato dell'Inapp (Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche), realizzato per il Ministero del Lavoro in collaborazione con l'Inps, sono stati solamente 531.035 i contratti da apprendisti nel 2020, con un calo del 5,4% nell'anno della pandemia
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Entrando dei dettagli del rapporto, è emerso come i nuovi contratti attivati siano diminuiti di oltre il 30%, fino a quota 274.641. “Abbiamo una carta importante da giocare per il mercato del lavoro, ma stentiamo ad utilizzarla”, ha sottolineato il presidente dell'Inapp, Sebastiano Fadda

Sempre secondo Fadda, l'apprendistato “potrebbe essere uno strumento fondamentale per rispondere a quella domanda di figure professionali che ancora mancano sul mercato, eppure stenta a decollare”. Lo strumento, ha segnalato, dovrebbe mantenere la propria componente formativa, ma sta “progressivamente calando”

Quello dell’apprendistato professionalizzante, hanno riferito gli esperti, è la tipologia maggiormente diffusa in Italia (con un peso pari al 97,7% dei casi) ma ha coinvolto solo un lavoratore su quattro, nel 2020, inserito nei percorsi di formazione pubblica

Allo stesso modo anche il finanziamento nazionale per la formazione è stato ridotto a poco a poco, passando dai 100 milioni di euro del 2011 ai 15 milioni del 2017 e degli anni successivi

Intanto le tipologie di apprendistato a maggiore impatto formativo e che conducono all’ottenimento di un titolo di studio restano, per gli esperti di settore, ancora residuali. Nel 2020, infatti, sono stati 8.823 gli apprendisti impegnati nell'istruzione secondaria e 805 in quella terziaria

Conferma ulteriore, a proposito di questo scenario, è arrivata poi dalla segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, che ha parlato di “numeri bassissimi” in riferimento al contratto di apprendistato, che potrebbe rappresentare, invece, “un ottimo strumento di ingresso nel mercato del lavoro”

Per Veronese, nel 2020 si poteva attribuire la causa di questa situazione “alla pandemia, ma i dati sui rapporti di lavoro attivati con questa tipologia contrattuale sono da sempre fortemente bassi e lo sono stati anche nel 2021 con 313 mila assunzioni”, ha riferito

Per questo motivo, la richiesta della Uil al prossimo ministro del Lavoro è chiara, ovvero “costruire un mercato del lavoro basato su 3 condizioni: stabilità lavorativa, sicurezza e formazione”

Intanto il Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, ha diffuso alcuni nuovi dati circa i contratti del settore privato depositati e, su 940, quasi il 60% risulta scaduto. Il presidente del Cnel, Tiziano Treu, ha sottolineato, inoltre, i primi esiti relativi al monitoraggio sull'attuazione del piano di ripresa e resilienza, che hanno fornito “un segnale negativo di inadeguata finalizzazione degli avvisi pubblici alle priorità del Piano”, ovvero la parità di genere e generazionale e la lotta al divario territoriale
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