
Decreto Aiuti bis, quanti soldi in più in busta paga con il taglio del cuneo fiscale?
Con l’approvazione del testo, l’esecutivo ha aumentato le risorse per la misura con un incremento dall’1 all’1,2%. Il provvedimento è finanziato fino a dicembre

Il governo Draghi ha approvato il decreto Aiuti bis che aumenta le risorse destinate al taglio del cuneo fiscale. Il provvedimento è ora atteso in Gazzetta Ufficiale, poi a settembre approderà in Parlamento
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Il taglio del cuneo fiscale ha ricevuto un incremento dall’1% all’1,2% a partire dal mese di luglio ed è finanziato fino a dicembre
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Secondo il decreto, per i periodi di paga dal 1 luglio 2022 al 31 dicembre 2022, compresa la tredicesima o i relativi ratei erogati nei predetti periodi di paga, l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti è incrementato dell’1,2%, portando la sforbiciata totale al 2%
Dl Aiuti bis, dal taglio del cuneo fiscale alle pensioni: le misure
Il sindacato Uil ha fatto circolare una simulazione di calcolo del taglio del cuneo fiscale e della rivalutazione delle pensioni, ma la cui base di calcolo per la decontribuzione è dell’1% perché il Governo non aveva ancora presentato la nuova percentuale dell’1,2%

Secondo il sindacato con la decontribuzione dell’1% per redditi sino a 35 mila euro lordi, il “guadagno” per i lavoratori dipendenti va da un minimo di 36,92 euro a un massimo di 161,52 euro in sei mesi

A seconda dei redditi, il taglio aggiungerebbe da 1 euro a 6 euro in più al mese. L’effetto sulle buste paga dei dipendenti sarebbe perciò modesto

Se si prende il caso di lavori discontinui o retribuzioni più basse, per esempio, con un reddito annuo lordo pari a 8 mila euro il beneficio complessivo del taglio dell’1% sarebbe di 36,92 euro lordi da luglio a dicembre, circa 6 euro lordi al mese

Invece nella fascia di reddito da 20.111 annui dei lavoratori dipendenti del settore privato il beneficio da luglio a dicembre sarebbe complessivamente di 92,82 euro lordi, pari a 15,47 euro lordi al mese

A quota 30 mila euro di reddito si avrebbero 23,08 euro in più al mese e 138,46 euro nel semestre, mentre a 35 mila euro arriva a 26,92 in un mese e a 161,5 in sei. Questi numeri andrebbero aumentati del 20% (circa) visto l’incremento del taglio del cuneo

La rivalutazione delle pensioni pari al 2% per redditi a 35 mila euro determinerebbe un incremento di 19 euro lordi al mese per una pensione Inps di 952 euro. Per la minima di 524 euro, l’aumento sarebbe di 10 euro. Alle pensioni due volte la minima, ovvero da 1.049 euro, si aggiungerebbero una ventina di euro mensili. Per una pensione tre volte la minima si otterrebbero 31,46 euro, a quattro volte la minima si arriva a 41,95 euro e a cinque volte la minima si sfonda la soglia dei 50 euro