Inflazione, stangata dei prezzi: meno carne e pesce nel carrello della spesa
Le stime Istat di luglio indicano che i prezzi del cosiddetto "carrello della spesa" hanno sfondato il 9% (+9,1%). La situazione è aggravata dal picco dei beni alimentari (+9,6%). In particolare, carne e pesce sono aumentati del 16%
Sempre più italiani, nel loro carrello della spesa, rinunciano al pesce e alla carne. Le stime Istat di luglio indicano che i prezzi del cosiddetto "carrello della spesa" hanno sfondato il 9% (+9,1%), un livello che non si vedeva dal 1984
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Preoccupa i consumatori e le imprese il pesante spostarsi dell'inflazione sui beni di prima necessità, il cui costo supera sistematicamente l'indice generale dei prezzi al consumo (+9,1% il primo, +7,9% il secondo)
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Situazione aggravata dal picco dei beni alimentari, che ha toccato +9,6%, e carne e pesce aumentati del 16%
"Una catastrofe", "un massacro", sono i commenti di Unione dei Consumatori e Codacons
Ma anche le imprese, Confesercenti e Federdistribuzione, vedono i consumi ridursi e temono per i margini delle vendite
Confesercenti stima una riduzione dei consumi nell'ordine dei 3 miliardi. Secondo Federdistribuzione, i supermercati fino a poco tempo fa erano riusciti a non scaricare sui consumatori tra i 2 e i 3 punti d'inflazione, ma dopo mesi di una situazione ormai non più temporanea "l'aumento dei prezzi si sta gradualmente scaricando sul carrello della spesa"
Secondo l'Unione dei Consumatori, per una coppia con due figli, la stangata complessiva è di 2.630 euro su base annua, di questi ben 769 solo per la spesa obbligata dei prodotti alimentari e bevande, schizzati a +10%
Per Federconsumatori, l'aggravio annuo è invece di 2.354 euro annui
Di questi, 509,60 euro solo nel settore alimentare